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sabato 19 novembre 2011

Come ribassare un olivo

L'altezza di una pianta di olivo è bene che sia contenuta al di sotto di 5 metri. Questo non solo favorisce la produttività della pianta ma rende più agevoli e meno pericolose la raccolta dei frutti, le successive potature e gli eventuali trattamenti fitosanitari. Inoltre, gli olivi devono ricevere luce per essere produttivi e l'altezza delle piante deve essere commisurata alla loro distanza reciproca per evitare che si ombreggino fra di loro.

potatura olivo ribassare uliviL'esigenza di ribassare una o più piante di olivo è più frequente di quanto si possa immaginare. A volte si tratta di riprendere un uliveto abbandonato o delle piante trascurate perché in luoghi marginali (argini, etc). Ma questa esigenza si verifica anche in uliveti perfettamente gestiti perché le piante inesorabilmente crescono.

Nel caso di olivi abbandonati l'operazione di ribassare le piante può risultare difficile e pericolosa. La difficoltà e pericolosità è in qualche modo proporzionale al periodo di abbandono ed al vigore della pianta. In alcuni casi possono raggiungere altezze ben al di sopra di 10 metri formando chiome cespugliose con succhioni di svariati metri di altezza e diametri notevoli. Tutta la vegetazione si sposta in alto (anche le olive) ombreggiando e rubando nutrimento alla vegetazione sottostante che tende a seccare e risulta spesso priva di fogliame o con ramificazioni laterali che si allungano in cerca di luce.

Per non ripetere alcuni concetti già espressi, prima di proseguire con la lettura, vi suggerisco 3 articoli:
  1. La potatura dell'olivo - potatura di produzione - Dove potrete apprendere i concetti generali della potatura dell'ulivo
  2. Gli olivi e le gelate - quando iniziare a potare - Qui troverete suggerimenti sul periodo ideale di potatura che, specie per tagli grossi, come nel caso del ribassamento, cade tra fine inverno - inizio primavera (il periodo ovviamente dipende anche alla zona climatica).
  3. Guida alla potatura ed al taglio di alberi - Questo articolo riporta i rudimenti delle tecniche di taglio ma soprattutto ricorda che potatura e taglio di alberi sono attività pericolose da eseguire sempre con estrema prudenza.
potatura olivo ribassare uliviPer procedere al ribassamento bisogna osservare la pianta ed individuare i tagli principali da effettuare. Le piante di ulivo sono normalmente coltivate a vaso con 3 o 4 branche principali (in questo caso solo 2). I tagli vanno eseguiti appena sopra ai grondacci cercando di rendere l'altezza delle tre branche uniformi.

Nell'immagine a loto vedete i tagli principali ed alcune operazioni per svuotare la piante all'interno ed eliminare i succhioni laterali. Queste operazioni conviene eseguirle prima del ribassamento per varie ragioni. Innanzitutto per avere un accesso più agevole per sistemare la scala (in genere si poggia internamente) in secondo luogo perché i succhioni laterali possono ostacolare la caduta del fusto che state ribassando.

Naturalmente i tagli da eseguire per ricondizionare la pianta sono molto di più di quelli indicati. Bisognerà ad esempio togliere le parti secche (in genere più a ridosso della pianta) cercando comunque di lasciare un po di verde altrimenti la pianta tenderà a sfogarsi producendo numerosi getti.



potatura olivo ribassare ulivi
Il risultato è una pianta un po spoglia, con tanto legno, che col tempo si rinfoltirà. I tagli stessi, se eseguiti in primavera, favoriscono la formazione di nuovi getti.

Questi, in particolare, potrebbero presentarsi numerosi proprio in corrispondenza dei tagli di ribassamento e dovranno essere gestiti.

Per contenerne il numero favorendo  invece lo sviluppo vegetativo dei grondacci di sommità è importante eseguire i tagli di ribassamento seguendo un profilo che crei continuità tra il tronco principale ed il grondaccio.

potatura olivo ribassare ulivi
Tale accorgimento è evidenziato nell'illustrazione a fianco.

Con la potatura di ribassamento si crea anche tanta massa vegetale a terra. Le parti più legnose potranno essere utilizzate come legna da ardere mentre le fronde rimanenti potranno essere bruciate, trinciate e lasciate sul posto come apporto organico per la pianta ed in parte conservate come fascine per il forno a legna.


Vi suggerisco un'ultimo articolo: Come e quando bruciare i residui della potatura

giovedì 29 luglio 2010

La mosca dell'olivo - bollettino stato fitosanitario

Forse è merito del gran caldo, con temperature oltre alla media, che ha limitato fin'ora le infestazioni della mosca dell'olivo. Ad ogni modo, perlomeno nella zona in cui vivo, è stata riscontrata una bassissima presenza di maschi ed il suggerimento dell'ARSIA è di non trattare.

Per maggiori informazioni vi rimando al sito dove si possono trovare i bollettini sullo stato fitosanitario relativi alla coltivazione di olivi e viti.


Il servizio riguarda la regione Toscana ed i bollettini sono suddivisi per provincia, quindi dovrete scovare quello di vostro interesse. Quello in questione si riferisce alla situazione al 22 luglio 2010.

martedì 30 marzo 2010

Come e quando bruciare i residui della potatura

Una delle pratiche più diffuse in agricoltura è quella di bruciare i residui di potatura.


Vigneti, frutteti e soprattutto uliveti vengono potati annualmente e specialmente per quest'ultimi ci si trova a dover gestire una enorme massa di fronde. Disfarsi della potatura è abbastanza laborioso ma necessario e si può procedere in vari modi.









  • Pulire sul posto le parti legnose di dimensioni maggiori (con sezioni di almeno 4 cm di diametro) che saranno utilizzate come legna da ardere l'inverno successivo. In alcuni casi conviene tagliare subito il legname in modo che sia di dimensioni adatte alla vostra stufa a legna o caminetto anche perché, con la stagionatura il legno si indurisce e la stessa operazione vi richiederà più fatica.
  • Le parti di dimensione minore potranno essere bruciate. Specie con i residui di potatura degli olivi, una volta innescato il fuoco, magari con l'aiuto di un pò di carta di giornale, è facile alimentarlo aggiungendo gradualmente altre fronde anche se la potatura ed il fogliame sono freschi. Il mio consiglio è comunque di aspettare un paio di settimane in modo da produrre meno fumo.
  • Sul terreno rimarranno ugualmente residui di potatura con poche parti legnose e che non siete riusciti ad ammucchiare e bruciare. Queste verranno triturata in tarda primavera, insieme all'erba, passando il trinciastocchi e costituiranno un buon apporto di materia organica per l'uliveto.
  • Per chi ha la fortuna di possedere un forno a legna consiglio di utilizzare parte della potatura per preparare le fascine che vi serviranno per accendere ed alimentare il forno a legna.

Naturalmente qualcuno preferisce fresare il terreno piuttosto che lasciarlo inerbito ma a prescindere dalla modalità di lavorazione il problema di bruciare la potatura è una esigenza per tutti ed ogni Comune ha le sue regole che conviene consultare anche per non incorrere in eventuali sanzioni. Per coloro che vivono in Toscana nella zona dell'Alta Valdera riporto di seguito il regolamento in vigore ad oggi per quest'area.


ACCENSIONE FUOCHI
testo del documento
Prevenzione, salvaguardia e tutela del territorio dagli incendi boschivi



Azioni a rischio d´incendio (art.58 D.P.G. Reg. Toscana 48/R/2003)

Costituiscono azioni che possono determinare, anche solo potenzialmente, l´innesco di incendi boschivi:
1. L´accensione di fuochi e carbonaie;
2. L´abbrucciamento di residui vegetali;
3. L´uso di strumenti o attrezzature a fiamma libera o che possono produrre scintille o faville;
4. L´accumulo o lo stoccaggio all´aperto di fieno, di paglia o di altri materiali facilmente infiammabili.

Aree soggette alle norme di prevenzione degli incendi boschivi (art.59)

Le seguenti aree sono soggette alle norme di prevenzione degli incendi boschivi relative alle azioni elencate in precedenza:
• I Boschi e le aree assimilate ;
• Gli impianti di arboricoltura da legno ;
• Le fasce di terreno contigue alle sopra indicate aree rispettivamente di larghezza 50 e 200 metri a seconda del periodo: nel primo caso se il periodo non è definito a rischio d´incendio, nel secondo se invece si rientra in tale periodo .

In tali aree è vietato compiere le azioni a rischio d´incendio al di fuori dei casi espressamente consentiti od autorizzati od attuare le stesse, ove consentite, senza adottare le precauzioni od osservare le prescrizioni contenute nelle leggi, nei regolamenti o negli atti di autorizzazione. In tali zone è altresì vietato abbandonare o gettare, anche da automezzi in transito, oggetti o materiali di qualunque tipo che possano dare innesco al fuoco o favorirne la propagazione.

Nelle stesse aree l´accensione dei fuochi è invece consentita:
a)Nei periodi non a rischio d´incendio, per esigenze personali dei soggetti che svolgono attività lavorativa o di altra natura connesse alla permanenza nei boschi, limitatamente a quanto necessario per il riscaldamento o cottura di vivande;
b) Per la cottura di cibi nei bracieri o nei barbecue situati in giardini oppure in altre pertinenze di abitazioni.
Per l´accensione devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
• Utilizzare spazi ripuliti, isolati da materiale infiammabile e lontani da cumuli di vegetazione secca;
• Adottare le cautele per evitare la propagazione del fuoco e di faville alla vegetazione spontanea o coltivata in relazione alla combustibilità della stessa ed alle condizioni climatiche e di ventosità;
• Costante sorveglianza del fuoco fino al suo completo spegnimento, ivi compresa la verifica, al momento dell´abbandono del luogo, dell´avvenuto spegnimento di tizzoni e braci.

In tali aree l´accensione di carbonaie è consentita purché vengano adottate le necessarie norme di prevenzione al fine di evitare l´incontrollato propagarsi del fuoco alla vegetazione con rischio di sviluppo di incendi.

E´ comunque sempre consentita l´accensione del fuoco che sia disposta dal direttore delle operazioni di spegnimento di incendi boschivi al fine di spegnere o contenere l´incendio mediante la tecnica del controfuoco.


Aree attrezzate per l´accensione di fuochi (art.64)

Si definiscono tali le aree, accessibili al pubblico, appositamente allestite in zone di afflusso turistico, sportivo o ricreativo e dotate di strutture destinate all´accensione e contenimento del fuoco.
La realizzazione e l´uso delle suddette aree attrezzate nelle aree soggette alle norme di prevenzione degli incendi boschivi è soggetta ad autorizzazione della Provincia (o della Comunità Montana), nella quale possono essere inserite particolari prescrizioni e limitazioni in merito alla loro utilizzazione.
Nelle aree attrezzate deve essere sempre esposta in appositi cartelli la normativa d´uso finalizzata alla prevenzione degli incendi disposta in sede di autorizzazione. Per le aree già esistenti, spetta alla Provincia (o alla C.M.) la prescrizione di eventuale adeguamento delle opere.

Abbrucciamento di residui vegetali (art.66)

Nelle aree soggette alle norme di prevenzione incendi l´abbrucciamento dei residui vegetali derivanti da utilizzazioni legnose o da altre operazioni colturali è soggetto ad autorizzazione della Provincia (o della C.M.). Tale abbrucciamento è vietato nei periodi definiti a rischio (dal 01/07 al 31/08 di ogni anno). In deroga a tale disposizione, nei castagneti da frutto è consentito l´abbrucciamento dei materiali provenienti da potatura e ripulitura degli stessi nel rispetto delle norme di prevenzione indicate successivamente ed a condizione che nei periodi a rischio, l´abbrucciamento sia effettuato immediatamente dopo l´alba ed entro le ore nove del mattino.
Tali tipologie di abbrucciamento possono essere attuate solo a condizione del rispetto di tali prescrizioni:
• L´abbrucciamento deve essere effettuato in spazi vuoti preventivamente ripuliti ed isolati da vegetazione e residui infiammabili e comunque lontano da cumuli di vegetazione secca e da vegetazione altamente combustibile;
• Il materiale deve essere concentrato in piccoli cumuli, evitando gli abbrucciamenti diffusi, quali l´abbrucciamento delle stoppie e quelli della vegetazione radicata o sparsa sul suolo. I cumuli devono avere dimensione tale da determinare fiamme di modesta altezza e comunque sempre immediatamente estinguibili con gli attrezzi disponibili;
• Le operazioni devono essere attuate con un sufficiente numero di persone, sorvegliando costantemente il fuoco fino al suo completo spegnimento e, prima di abbandonare il luogo, verificando l´avvenuto spegnimento di tizzoni e braci;
• L´abbrucciamento non deve essere effettuato in presenza di vento intenso.

Nelle zone poste al di fuori delle norme di prevenzione incendi le operazioni di abbrucciamento sono consentite adottando le necessarie cautele per evitare il propagarsi incontrollato del fuoco e, in particolare:
a) L´abbrucciamento deve essere tenuto sotto costante controllo , abbandonando la zona solo dopo essersi accertati del completo spegnimento, assicurandosi di non lasciare tizzoni o braci non completamente spenti;
b)L´abbrucciamento non deve essere effettuato in presenza di vento intenso;
c)Nei periodi definiti a rischio l´abbrucciamento deve essere effettuato immediatamente dopo l´alba e terminato entro le dieci del mattino;
d)Nel caso di abbrucciamento di stoppie di cereali o di altro abbrucciamenti effettuati su materiali non concentrati in cumuli, in assenza di barriere idonee che impediscano la propagazione del fuoco, deve essere creata una fascia d´isolamento, della larghezza minima di 5 metri, costituita da terreno lavorato, o comunque privo di vegetazione ed in grado d´isolare l´area oggetto dell´abbrucciamento.

La Provincia (o la C.M.) può prevedere modalità di comunicazione preventiva dell´esecuzione degli abbrucciamenti nei periodi a rischio ed in tali periodi può altresì vietare ogni forma di abbrucciamento di residui vegetali qualora si verifichino particolari situazioni di pericolosità di incendi boschivi.

Nelle aree soggette alle norme di prevenzione incendi l´uso di apparecchi che generino fiamma libera, nonché di strumenti o attrezzature che possano produrre scintille o faville, è consentito solo nei periodi non definiti a rischio, purché effettuato adottando le necessarie cautele per evitare l´innesco e la propagazione incontrollata del fuoco. L´uso di tali apparecchi, strumenti ed attrezzature, è sempre consentito nelle aree urbane, nei giardini, nonché nella pertinenza dei fabbricati stessi, adottando comunque le necessarie cautele per evitare l´innesco e la propagazione incontrollata del fuoco.
Nelle aree soggette alle norme di prevenzione incendi è inoltre consentito:
1.Nei terreni agricoli, nei prati e nei prati-pascoli l´accumulo all´aperto dei materiali vegetali derivanti dalla sfalcio, limitatamente al periodo di tempo necessario alle operazioni di fienagione e raccolta;
2. Nei boschi e negli impianti di arboricoltura da legno l´accumulo all´aperto dei materiali di risulta da tagli boschivi e da altre operazioni colturali;
3.Nei terreni di qualunque destinazione, l´accumulo all´aperto del materiale di risulta da operazioni di potatura di piante da frutto od ornamentali poste sui terreni stessi nonché del legname;
4.Nei terreni boscati, lo stoccaggio di materiale vegetale derivante dalle operazioni di sfalcio, nonché da altre attività agricole, purché il materiale sia ordinatamente accumulato e intorno allo stesso sia mantenuta una fascia di almeno 5 metri ripulita dalla vegetazione.

Deroghe a tali divieti possono essere autorizzate, anche nei periodi a rischio, dalla Provincia (o C.M.) per esigenza motivate ed in particolare nei seguenti casi:
• Esecuzione di lavori pubblici o privati;
• Manifestazioni che prevedano l´uso di fuochi anche pirotecnici;
• Attività in campeggi anche temporanei.


Aspetto Sanzionatorio Amministrativo

Ogni violazione del regolamento forestale in materia di incendi, in relazione alle azioni che possono determinare anche solo potenzialmente l´innesco di incendio, ai divieti, alle prescrizioni e le precauzioni da adottare, nelle aree soggette alle norme di prevenzione incendi nei periodi ad alto rischio (01/07 - 31/08 o altro periodo individuato dalla Provincia o C.M.) e nelle aree con rischio particolarmente elevato (dove, però non sono compresi i territori di nostra competenza) è punita con la sanzione amministrativa da € 1.033,00 a € 5.000,00. Ogni altra violazione alle norme del Regolamento Forestale sono punite con una sanzione amministrativa da € 50,00 a € 500,00. In entrambi i casi i proventi contravvenzionali spettano alla Provincia.

Aspetto Sanzionatorio Penale (Estratto Codice Penale)

Art. 423. Incendio. - Chiunque cagiona un incendio è punito con la reclusione da tre a sette anni.
La Disposizione precedente si applica anche nel caso di incendio della cosa propria, se dal fatto deriva pericolo per la incolumità pubblica
(Arresto Obbligatorio in flagranza di reato; consentito il fermo di indiziato di delitto)

Art.423 bis. Incendio boschivo. - Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni.
Se l´incendio di cui al primo coma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni.
Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall´incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette.
Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall´incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all´ambiente.
(Arresto obbligatorio in flagranza di reato; consentito il fermo di indiziato di delitto nell´ipotesi di cui al comma I

Disposizioni speciali in vigore nei Comuni di Terricciola e Palaia (norma estratta dai rispettivi Regolamenti di Polizia Rurale).

Art. 24
Accensione fuochi

1. È vietato accendere i fuochi a distanza minore di metri 100 dall´abitato, dagli edifici, dai boschi, dalle piantagioni, dalle siepi, dai mucchi di paglia, fieno, biada e qualsiasi altro deposito di materiale combustibile.
2.Il fuoco deve comunque essere acceso con l´adozione di ogni possibile precauzione al fine di prevenire incendi e danni alle altrui proprietà.
3.Il fuoco deve essere costantemente sorvegliato, da un sufficiente numero di persone atte ad intervenire in qualsiasi momento finché il fuoco non sia spento.
4.È vietato dare fuoco alle stoppie ed ai residui vegetali rimasti sul terreno dopo il raccolto. In alternativa deve essere eseguito interramento mediante fresatura.
5.È vietato in ogni caso dare fuoco a materiali diversi da sostanze organiche vegetali, quali plastiche, tessuti, carta e cartone, legname ecc.
6.È vietato inoltre appiccare fuoco a sterpi, macchie, ciglioni e scarpate non tagliate e ad altre sostanze vegetali che non siano state preventivamente tagliate, ammucchiate e trasportate in luogo sicuro.
7.È vietato in ogni caso accendere fuochi in presenza di forte vento in qualsiasi stagione dell´anno.
8.Si applicano in proposito le disposizioni previste dal T.U.L.P.S. e dal C.P.

SANZIONI (art.42 dei rispettivi Regolamenti)

Per quanto riguarda il Comune di Terricciola le violazioni di tali norme sono punite con la sanzione amministrativa da € 77,00 ad € 516,00 (pagamento in misura ridotta pari ad € 154,00), mentre nel Comune di Palaia le sanzioni si presentano più elevate in quanto il minimo edittale è previsto in € 103,00 (ed il massimo in 516,00), con pagamento in misura ridotta pari ad € 206,00. 


infromazioni aggiuntive sul documento

giovedì 26 novembre 2009

Al frantoio con Mirko passando per la vecchia fattoria di Nicola

Di frantoi, in questa zona delle Colline Pisane, ce ne sono più di uno. Alcuni, dove vado a frangere abitualmente,  mi erano già noti, di altri ne ignoravo persino l'esistenza.
frantoio centrifuga
Realizzare e gestire un frantoio è un'impresa complessa, richiede spazio, macchinari. L'attività inoltre si concentra in un breve periodo durante il quale opera a ritmi serrati giorno e notte. Per l'estrazione di un buon olio di oliva extravergine il processo deve rispettare alcuni parametri. Ad esempio la temperatura durante il ciclo deve essere contenuta al di sotto di 27°C. In fine vanno gestiti correttamente alcuni prodotti secondari: la sansa (circa il 45%) e l'acqua vegetale (circa 42%); il resto è olio!

Ieri sera, seguendo il consiglio di Mirko, sono andato a frangere in un nuovo frantoio. L'appuntamento era da Nicola per poi raggiungere il frantoio assieme. Nel frattempo mia moglie aveva già avviato una zuppa con le verdure dell'orto e mi aspettava con tanto di bruschette per assaggiare l'olio nuovo.

Nicola abita in una verace casa campagnola circondata da annessi, baracche, arnesi, mangiatoie. Qua e là sono parcheggiate alcune macchine agricole e un paio di auto d'epoca che usa correntemente. Appena arrivato mi hanno accolto due cagnolini che si strusciavano tra gli stivali annusandomi. Fortunatamente erano innocui. Nicola stava "rigovernando gli animali", come dice lui. Un paio di lanterne rischiaravano la serata buia ed in attesa di Mirko curiosavo attorno. Da una stalla con l'occhio destro mi osservava un cavallo. I due cani, che ormai mi avevano conosciuto, erano tornati ad infastidire le galline e le oche. Sul retro, un maiale spingeva il grugno bagnato fuori dalla inferriata. Sembrava di essere nella "vecchia fattoria".
Ed ecco, finalmente, Mirko. Salutiamo Nicola, che ci congeda tenendo un galletto per le zampe e seguo Mirko fino al frantoio che da solo non sarei mai riuscito a scovare.

Il frantoio si trova prima di Chianni sul fianco di una collina da cui si scorge tutta l'area sino ai Monti Pisani. A quell'ora, circa le 19, si vedevano solo le luci di alcuni agglomerati.
frantoio
Scaricate le olive dentro alcuni cassoni non resta che aspettare pazientemente fino a quando non inizia ad uscire l'olio da un rubinetto. Un ora, due ore, tre ore, ... dopo aver chiacchierato abbondantemente con varie persone chiedo a Toni, che sembrava essere il proprietario, il permesso di scattare alcune foto: "... sai Toni sono per il mio Blog ! " lui mi guarda come per dire questo è tutto scemo.
Nel cortile oltre al capannone c'era una montagna di sansa che tramite una apposita macchina viene trasformata in una graniglia da utilizzare come combustibile.
sansa granulare combustibile

Quattro ore ..., ecco, ci siamo e sistemo il contenitore sotto al rubinetto.

L'olio appena franto è sorprendentemente verde e gustato a crudo è speciale. Per utilizzarlo in cottura, e naturalmente per imbottigliarlo, conviene aspettare che decanti per alcuni mesi per chiarificarsi.
I 600 kg di olive hanno reso oltre il 15% ed ho portato a casa ben 90 kg di olio (circa 100 litri).
La zuppa era meglio del previsto!

sabato 21 novembre 2009

Quanto rende un uliveto

olive toscaneQuest'anno, qui in Toscana, la raccolta delle olive non è stata così abbondante come l'anno scorso. I più lamentano un calo di circa il 50%. Si tratta di dati non rigorosi appresi dal vicinato e da qualche "chiacchiera da frantoio".

Con la raccolta e frangitura delle olive oramai al termine è anche il momento di bilanci. Naturalmente in questa analisi considererò dei dati medi relativi all'area delle Colline Pisane ed ipotizzando la gestione di un piccolo appezzamento di terreno a gestione familiare in regime di coltivazione biologica. Per grandi coltivazioni le cose sono assai diverse.

Torniamo allora al nostro piccolo uliveto e visto il periodo iniziamo i nostri ragionamenti a partire dalla raccolta eseguita in modo tradizionale a mano.
  • In media da un albero si ricavano 15 kg di olive.
  • In una giornata si raccolgono circa 90 kg di olive, circa 6 piante.
  • Con queste ipotesi, nel periodo di raccolta, che và dal 15 ottobre al 15 dicembre, per un totale di 60 giorni di calendario si potrebbero raccogliere 5.400 kg di olive (90kg x 60gg). Tuttavia l'autunno è anche un periodo piovoso. Osservando i dati storici delle precipitazioni ci si rende conto che di giorni utili per la raccolta ne rimangono assai meno. In provincia di Pisa piove circa 10 giorni al mese e quindi si può raccogliere solo 40 giorni con un raccolto di 3.600 kg (circa 240 piante).
Naturalmente il lavoro non finisce con la raccolta. Le olive, raggiunto un certo quantitativo, andranno portate al frantoio. Conviene farlo settimanalmente trasportando da 300 a 400 kg di olive alla volta. In questo modo, oltretutto, le olive non resteranno troppo a lungo nelle cassette con il rischio di ammalorarsi.
Approfitto per ricordare che è bene riporre le olive in cassette grigliate accatastandole in un luogo arieggiato ed asciutto.

raccolta olive
Dobbiamo quindi mettere in conto di andare a frangere 8, 10 volte. In termini di tempo, dal momento che andare a frangere porta via quasi mezza giornata, significa altri 4, 5 giorni di lavoro (o più che altro di attesa!!!).

Al frantoio, il dato che si attende con una certa trepidazione, è quale sarà la resa in olio. E' un valore che può variare sensibilmente. Dalle mie parti oscilla dal 10% al 16% ed in media si assesta sul 13%.

Continuiamo con la nostra analisi.
  • Il rendimento delle olive è mediamente del 13%, ciò significa che quei 3.600 kg di olive, una volta franti, si trasformeranno in 468 kg di olio extravergine di oliva.
  • Il costo di frangitura è di circa 16 euro per 100 kg di olive quindi il costo complessivo di frangitura sarà di 540 euro.
  • L'olio di oliva ha un peso specifico di circa 0,914 kg/litro, infatti galleggia sull'acqua!. Ciò significa che i 468 kg di olio, equivalenti a circa 512 litri di olio, potranno essere venduti al frantoio a circa 7 euro/litro  incassando 3.584 euro.
frangitura olio di oliva extravergine
Quest'ultima cifra dovrebbe ripagarci anche del lavoro e di alcuni costi sostenuti durante l'anno. Giusto per completare il ragionamento ipotizziamo di impiegare 20 giorni per la potatura, 5 giorni per la pulizia del terreno, altri 5 giorni per i trattamenti. Aggiungiamo inoltre un costo forfettario di 600 euro per i consumi, ammortamenti dei mezzi, etc.


Il risultato è il seguente. A fronte di 75 giorni di lavoro (pari a circa 3,4 mesi lavorativi) si ricavano 3.584 euro dalla vendita dell'olio avendo sostenuto costi per 1.140 euro con un utile di 2444 euro. Il guadagno mensile è di soli 718 euro!!! Pochino vero !? Bisogna allora mettere in atto delle strategie per migliorare questi risultati. Ne parlerò in un prossimo post.

martedì 10 novembre 2009

La raccolta delle olive in Toscana a mezzadria

La raccolta delle olive in Toscana è cominciata con un certo anticipo. A metà ottobre c'erano già le reti stese sotto agli olivi. Poi il tempo avverso, le piogge e la guazza mattutina ne hanno rallentato il procedere. La raccolta di per se non richiede particolare perizia ma è spesso una lotta contro al tempo ed in un paio di mesi và portata a termine. In alcuni casi si riesce a raccogliere sino a Gennaio ma il più delle volte, per quell'epoca, di olive ne son rimaste ben poco.
Raccolta olive
Alla raccolta spesso partecipano parenti ed amici che saranno ricompensati in olio o con qualche buon manicaretto ma questa tradizione si sta un pò perdendo per via di un generale allontanamento dei giovani dalle campagna. Finiscono risucchiati dagli impegni dei ritmi frenetici cittadini. Ma il raccolto non deve andare perso!

Una pratica assai diffusa, sempre esistita ed ora tornata in auge, è quella di chiamare qualcuno a mezzadria o ad opra che dir si voglia. Sono molte, infatti le persone, a volte pensionati che chiedono di poter raccogliere le olive dividendo poi il raccolto. In genere portano anche le olive al frantoi. L'olio prodotto viene poi diviso a metà mentre i costi di frangitura resteranno a carico del proprietario.

domenica 21 giugno 2009

Trattamenti dell'olivo

Dei veleni non vorrei parlarne ma è tuttavia necessario conoscere il loro modo di agire per comprenderne le implicazioni ed i pericoli.

Quando, per contrastare la mosca dell'olivo, si trattano gli olivi con i veleni si colpisce la larva (trattamenti larvicida), non le uova e tantomeno la mosca. Il problema è capire se la larva è viva. In questo caso è il momento di trattare, sempre che non si voglia raccogliere a breve!

Per analizzare le olive e l'eventuale presenza di larve si può utilizzare una lente da filatelico.

I prodotti ad elevato potere di citotropicità, penetrano molto all'interno del frutto, in profondità. La larva muore perchè mangia la polpa avvelenata.
Un altro parametro da tener presente è il tempo di carenza (mediamente 30 giorni). Bisogna attendere il tempo di carenza prima di raccogliere perchè al di sotto di questo tempo il veleno risulta ancora attivo, per noi! Per la mosca, o meglio per la larva, ciò che conta è la capacità di essere attivo (mediamente 15 giorni).

Spero vi sia da subito chiaro della necessità di proteggersi. Il veleno, quando viene spruzzato, non sà distinguere tra voi e le olive! Penetra (solubile) nei grassi.

Conviene trattare a metà del periodo di deposizione che dura circa 10 giorni. Quando ho qualche uova, un pò di larve di prima età e poche di seconda età.

I trattamenti sono ritenuti convenienti (soglia di pericolo) quando il loro costo è inferiore a quello del danno dovuto al mancato raccolto. Và da se che la valutazione dovrebbe prendere in considerazione altri parametri. Prima di procedere con il trattamento controllate la pressione degli atomizzatori.

Per quanto possa servire, si dice che le varietà Leccino siano più colpite della Razze e della Frantoio...ma dipende dal momento perchè le varie qualità possono diventare recettive in momenti diversi.

Trattamenti alternativiCome contrastare la mosca allora!? Si potrebbe ammazzare l'adulto o far si che non fecondi le uova oppure adottare parassiti antagonisti. Una delle strategie è quella di scoraggiare la mosca a deporre le uova. Un trattamento un pò da sperimentare è l'uso di rame e caolino. Si crea una sorta di barriera meccanica/psicologica sull'oliva. La mosca si infastidisce è non depone.

Un classico, invece, è l'uso della poltiglia bordolese (rame+calce). Per 100 litri di acqua si sciolgono 2 kg di Solfato di rame metallico in cristalli ed 1,2-1,5 kg di Calce.
Si presuppone che i cristalli di rame siano come punte taglienti per la mosca. Inoltre il rame rallenta lo sviluppo della drupa che risulterà con polpa e buccia più dura e sgradita alla mosca.

Il trattamento può essere eseguito fino a 2-3 volte (esempio 20 Luglio, 20 Agosto e 15 settembre).

Il rame rimane esterno, si lava e scorre via. Il rame si usa da un centinaio di anni e forse nel tempo farà i suoi danni filtrando nel terreno ed inquinando le falde acquifere. Và quindi limitato ad un certo numero di kg per anno e per ettaro.

Altro trattamento alternativo è di impiegare poltiglia bordolese + propoli. Ma è in fase di sperimentazione e non sò quanto possa essere realmente efficace.


Uccidere la mosca
Per uccidere la mosca si possono utilizzare le trappole. Si tratte di esche che attirano le mosche e si basano sul richiamo alimentare e/o sessuale. Il loro problema e che sono solubili in acqua.

Tra queste, le trappole greche. Un supporto di carta o cartone che contiene un elemento imbevuto nel bicarbonato di ammonio (feromone sessuale) ed un sacchetto imbevuto di deltametrina che contiene la parte alimentare.

In genere serve una trappola per pianta. Sistemando le trappole tutte assieme a Luglio, giunti ad Agosto, queste non funzionano più e bisognerebbe rimetterle. I costi potrebbero essere importanti.

sabato 28 febbraio 2009

La mosca dell'olivo - conoscerla per evitarla

mosca olivo

Un esserino di circa 3-4 mm con gli occhi verdi può compromettere il vostro raccolto. E' la mosca dell'olivo. I danni derivano dal suo ciclo di riproduzione che ha una durata di circa 30 giorni e si ripete per 2, 3 volte nel periodo estivo-autunnale. Conoscere come si sviluppa è fondamentale per intervenire con trattamenti biologici mirati riducendo i danni al raccolto e all'ambiente.

In generale la durata dei cicli si allunga procedendo verso l'autunno. Naturalmente si tratta di dati medi. I cicli di riproduzione, ad esempio, possono essere anche 4-5 in una stagione.

ciclo riproduzione mosca olivo

La mosca depone circa un centinaio di uova lasciando un piccolo segno sulla drupa. Convenzionalmente inizia a deporre quando il nocciolo è indurito ma a volte, se la polpa è troppo dura, scava solamente (scavi da ovodeposizione) e non depone le uova. Le punture sterili sono tipiche dalla metà di Luglio alla metà di Agosto e non sono visibili.

Con temperature tra 22 e 25°C, dopo 2 o 3 giorni dalla deposizione, nasce una piccola larva che mangia la polpa ed ingrassa. In 10-12 giorni avvengono tre mute. La larva di prima età scava superficialmente spostandosi verso l'alto per poi ripiegare in basso. A questo punto è una pupa. Altri 8-10 giorni ed esce una mosca che dopo 5-6 giorni si accoppia per ricominciare il ciclo. Come già evidenziavo i cicli successivi si allungano così come le singole fasi del ciclo.

La proliferazione della mosca è legata alle condizioni climatiche. Nel periodo di sviluppo è necessario un certo accumulo termico. Con 31°C di temperatura sono necessarie 70 ore/giorno, con 32°C ne bastano 30 ore/giorno. Con temperature inferiori ai 30°C l'accumulo termico è insufficiente e le larve muoiono tutte o in parte. Così anche per temperature superiori ai 33°C a causa di un eccessivo accumulo termico.

L'infestazione della mosca posso essere più o meno gravi ma in generale la mosca è presente nell'oliveto e da un ciclo all'altro la popolazione aumenta sempre.

Il danno della mosca è sia quantitativo che qualitativo. In Luglio, durante il primo ciclo, l'attacco può interessare meno del 20% delle olive. Quasi la metà delle uova muore riducendo il danno al 10%. I danni più consistenti si hanno con i cicli successivi dalla seconda metà di Agosto fino a tutto Settembre e riguardano principalmente la riduzione del raccolto in quanto, in generale, le olive danneggiate cadranno al suolo e non verranno raccolte. Con l'ultimo ciclo o il secondo ciclo ritardato il danno è più di carattere qualitativo. Per limitarlo si può anticipare leggermente la raccolta (dalla metà di ottobre).

danni mosca olivo

Le pupe cadute svernano nel terreno. Molte muoiono, specie con temperature invernali rigide ma in tarda primavera qualche pupa sfarfalla per ricominciare tutto da capo.

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La potatura dell'olivo - potatura di produzione

Nella potatura di produzione degli olivi ci sono due obiettivi fondamentali:
  • mantenere la forma
  • avere prodotto
Qui in Toscana le piante sono allevate a vaso con tre o quattro branche principali.

potatura olivo vaso

Personalmente preferisco contenerne l'altezza attorno ai 4-5 metri. In questo modo buona parte della potatura e della raccolta può essere fatta da terra e comunque non è necessario utilizzare scale alte a vantaggio della sicurezza. Un tempo si preferivano piante più alte per ricavarne legna da ardere e per evitare che il bestiame rovinasse le fronde più basse.
In generale la pianta và dimensionata per il nutrimento disponibile.

Nella foto sotto mostro un oliveto abbandonato ed improduttivo. La vegetazione è solo in alto.

potatura olivo

Ciò accade anche dopo una gelata, un'incendio o semplicemente quando la pianta è infestata dai rovi. In questo caso converebbe forse tagliare la pianta al piede ed allevare i polloni.
In ogni caso ogni 15-20 anni una pianta può essere tagliata al ceppo per ringiovanirla. Il legno non deve prevalere.

Bisogna tener inoltre presente che l'olivo, come già accennavo in un mio precedente post, è una pianta basitona cioè un cespuglio.

E' preferibile potare dalla metà di Febbraio sino ad Aprile o Maggio. La pianta soffre le gelate ed è più vulnerabile se ha subito tagli decisi. L'olivo è comunque una pianta robusta.

Con la potatura si deve ottenere un corretto rapporto tra legno e parte vegetativa. Nel caso vi sia troppo legno vecchio e poca vegetazione nuova bisogna intervenire con tagli più decisi.

Il rapporto tra legno e vegetazione dipende anche dalla varietà delle piante. Nel leccino, ad esempio, le frasche sono preponderanti con getti fino a 60 cm mentre nel frantoio i getti non superano i 40 cm. Quest'ultima varietà si riconosce anche perchè ha le foglie più argentate.

Bisogna inoltre creare un buon equilibrio tra funzione vegetativa e funzione riproduttiva osservare il volume e la densità della chioma.

In generale i polloni ed i succhioni verticali vanno tolti.

potatura olivo

Anche il numero di polloni e succhioni è un fattore importante, se sono troppi vuol dire che c'è qualcosa che non và. Un succhione cattivo è molto verticale e posto vicino al fusto. Assorbe l'energia della pianta indebolendo gli altri rami. Un succhione non cattivo può essere ingentilito scorciandolo in modo che si pieghi ancora di più. Questo mette anche in equilibrio la pianta perchè l'energia in eccesso (che genera il succhione) va a finire in buona vegetazione. Se si riesce a piegarlo, magari mettendolo sotto un altro ramo, diventa una branca buona.
potatura olivo

E' necessario inoltre svuotare la pianta tagliando tutti i getti interni alle tre branche principali in modo che prenda luce.
potatura olivo

Ogni parte di legno nuovo porterà delle gemme a legno e delle gemme a fiore.
I fiori sui brindilli si formano sulla punta mentre il ramo fruttiferi vero e propro è quello dove il ramo va avanti rispetto ai fiori. Dopo un pò di anni i rami si esauriscono e possono essere tagliati.


potatura olivo

La forma della pianta è importante per consentire le potature successive, la raccolta, l'accesso con le macchine agricole ed i trattamenti.

Sintesi delle operazioni fondamentali di potatura.
  1. osservare la pianta
  2. evitare tagli troppo grossi
  3. eliminare i polloni
  4. svuotare l'interno della pianta da tutti i getti
  5. eliminare i succhioni cattivi
  6. ingentilire i succhini buoni
  7. eseguire i tagli di ritorno

Dopo aver appreso le logiche fondamentali il mio suggerimento è di osservare la pianta e fare piccole sperimentazioni.

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lunedì 23 febbraio 2009

La concimazione nella coltivazione biologica dell'olivo


Le piante, per vivere, oltre che del sole e dell'acqua hanno bisogno della terra. Non solo per mettere radici ma anche perchè dal suolo ricevono nutrimento, veicolato dall'acqua.

Dall'analisi chimica del suolo è possibile verificare se il terreno è adatto alla coltivazione.

Come si procede? Per prima cosa bisogna raccogliere un pò di terra prelevandola da almeno tre o quattro punti. Scavate per una decina di centimetri per evitate la porzione superficiale. Mescolate la terra e portatela al laboratorio di analisi del suolo. In Toscana c'è ne sono diversi! Naturalmente non serve portargli una carriola piena. Ne basterà un pò più di un kg.

L'esito dell'analisi mostrerà una serie di dati alcuni particolarmente importanti.

PH in acqua: deve essere > 7 all'olivo non piacciono i terreni subalcalini
Fosforo assimilabile (P2O5): deve essere nel range 30-40 ppm (parti per milione)
Potassio scambiabile (K2O): deve essere attorno a 400 ppm
Calcio scambiabile (Ca): ideale è attorno a 1500 ppm

Sostanza organica: non deve mai scendere sotto al 2%

I dati naturalmente vanno saputi interpretare. Capita, ad esempio, che il fosforo sia catturato dal calcare per cui si trovano alti valori di questo e bassi dell'altro.

L'analisi fornisce anche informazioni sulla granulometria. Ad esempio

sabbia 40%
limo 25%
argilla 33%
tessitura 2%

L'agricoltura biologica si basa quasi esclusivamente sulla sostanza organica che dovrà essere almeno il 3,5%. Nella agricoltura biologica, infatti, la fertilità chimica è poco importante. Ciò che veramente conta e la fertilità microbiologica legata alla presenza di microflora ed ancor più la fertilità fisica (il terreno non deve essere compatto ed asfittico).


Per correggere i parametri del terreno si possono utilizzare concimi che danno un apporto di sostanze nutrienti. I concimi possono essere minerali come l'urea od organici. Nella coltivazione biologica sono ammessi solo concimi organici. In quelli di buona qualità la quantità di carbonio deve essere ben oltre il 15%.

E' ancora meglio ricorrere ad un ammendante organico. Per chi non sapesse la differenza tra concime ed ammendante tenete presente che il concime nutre la pianta, l'ammendante nutre la terra.
Un buon ammendante organico naturale deve essere ricco di sostanza organica. Questa deve essere soprattutto cellulosa (foglie e legno che si trasforma in humus) e non residui della macellazione.

La sostanza organica da un grande apporto alla fisicità del terreno, rendendolo meno compatto ed asfittico. Fornisce, inoltre, nutrimento per la microflora ed aiuta anche la chimica. Infatti nel processo di degradazione parte della massa organica si trasforma anche in minerali come fosforo ed azoto.

La granulometria, invece ha un'importanza relativa. Ad esempio nei terreni sabbiosi ed un pò lavorati (ariosi) la degradazione della sostanza organica è più veloce ma non è un problema.

Nella concimatura è importante l'epoca e le modalità di somministrazione. Il primo picco di assorbimento della pianta si ha dopo la ripresa vegetativa in primavera. In ogni caso concimare prima o dopo la fioritura. Il secondo picco avviene in settembre ed ottobre.

Come si concima? Si concima sotto chioma. L'ideale sarebbe lavorare il terreno ed interrare il concime ma ci si può anche accontentare di tagliare l'erba, concimare e pacciamare.

Un aspetto importante è che mentre nei concimi minerali come l'urea il rilascio delle sostanze è immediato, la sostanza organica si degrada lentamente fornendo con più continuità l'apporto alla qualità del terreno.

Nel periodo di maggior stress della pianta (Luglio, Agosto) per mancanza di acqua si può ricorrere alla concimazione fogliare. In questo caso piuttosto che una miscela di urea (2kg) in acqua (100 litri) si può ricorrere a concimi di origine vegetale irrorando con un atomizzatore il fogliame. A volte si parla di alleganti (concimi fogliari specializzati).

Sulla lavorazione del suolo ci sono inoltre due scuole di pensiero.

Alcuni fresano la terra altri, preferiscono lasciare il terreno inerbito tagliando erba e potatura leggera con un trinciastocchi.

Quest'ultima pratica è particolarmente adatta ai terreni scoscesi in quanto capace di ridurre l'eventuale rischio di frane in caso di abbondanti piogge.



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mercoledì 28 gennaio 2009

La potatura dell'olivo


L’olivo, lasciato incolto, è un grosso cespuglio. Questa è la sua vera natura!

Abbandonato a se stesso non solo perde il suo fascino ma diventa improduttivo. Inizia a gettare polloni e succhioni che filano in alto risucchiando tutte le energie della pianta ed in poco tempo si trasforma in una grossa palla.

Per ottenere il raccolto l’olivo và potato forzandolo ad assumere una forma ben precisa, quella che rende unica le campagne toscane.

Ed eccomi all’opera, munito di sega a motore, cesoie e scala. Mi aspettano circa 400 olivi ribelli.

L'obiettivo è di svuotare la pianta dalla vegetazione lasciando i grondacci. La pianta deve ricevere luce!

Infine bisognerà sbarazzarsi della potatura. Il legno potrà essere utilizzato per il riscaldamente come legna da ardere. Il resto potrà essere bruciato o macinato con un trinciastocchi: la massa organica costituirà l'unico nutrimento della pianta nel caso di coltivazione biologica.

Ricordiamoci sempre che è possibile bruciare la potatura solo nei periodi invernali.
Non azzardatevi a farlo d'estate: di incendi c'è ne sono anche troppi!

mercoledì 3 dicembre 2008

Olio di Oliva ..... quello Extravergine

E’ tempo di raccolta delle olive in Toscana. L’attività è iniziata in anticipo rispetto alla tradizione e dalla seconda metà di ottobre sono comparse le prime reti sotto agli olivi.Qui a Terricciola, dove abito, la raccolta avviene ancora a mano. Il raccolto viene poi trasportato al frantoio. C’è ne sono diversi in questa area. Quello di Casciana Alta frange a freddo e la separazione dell’olio dall’acqua vegetale avviene per centrifuga. Si ottiene un olio ottimo, poco purtroppo, perché la resa e mediamente di appena il 13%.
olive frantoio
Con processi industriali a caldo ed estrazione chimica con solventi la resa sarebbe decisamente superiore. Ma il prodotto che ne deriva è pessimo e forse non troppo salubre se si tiene anche conto dei trattamenti pesanti che vengono eseguiti per massimizzare il raccolto. Questo è l’olio che si spaccia nei supermercati a pochi euro alla bottiglia. Si riconosce perché c’è scritto olio di oliva. Ma l’olio vero è tutta un’altra cosa!
frantoio macine
Al frantoio c’è un gran via vai di cassette, cassoni, contenitori e un assordante frastuono prodotto dalle tramogge, dalle macine e dalle presse. L’aria è intrisa del profumo delle olive e dell’olio.
Aspettando il proprio turno si scambiano chiacchiere con altri olivicoltori. La frangitura è un grande evento. E’ la sintesi e risultato finale di tutte le fatiche di un anno. Ci si confronta, s’apprendono trucchi ed esperienze altrui.
frantoio olio extravergine oliva
F.lli Caprai S.D.F.
Via Nazario Sauro, 11
Casciana Alta,
56035 Lari (PI)
Tel(+39)0587689053
Foto: Mirna Radovanovic

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