L'olivo è una pianta rustica mediterranea che predilige climi miti con inverni non troppo rigidi, estati non troppo calde e moderate escursioni termiche. E' comunque una pianta robusta capace di adattarsi e di sopportare temperature ben al di sotto dello "zero". Per questo, la coltivazione dell'olivo in Italia oltre ad essere ampiamente diffusa nelle zone centro-meridionali e nelle isole si è estesa anche in aree particolarmente temperate del nord Italia.
La pianta di olivo tollera bene temperature fino -5°C. Al di sotto di questo valore inizia a manifestare insofferenza con danni che possono interessare, al decrescere della temperature, le foglie, i rametti più giovani, i grondacci, le branche, il tronco sino alle radici.
Gli effetti della temperatura sono inoltre aggravati dai seguenti fattori:
La gelata del 1985, ad esempio, fu caratterizzata da un prolungato (circa 10 giorni) calo di temperature ed elevata piovosità ed umidità. In alcune zone la temperatura scese al disotto dei -20°C.
Tuttavia il periodo precedente fu abbastanza rigido dando modo alle piante di acclimatarsi. Le piante, per le temperatura mediamente rigide e per il periodo (Gennaio) in cui si verificò la gelata, si trovavano in stato di quiescienza. Queste circostanze limitarono in parte l'entità dei danni.
L'evento fu comunque severo. Nella zona in cui vivo (Valdera) le temperature scesero sino a -16°C (la tabella a fianco si riferisce ai dati registrati dalla stazione meteo di Pisa San Giusto a circa 25 km di distanza) compromettendo il fogliame ed i giovani getti (di 1, 2 anni) di quasi tutte le piante (defogliazione ed imbrunimento).
Alcuni olivi potati in modo deciso in dicembre subirono danni più gravi con devitalizzazione di rami e tronco. Altri vecchi olivi presentavano addirittura spaccature della corteccia. Fu necessario tagliare le piante al ceppo per allevare i polloni; le radici fortunatamente non erano state compromesse.
La potatura, specie nel caso di tagli importanti, espone maggiormente la pianta in caso di gelate. Può inoltre stimolare il risveglio vegetativo ponendo la pianta in uno stato estremamente vulnerabile alle temperature più rigide.
Eventi eccezionali come quello del 1985 sono piuttosto rari. In Italia, in quest'ultimo secolo, vi furono altre due gelate storiche nel 1929 e nel 1956 ed entrambe si verificarono nella prima metà di Febbraio causando danni ancora più gravi. Le gelate, infatti, furono meno rigide ma il periodo subito antecedente fu particolarmente mite.
COME PREVENIRE I DANNI DELLE GELATE
Bisogna tuttavia tener conto che oggigiorno le previsioni meteo sono sempre più attendibili dando una certa visibilità delle condizioni meteorologiche che ci attendono. Le previsioni meteo permettono di pianificare meglio gli interventi di potatura dell'olivo consentendo, tempo permettendo, di anticipare leggermente.
La pianta di olivo tollera bene temperature fino -5°C. Al di sotto di questo valore inizia a manifestare insofferenza con danni che possono interessare, al decrescere della temperature, le foglie, i rametti più giovani, i grondacci, le branche, il tronco sino alle radici.
Gli effetti della temperatura sono inoltre aggravati dai seguenti fattori:
- presenza di umidità nell'aria e nel suolo
- repentinità con cui si verifica il crollo della temperatura
- perdurare delle basse temperature
- periodo in cui si verifica (meno grave durante il periodo di riposo vegetativo)
La gelata del 1985, ad esempio, fu caratterizzata da un prolungato (circa 10 giorni) calo di temperature ed elevata piovosità ed umidità. In alcune zone la temperatura scese al disotto dei -20°C.
Tuttavia il periodo precedente fu abbastanza rigido dando modo alle piante di acclimatarsi. Le piante, per le temperatura mediamente rigide e per il periodo (Gennaio) in cui si verificò la gelata, si trovavano in stato di quiescienza. Queste circostanze limitarono in parte l'entità dei danni.
L'evento fu comunque severo. Nella zona in cui vivo (Valdera) le temperature scesero sino a -16°C (la tabella a fianco si riferisce ai dati registrati dalla stazione meteo di Pisa San Giusto a circa 25 km di distanza) compromettendo il fogliame ed i giovani getti (di 1, 2 anni) di quasi tutte le piante (defogliazione ed imbrunimento).
Alcuni olivi potati in modo deciso in dicembre subirono danni più gravi con devitalizzazione di rami e tronco. Altri vecchi olivi presentavano addirittura spaccature della corteccia. Fu necessario tagliare le piante al ceppo per allevare i polloni; le radici fortunatamente non erano state compromesse.
La potatura, specie nel caso di tagli importanti, espone maggiormente la pianta in caso di gelate. Può inoltre stimolare il risveglio vegetativo ponendo la pianta in uno stato estremamente vulnerabile alle temperature più rigide.
Eventi eccezionali come quello del 1985 sono piuttosto rari. In Italia, in quest'ultimo secolo, vi furono altre due gelate storiche nel 1929 e nel 1956 ed entrambe si verificarono nella prima metà di Febbraio causando danni ancora più gravi. Le gelate, infatti, furono meno rigide ma il periodo subito antecedente fu particolarmente mite.
COME PREVENIRE I DANNI DELLE GELATE
Per contenere i danni di eventuali gelate, al momento dell'impianto conviene scegliere cultivar adatte al clima. Le piante autoctone in genere costituiscono una scelta ottimale. Sono da preferire i terreni ben drenati e meno esposti. Ma la precauzione più efficace resta quella di iniziare a potare quando non vi è più il rischio di gelate (in genere dalla seconda metà di febbraio).
Bisogna tuttavia tener conto che oggigiorno le previsioni meteo sono sempre più attendibili dando una certa visibilità delle condizioni meteorologiche che ci attendono. Le previsioni meteo permettono di pianificare meglio gli interventi di potatura dell'olivo consentendo, tempo permettendo, di anticipare leggermente.
Nessun commento:
Posta un commento