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mercoledì 28 marzo 2012

Salix Viminalis, una pianta decorativa ed utile nelle campagne

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Un albero che non manca quasi mai nelle campagna è il salice. Ne esistono di diverse varietà ma in questa zona della Toscana il più diffuso è il Salix Viminalis, chiamato anche salice giallo per il caratteristico colore dei giovani getti.

Normalmente viene coltivato in zone marginali e umide. Spesso si osservano a ridosso di un fossato, nel fondo valle, ma è comunque una pianta rustica capace di sopravvivere senza particolari attenzioni.

Il salice si riproduce facilmente per talea. Ad inizio primavere basta prendere alcuni getti (ne basterebbe anche uno ma con 4 o 5 aumentano le probabilità che almeno uno attecchisca) tagliati alle estremità per ricavarne una fascina di circa 70 centimetri di lunghezza da interrare in verticale ad una profondità di 30 centimetri.

salix viminalis, salice, vimini, fascine, legare vignaLa sua presenza nelle campagne non risiede soltanto nella facilità di propagazione e nei suoi colori decorativi ma ciò che rende il salix viminalis così diffuso è la sua utilità. I brindilli, i getti di un anno della pianta, sono resistenti e flessibili e possono essere adoperati come legacci o per realizzare oggetti intrecciati.

Questi rami flessibili si chiamano vimini ed i tipici manufatti con essi realizzati sono comunemente chiamati cesti di vimini, rivestimenti di bottiglie di vimini, e così via. Il repertorio è vastissimo.

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A fine inverno, tra febbraio e marzo (prima che si gonfino le gemme) tutti i getti possono essere tagliati lasciando solo il tronco principale. Questo tipo di potatura garantirà di poter disporre di rametti di vimini sottili e flessibile anche l'anno successivo.

I rametti, come già accennavo, sono ottimi legacci e sono comunemente impiegati per legare la vigna e l'impalcatura dell'orto.

Conviene ordinare i vimini per lunghezza eliminando quelli rovinati, quelli troppo corti e quelli con sezione eccessiva. La selezione dei rametti, naturalmente dipende anche da che cosa vogliamo realizzare.

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I mazzetti di vimini così ottenuti possono essere utilizzati nei giorni successivi. Conservati all'ombra mantengano l'elasticità anche per qualche settimana, altrimenti, per adoperarli a distanza di tempo, bisogna prima immergerli in un contenitore d'acqua per un paio di giorni e torneranno ad essere flessibili.

Ciò fa ovviamente intuire che quanto realizzato con il vimini, che si tratti di una legatura o di un cesto, col tempo perderà la sua elasticità diventando secco e rigido e mantenendo la forma originale.

Il vimini per legare la vigna
Il fusto principale della vite viene legato al filo di sostegno inferiore con un vimini di 60, 70 cm di lunghezza. Il nodo è semplice e rapido da eseguire e potete osservarlo nel breve filmato seguente.

Un vimini più corto può essere adoperato per legare il capo a frutto nella forma di allevamento della vite Guyot (semplice o doppio) o per la legatura del cordone nel caso di allevamento a cordone speronato.

A breve, quando sarà il momento, aggiungerò le indicazioni per realizzare l'impalcatura dell'orto legando le canne con il vimini.

venerdì 30 luglio 2010

Riti magici per propiziare la pioggia, Dodolske Pesme

Bhe, le giornate si sono raffrescate parecchio e la temperatura ora è più che piacevole. Se posso chiedere ora ci vorrebbe un po di pioggia ma mi raccomando non un acquazzone devastante come quelli di Maggio e Giugno. Magari una delicata pioggerellina che per una giornata possa risollevare un po le piante, richiudere le crepe nel terreno arso dal sole, ripulire dalla polvere le strade e già che ci siamo una sciacquata anche alla mia auto che ne ha tanto bisogno.

Oggi mia moglie canticchiava una antica canzone propiziatoria per la pioggia. Un canto popolare, trascinante, al quale mi sono unito anch'io. Ecco le parole.

Mi idemo preko polja, oj dodo oj dodole
A oblaci preko neba, oj dodo, oj dodole
Da udari rosna kiša, oj dodo, oj dodole
Da orosi naša polja, oj dodo, oj dodole
I pšenicu u zimnicu, oj dodo, oj dodole
I dva pera kukuruza, oj dodo, oj dodole
Oblaci nas prestigoše, oj dodo, oj dodole
Žito, vino orosiše, oj dodo, oj dodole

Capisco che sia un po ostico per noi italiani ma la sua efficacia è accertata.
Mentre intonavamo la filastrocca ho avuto modo di sentire alcuni tuoni e le nuvole si sono raddensate proprio su di noi. Per alcuni istanti sono cadute anche alcune goccioline di pioggia. Poche per la verità, forse a causa della mia pessima pronuncia.
 
Dodola, parola che ricorre nel canto, è il nome di una divinità femminile della mitologia Slava. E' la Dea della pioggia e moglie di Perun, il Dio del tuono.


 
Nel rito per propiziare la pioggia, giovani donne cantano canzoni per Dodola. Sono canzoni specifiche e ne esiste un vasto repertorio che vengono chiamate appunto Dodolske Pesme. Quella che vi ho proposto è una di queste.

 
I canti sono accompagnati da danze e le giovani donne, nel rituale, sono coperte di foglie e piccoli rami.

Le Dodolske Pesme, fanno parte del repertorio di molti gruppi folcloristici della ex Jugoslavia e se per caso vi trovaste da quelle parti in vacanza vi consiglio di ascoltarli perchè sono bellissimi, ma mi raccomando, portatevi l'ombrello.
 

giovedì 29 luglio 2010

La mosca dell'olivo - bollettino stato fitosanitario

Forse è merito del gran caldo, con temperature oltre alla media, che ha limitato fin'ora le infestazioni della mosca dell'olivo. Ad ogni modo, perlomeno nella zona in cui vivo, è stata riscontrata una bassissima presenza di maschi ed il suggerimento dell'ARSIA è di non trattare.

Per maggiori informazioni vi rimando al sito dove si possono trovare i bollettini sullo stato fitosanitario relativi alla coltivazione di olivi e viti.


Il servizio riguarda la regione Toscana ed i bollettini sono suddivisi per provincia, quindi dovrete scovare quello di vostro interesse. Quello in questione si riferisce alla situazione al 22 luglio 2010.

giovedì 17 giugno 2010

Sistemazione dei pali di un vigneto

In questa zona delle Colline Pisane i vigneti più antichi utilizzano pali di sostegno in cemento. Sono sicuramente più persistenti di quelli in legno ma come tutte le cose non sono eterni. Con il tempo, il cemento tende a sgretolarsi inoltre i pali in cemento sono fragili e se urtati durante le lavorazioni del terreno con i mezzi agricoli si rompono.
Foto: Palo di testa in cemento rotto.

Per ripristinare la situazione si può procedere in vari modi. In questo caso ho preferito sostituirlo con un palo in legno. Gli attrezzi del mestiere sono un palo in legno, una vanga, del fil di ferro ed una tenaglia.
Foto: Attrezzi necessari per sostituzione palo di testa di una vigna.


Per prima cosa bisogna scavare subito a ridosso del palo in cemento. E' necessario che la buca sia profonda almeno 50 centimetri.
Foto: Preparazione della sede del palo di testa di una vigna.

A questo punto si può sistemare il palo. I pali si possono acquistare in una qualsiasi agraria e normalmente sono già trattati e con una estremità appuntita. Il palo va conficcato nel terreno a ridosso del moncone di cemento in modo che penetri ulterioremente. In questo modo si guadagna un'altra decina di centimetri di profondità.
Foto: Posizionamento palo della vigna.

Il palo deve essere ben stabilizzato ricolmando di terra lo spazio intorno al piede e pressando bene.
Foto: Posizionamento palo della vigna.


Ora bisogna recuperare i fili di ferro, giuntarli ed assicurarli al palo in legno. Per giuntare il fil di ferro conviene procedere come mostrato nella foto.
Foto: Come giuntare i fili di ferro in un vigneto.


Il filo naturalmente va tirato e per assicurarlo al palo bisogna avvolgerlo almeno 3 o 4 volte. Se la vigna è già avanti come in questo caso, per tirare il filo bisogna prima liberarlo dal peso dei getti.
Foto: Fissaggio del filo di ferro.


Ad ultimo bisogna bilanciare il palo con un tirante. Aggiungerò quest'ultima foto in seguito.

martedì 1 giugno 2010

Lotta alle piante infestanti


La Terra è in fondo un grande campo di battaglia dove umani, animali e vegetali si contendono gli spazi e le risorse. Una lotta per l'esistenza e l'affermazione di se stessi usando le strategie più disparate: armi fisiche, biologiche, psicologiche, sociologiche, demografiche ma anche alleanze. Tutti noi conosciamo bene la lotta per la sopravvivenza e gli esempi più eclatanti dei predatori e dei predati. Ma anche nella quiete delle campagne si vede bene questo conflitto: i rovi che s'impossessano di nuovi spazi, la Clematis che s'arrampica fino a ricoprire e soffocare interi alberi o la Sulla che ricopre i campi.
Foto: una pianta di Edera che si arrampica sul tronco di un olivo
Nelle campagne questa naturale rivalità si osserva continuamente ed una delle attività principali del contadino è proprio quella di contenere alcune piante, le infestanti, per privilegiarne altre. In altre parole l'opera dell'uomo nei campi serve per spostare l'equilibrio naturale a suo favore. A favore degli alberi da frutto, degli olivi, dei vigneti, dei seminativi e dell'orto.
Foto: una Clematis che ha completamente coperto e soffocato un olivo. 


Foto: il fusto di una Clematis, una pianta lianosa che può raggiungere anche i 10 metri di altezza.
 
Ma quali sono allora le infestanti ?! Beh, le infestanti in sostanza sono tutte le piante ad eccezione di quelle coltivate, quelle che si desidera far prosperare. Così, ad esempio, anche la Sulla che è un'ottima pianta foraggera in mezzo ai filari della vigna non è ben voluta e va contrastata.


Foto: Piante di Sulla in un bordo
L'attività di contenere le piante infestanti è una delle più impegnative nell'agricoltura ed in funzione della tipologia di colture può assorbire buona parte del lavoro. I mezzi e le strategie che si hanno a disposizione non sono molte. Nell'agricoltura biologica oltre al taglio delle piante con vari mezzi (trinciastocchi, decespugliatori, seghe, falci, etc) risulta efficace risvoltare il terreno ed adottare una buona rotazione delle colture. Per zone estremamente limitate anche la pacciamatura può sortire effetto.


Foto: un argine parzialmente liberato da varie infestanti, in prevalenza Rovo Comune.


Foto: una vigna appena pulita tra i filari con trinciastocchi e parzialmente pulita sotto i filari.


C'è ovviamente anche chi usa diserbanti magari abbinati a piante OGM o chi da fuoco alla vegetazione in modo incontrollato ma queste pratiche mi inquietano.

venerdì 16 aprile 2010

Attrezzi agricoli elettrici a batteria

Per la gestione di un tipico terreno agricolo collinare coltivato ad olivi, vigneti e frutteti sono necessari diversi mezzi ed attrezzi agricoli. Parlando di quelli minori l'elenco degli attrezzi indispensabili comprende decespugliatoremotosegacesoie, oltre naturalmente a zappe, vanghe, rastrelli, etc.

Mi riferisco, naturalmente, a terreni di pochi ettari perché per dimensioni superiori la gestione delle coltivazioni può essere più meccanizzata.

Come lamentavo in un mio precedente post, gli attrezzi agricoli a motore sono in generale fastidiosi e poco salubri. Tuttavia negli ultimi anni si sta diffondendo una nuova generazione di attrezzi più ecologici che costituiscono una buona alternativa per chi dovesse rinnovarli. Si tratta di dispositivi elettrici a batteria prodotti da prestigiosi marchi quali PellencFelcoInfacoCoimaCampagnola ed alcuni altri.

Non ho avuto, fin'ora, la possibilità di provarli singolarmente tutti ad eccezione delle cesoie Pellenc e Felco che mi sono sembrate veramente di livello professionale ed in grado di accrescere la produttività nella potatura risparmiando fatica e dolori alle articolazioni della mano. Ho avuto modo anche di provare alcuni agevolatori per la raccolta delle olive con esito meno convincente ma di questo ne parlerò più approfonditamente in futuro.

L'assortimento di prodotti è abbastanza vasto e ciascun produttore può vantare attrezzi ed elementi particolarmente interessanti tanto che orientarsi non è affatto semplice. Personalmente sono attratto dai prodotti della Pellenc per le seguenti ragioni:

Assistenza - La sede della Pellenc Italia si trova a Siena e per me è ragionevolmente vicino. Vi sono inoltre dei rappresentanti di zona e rivenditori. Trattandosi di strumentazione preziose (anche per il costo) con parti soggette ad usura, la possibilità di disporre di una buona assistenza è un elemento fondamentale.

Assortimento dei prodotti - Dispongono di un assortimento di prodotti che può soddisfare tutte le esigenze. Potendo scegliere ritengo che, sia per la conoscenza dei prodotti da utilizzare, sia per l'eventuale assistenza, trattare con un unico marchio possa costituire un vantaggio.

Sinergie dei prodotti - Un altro elemento interessante è la possibilità di impiegare il medesimo pack di batterie per tutti i diversi attrezzi. Il vantaggio è di tipo economico ma anche, per così dire, logistico, in quanto non ci si ritrova con molteplici pack di batterie da gestire. Inoltre le batterie vengono utilizzata sostanzialmente tutto l'anno e questo fatto ne garantirà una miglior efficienza.

Naturalmente questi sono elementi in parte soggettivi ed ognuno dovrà valutare nel suo caso specifico i prodotti che ritiene più convincenti.

Il cuore energetico degli attrezzi Pellenc è il Pack Batterie. Queste sono fissate ad una imbracatura e disponibili in varie tipologie con caratteristiche differenti. E' il fardello che bisogna sopportare in cambio di attrezzi più leggeri e meno inquinanti.


Ad oggi, Pellenc dispone di varie soluzioni per il Pack Batterie ed i parametri fondamentali da tener presenti sono il peso e l'autonomia.


L'autonomia dipende dall'uso dei vari attrezzi e dalla loro tipologia.
Ecco allora una carrellata di attrezzi con le loro caratteristiche.

DECESPUGLIATORE




SEGHE DA POTATURA






SEGHE CON PROLUNGA

TAGLIASIEPI

CESOIE




Esistono altri prodotti che fanno parte della gamma Pellenc come l'agevolatore per la raccolte delle olive,  la legatrice e le cesoie per le viti.

Veniamo alla nota dolente, i prezzi. Rispetto ai prodotti tradizionali con motore a benzina i prezzi sono decisamente superiori. Ad esempio una buona motosega da potatura tipo quella prodotta da Komatzu o un buon decespugliatore come il Tanaka costano grossomodo 400 euro. Per gli analoghi attrezzi prodotti da Pellenc si spendono oltre i 1000 euro e poi va aggiunto il Battery Pack con costi da 500 euro in su.

Prezzo a parte tutti gli altri aspetti mi sembrano decisamente vantaggiosi: assenza di rumore, poche vibrazioni, assenza di fumi, manutenzione minima e pesi ridotti degli attrezzi.


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