sabato 27 febbraio 2010

Dal dentista di Kikinda: come è andata a finire

La mia saga dal dentista di Kikinda è terminata lo scorso giovedì. Sono uscito dallo studio con un bel sorriso ma prima ho preso appuntamento per il prossimo anno per un controllo e l'igiene. Ho sorriso anche quando ho pagato il conto: poco meno di 200 euro per radiografia panoramica, igiene, una otturazione e due corone; grossomodo la stessa cifra che avrei pagato in Italia ma con uno zero in meno.

Leggendo qua e là in rete ho scoperto che il turismo dentale non è una realtà solo italiana ma un un fenomeno europeo a più livelli. Ognuno ha le sue mete più convenienti. Così se gli italiani vanno in Slovenia, gli sloveni vanno in Crozia ed croati vanno in Serbia. I serbi, ad eccezione dei più abbienti che si possono permettere lo studio privato, vanno alla mutua. Nello studio del mio nuovo dentista passavano politici, avvocati e gasterbaiter. Quest'ultimi normalmente approfittano delle ferie estive per sistemarsi i denti ed in quei periodi gli studi sono davvero affollati.

Da quel che leggevo i prezzi per le cure del turismo dentale sono circa la metà di quelli praticati in Italia perché, oltre alle cure, bisogna mettere in conto il viaggio, la sistemazione e l'assistenza di una traduttrice. Nel mio caso infatti non si trattava di turismo dentale; Kikinda è ormai la mia seconda casa e sono stato trattato da Kikindese.

Quindi tutto bene e per la felicità di tutti non vi stresserò più con questo argomento.



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