lunedì 15 febbraio 2010

L'inerpicato cammino della Serbia verso l'Europa

Anche i Balcani stanno intraprendendo la strada del capitalismo, delle privatizzazione e del consumismo. Soprattutto i giovani guardano all'Europa come al paese dei balocchi e l'Europa guarda ai Balcani come ad nuovo mercato in cui espandersi. I meno giovani, più nostalgici e restii ai cambiamenti, sono perplessi. Sono tante le preoccupazioni. Temono di essere colonizzati e di doversi adeguare troppo in fretta a nuove regole. E poi quella paura ancestrale dell'occidente.
Già adesso nei supermercati e nelle vetrine si fanno prepotentemente spazio prodotti italiani e tedeschi dai pakaging e design irresistibili ma più cari. I politici parlano della necessità di migliorare l'immagine del paese per rendere più appetibili i loro prodotti ma mancano le industrie salvo quelle basilari e manca la qualità ed il concept. Le mamme temono per i figli così attratti dal nuovo e facili prede delle tentazioni; vestiti, cosmetici ma purtroppo anche le droghe.

Abituati ad uno stato onnipresente, ai beni di tutti ed all'attenzione agli individui non brillano certo di iniziativa personale e si sentono sempre più abbandonati a se stessi. Ora che gli immobili sono di proprietà, le facciate dei palazzi cadono a pezzi: chi li deve sistemare!? In città c'è l'acqua che fa schifo: cosa ci possiamo fare!? In alcune vie l'aria è irrespirabile con un parco macchine vecchio di trent'anni: ma col tempo ci si abitua! Il riscaldamento è sempre in funzione anche se in casa non c'è nessuno; bhe, è centralizzato!




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