Stamane mi sono svegliato all'alba per i
botti dei cacciatori. La sensazione era di trovarsi in un campo di battaglia ed anche la gazza che è solita frequentare il giardino di casa mi sembrava assai perplessa e preoccupata. Saltellava nervosamente qua e là come per scegliere dove rifugiarsi. Evidentemente non era al corrente che in questa
preapertura della stagione venatoria si cacciano solo
Merli,
Colombacci,
Tortore e
Storni; gli altri pennuti, salvo errori, possono stare tranquilli.
I toscani sono un popolo di cacciatori e la caccia è anche un grosso business: soldi che entrano nelle casse dei comuni per le licenze, i cani da caccia, le attrezzature (abbigliamento da caccia, fucili, etc). Per qualcuno, i guardiacaccia, è anche un mestiere e poi ci sono i volontari ed i cacciatori.
Botti a parte ci si accorge della presenza dei cacciatori anche dalle jeep posteggiate nei modi più improbabili sui bordi delle stradine e dal guaire dei cani tutti eccitati per l'evento. I cacciatori si notano meno perchè bardati come Rambo.
Sulla caccia ci sono un'infinità di storie.
Un mio amico mi raccontava che nel suo paese un tale aveva catturato un piccolo di cinghiale. Crescendo si comportava come un cane, intelligente ed affettuoso. Poi, raggiunti i 140 kg fece una brutta fine. Un'altro invece teneva un cinghiale ed un maiale che si accoppiavano dando alla luce dei maiali piuttosto pelosi. Per cacciare un muflone bisogna pagare e non poco (circa 1000 euro) mentre all'Elba se cacci un cinghiale, puoi anche cacciare un muflone senza pagare. Che un suo zio per sbaglio sparò al cane ed ancora piange perchè un buon cane da caccia costa quanto un'automobile ... insomma la caccia alimenta anche una certa narrativa popolare.
Allontanandomi da casa per andare al lavoro mi è sembrato di riconoscere sotto la mimetica un paio di contadini che in tempi di pace lavorano le terre da queste parti: uno credo che abbia superato i 90 l'altro è poco più giovane. Spero che abbiano ancora buona vista e polso fermo!