Un albero che non manca quasi mai nelle campagna è il salice. Ne esistono di diverse varietà ma in questa zona della Toscana il più diffuso è il Salix Viminalis, chiamato anche salice giallo per il caratteristico colore dei giovani getti.
Normalmente viene coltivato in zone marginali e umide. Spesso si osservano a ridosso di un fossato, nel fondo valle, ma è comunque una pianta rustica capace di sopravvivere senza particolari attenzioni.
Il salice si riproduce facilmente per talea. Ad inizio primavere basta prendere alcuni getti (ne basterebbe anche uno ma con 4 o 5 aumentano le probabilità che almeno uno attecchisca) tagliati alle estremità per ricavarne una fascina di circa 70 centimetri di lunghezza da interrare in verticale ad una profondità di 30 centimetri.
La sua presenza nelle campagne non risiede soltanto nella facilità di propagazione e nei suoi colori decorativi ma ciò che rende il salix viminalis così diffuso è la sua utilità. I brindilli, i getti di un anno della pianta, sono resistenti e flessibili e possono essere adoperati come legacci o per realizzare oggetti intrecciati.
Questi rami flessibili si chiamano vimini ed i tipici manufatti con essi realizzati sono comunemente chiamati cesti di vimini, rivestimenti di bottiglie di vimini, e così via. Il repertorio è vastissimo.
A fine inverno, tra febbraio e marzo (prima che si gonfino le gemme) tutti i getti possono essere tagliati lasciando solo il tronco principale. Questo tipo di potatura garantirà di poter disporre di rametti di vimini sottili e flessibile anche l'anno successivo.
I rametti, come già accennavo, sono ottimi legacci e sono comunemente impiegati per legare la vigna e l'impalcatura dell'orto.
Conviene ordinare i vimini per lunghezza eliminando quelli rovinati, quelli troppo corti e quelli con sezione eccessiva. La selezione dei rametti, naturalmente dipende anche da che cosa vogliamo realizzare.
I mazzetti di vimini così ottenuti possono essere utilizzati nei giorni successivi. Conservati all'ombra mantengano l'elasticità anche per qualche settimana, altrimenti, per adoperarli a distanza di tempo, bisogna prima immergerli in un contenitore d'acqua per un paio di giorni e torneranno ad essere flessibili.
Ciò fa ovviamente intuire che quanto realizzato con il vimini, che si tratti di una legatura o di un cesto, col tempo perderà la sua elasticità diventando secco e rigido e mantenendo la forma originale.
Il vimini per legare la vigna
Il fusto principale della vite viene legato al filo di sostegno inferiore con un vimini di 60, 70 cm di lunghezza. Il nodo è semplice e rapido da eseguire e potete osservarlo nel breve filmato seguente.
Un vimini più corto può essere adoperato per legare il capo a frutto nella forma di allevamento della vite Guyot (semplice o doppio) o per la legatura del cordone nel caso di allevamento a cordone speronato.
A breve, quando sarà il momento, aggiungerò le indicazioni per realizzare l'impalcatura dell'orto legando le canne con il vimini.
Normalmente viene coltivato in zone marginali e umide. Spesso si osservano a ridosso di un fossato, nel fondo valle, ma è comunque una pianta rustica capace di sopravvivere senza particolari attenzioni.
Il salice si riproduce facilmente per talea. Ad inizio primavere basta prendere alcuni getti (ne basterebbe anche uno ma con 4 o 5 aumentano le probabilità che almeno uno attecchisca) tagliati alle estremità per ricavarne una fascina di circa 70 centimetri di lunghezza da interrare in verticale ad una profondità di 30 centimetri.
Questi rami flessibili si chiamano vimini ed i tipici manufatti con essi realizzati sono comunemente chiamati cesti di vimini, rivestimenti di bottiglie di vimini, e così via. Il repertorio è vastissimo.
A fine inverno, tra febbraio e marzo (prima che si gonfino le gemme) tutti i getti possono essere tagliati lasciando solo il tronco principale. Questo tipo di potatura garantirà di poter disporre di rametti di vimini sottili e flessibile anche l'anno successivo.
I rametti, come già accennavo, sono ottimi legacci e sono comunemente impiegati per legare la vigna e l'impalcatura dell'orto.
Conviene ordinare i vimini per lunghezza eliminando quelli rovinati, quelli troppo corti e quelli con sezione eccessiva. La selezione dei rametti, naturalmente dipende anche da che cosa vogliamo realizzare.
I mazzetti di vimini così ottenuti possono essere utilizzati nei giorni successivi. Conservati all'ombra mantengano l'elasticità anche per qualche settimana, altrimenti, per adoperarli a distanza di tempo, bisogna prima immergerli in un contenitore d'acqua per un paio di giorni e torneranno ad essere flessibili.
Ciò fa ovviamente intuire che quanto realizzato con il vimini, che si tratti di una legatura o di un cesto, col tempo perderà la sua elasticità diventando secco e rigido e mantenendo la forma originale.
Il vimini per legare la vigna
Il fusto principale della vite viene legato al filo di sostegno inferiore con un vimini di 60, 70 cm di lunghezza. Il nodo è semplice e rapido da eseguire e potete osservarlo nel breve filmato seguente.
A breve, quando sarà il momento, aggiungerò le indicazioni per realizzare l'impalcatura dell'orto legando le canne con il vimini.
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