La privatizzazione dell'acqua, privilegiando la logica dei profitti, temo porti anche ad una riduzione dei servizi. Nel comune di Terricciola, ed immagino in tutte le aree servite da Acque SPA, stanno gradualmente modificando la rete di fornitura dell'acqua allontanando i contatori dell'acqua dalle abitazioni. Questo è quanto sta avvenendo nelle aree rurali.
Anche a me hanno proposto di rinnovare le tubazioni dell'acqua ma a condizione di rimuovere il contatore, ora posizionato in una apposita nicchia esterna all'edificio, per sistemarlo, insieme ad altri, ad oltre 300 metri di distanza. Tutto il tratto di tubazione, che nel mio caso attraversa anche proprietà altrui, diventerebbe a mio carico così come i costi e gli eventuali permessi per realizzare i lavori di interramento della tubazione.
In questo modo Acque SPA ottiene diversi vantaggi tra cui una maggiore facilità nella lettura dei contatori, una riduzione della rete idrica che passerà a carico degli utenti così come le eventuali perdide in quei tratti.
Viceversa, per gli utenti, ci sarà una enorme difficoltà nella lettura dei contari e di conseguenza una minor consapevolezza dei consumi, spese aggiuntive e grattacapi per i lavori e naturalmente in caso di perdite, queste saranno a loro carico.
La possibilità che si verifichino delle perdite in questi tratti di tubazione non è una evenienza tanto remota. Le tubazioni infatti attraversano terreni agricoli e strade che per lunghi tratti non sono nemmeno di proprietà dell'utente. In quei tratti potrebbe succedere di tutto (frane, lavorazioni del terreno, allacciamenti abusivi, etc) e non avendone il controllo e nemmeno la possibilità di leggere il contatore potrebbero regalare amare sorprese.
Mi chiedo come sia possibile che tutto ciò avvenga e soprattutto mi domando se sono questi i benefici della privatizzazione oltre a quello dell'aumento delle bollette.
martedì 29 giugno 2010
giovedì 17 giugno 2010
Sistemazione dei pali di un vigneto
In questa zona delle Colline Pisane i vigneti più antichi utilizzano pali di sostegno in cemento. Sono sicuramente più persistenti di quelli in legno ma come tutte le cose non sono eterni. Con il tempo, il cemento tende a sgretolarsi inoltre i pali in cemento sono fragili e se urtati durante le lavorazioni del terreno con i mezzi agricoli si rompono.
Foto: Palo di testa in cemento rotto.
Per ripristinare la situazione si può procedere in vari modi. In questo caso ho preferito sostituirlo con un palo in legno. Gli attrezzi del mestiere sono un palo in legno, una vanga, del fil di ferro ed una tenaglia.
Foto: Attrezzi necessari per sostituzione palo di testa di una vigna.
Per prima cosa bisogna scavare subito a ridosso del palo in cemento. E' necessario che la buca sia profonda almeno 50 centimetri.
Foto: Preparazione della sede del palo di testa di una vigna.
A questo punto si può sistemare il palo. I pali si possono acquistare in una qualsiasi agraria e normalmente sono già trattati e con una estremità appuntita. Il palo va conficcato nel terreno a ridosso del moncone di cemento in modo che penetri ulterioremente. In questo modo si guadagna un'altra decina di centimetri di profondità.
Foto: Posizionamento palo della vigna.
Il palo deve essere ben stabilizzato ricolmando di terra lo spazio intorno al piede e pressando bene.
Foto: Posizionamento palo della vigna.
Ora bisogna recuperare i fili di ferro, giuntarli ed assicurarli al palo in legno. Per giuntare il fil di ferro conviene procedere come mostrato nella foto.
Foto: Come giuntare i fili di ferro in un vigneto.
Il filo naturalmente va tirato e per assicurarlo al palo bisogna avvolgerlo almeno 3 o 4 volte. Se la vigna è già avanti come in questo caso, per tirare il filo bisogna prima liberarlo dal peso dei getti.
Foto: Fissaggio del filo di ferro.
Ad ultimo bisogna bilanciare il palo con un tirante. Aggiungerò quest'ultima foto in seguito.
Foto: Palo di testa in cemento rotto.
Per ripristinare la situazione si può procedere in vari modi. In questo caso ho preferito sostituirlo con un palo in legno. Gli attrezzi del mestiere sono un palo in legno, una vanga, del fil di ferro ed una tenaglia.
Foto: Attrezzi necessari per sostituzione palo di testa di una vigna.
Per prima cosa bisogna scavare subito a ridosso del palo in cemento. E' necessario che la buca sia profonda almeno 50 centimetri.
Foto: Preparazione della sede del palo di testa di una vigna.
A questo punto si può sistemare il palo. I pali si possono acquistare in una qualsiasi agraria e normalmente sono già trattati e con una estremità appuntita. Il palo va conficcato nel terreno a ridosso del moncone di cemento in modo che penetri ulterioremente. In questo modo si guadagna un'altra decina di centimetri di profondità.
Foto: Posizionamento palo della vigna.
Il palo deve essere ben stabilizzato ricolmando di terra lo spazio intorno al piede e pressando bene.
Foto: Posizionamento palo della vigna.
Ora bisogna recuperare i fili di ferro, giuntarli ed assicurarli al palo in legno. Per giuntare il fil di ferro conviene procedere come mostrato nella foto.
Foto: Come giuntare i fili di ferro in un vigneto.
Il filo naturalmente va tirato e per assicurarlo al palo bisogna avvolgerlo almeno 3 o 4 volte. Se la vigna è già avanti come in questo caso, per tirare il filo bisogna prima liberarlo dal peso dei getti.
Foto: Fissaggio del filo di ferro.
Ad ultimo bisogna bilanciare il palo con un tirante. Aggiungerò quest'ultima foto in seguito.
martedì 1 giugno 2010
Lotta alle piante infestanti
La Terra è in fondo un grande campo di battaglia dove umani, animali e vegetali si contendono gli spazi e le risorse. Una lotta per l'esistenza e l'affermazione di se stessi usando le strategie più disparate: armi fisiche, biologiche, psicologiche, sociologiche, demografiche ma anche alleanze. Tutti noi conosciamo bene la lotta per la sopravvivenza e gli esempi più eclatanti dei predatori e dei predati. Ma anche nella quiete delle campagne si vede bene questo conflitto: i rovi che s'impossessano di nuovi spazi, la Clematis che s'arrampica fino a ricoprire e soffocare interi alberi o la Sulla che ricopre i campi.
Foto: una pianta di Edera che si arrampica sul tronco di un olivo
Foto: una pianta di Edera che si arrampica sul tronco di un olivo
Nelle campagne questa naturale rivalità si osserva continuamente ed una delle attività principali del contadino è proprio quella di contenere alcune piante, le infestanti, per privilegiarne altre. In altre parole l'opera dell'uomo nei campi serve per spostare l'equilibrio naturale a suo favore. A favore degli alberi da frutto, degli olivi, dei vigneti, dei seminativi e dell'orto.
Foto: una Clematis che ha completamente coperto e soffocato un olivo.
Foto: il fusto di una Clematis, una pianta lianosa che può raggiungere anche i 10 metri di altezza.
Foto: il fusto di una Clematis, una pianta lianosa che può raggiungere anche i 10 metri di altezza.
Ma quali sono allora le infestanti ?! Beh, le infestanti in sostanza sono tutte le piante ad eccezione di quelle coltivate, quelle che si desidera far prosperare. Così, ad esempio, anche la Sulla che è un'ottima pianta foraggera in mezzo ai filari della vigna non è ben voluta e va contrastata.
L'attività di contenere le piante infestanti è una delle più impegnative nell'agricoltura ed in funzione della tipologia di colture può assorbire buona parte del lavoro. I mezzi e le strategie che si hanno a disposizione non sono molte. Nell'agricoltura biologica oltre al taglio delle piante con vari mezzi (trinciastocchi, decespugliatori, seghe, falci, etc) risulta efficace risvoltare il terreno ed adottare una buona rotazione delle colture. Per zone estremamente limitate anche la pacciamatura può sortire effetto.
Foto: un argine parzialmente liberato da varie infestanti, in prevalenza Rovo Comune.
Foto: una vigna appena pulita tra i filari con trinciastocchi e parzialmente pulita sotto i filari.
Foto: un argine parzialmente liberato da varie infestanti, in prevalenza Rovo Comune.
Foto: una vigna appena pulita tra i filari con trinciastocchi e parzialmente pulita sotto i filari.
C'è ovviamente anche chi usa diserbanti magari abbinati a piante OGM o chi da fuoco alla vegetazione in modo incontrollato ma queste pratiche mi inquietano.
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