martedì 20 ottobre 2009

Le case sull'argilla - i micropali

L'impiego di micropali per consolidare gli strati superficiali del terreno su cui i fabbricati poggiano stà diventando una pratica assai diffusa. La ragione è legata anche ai cambiamenti climatici che si manifestano con violenti temporali e periodi piovosi e lunghi periodi siccitosi. L'umidità del terreno non è più costante nel tempo ma subisce delle drastiche variazioni responsabili dei cedimenti.
















Foto: micropali mentre vengono scaricati dal camion

I micropali sono tubi in acciaio (Fe 510) di lunghezza attorno ai 10 metri, diametri da 10 a 16 cm e spessore attorno a 10 mm che vengono affondati nel terreno lungo il perimetro dei muri portanti, riempiti di cemento ed ancorati sulla base dell'edificio tramite un cordolo in cemento armato. Si costituisce così una struttura di supporto per l'edificio che non risente dei cedimenti superficiali del terreno.

Questa tecnologia, in realtà, è piuttosto antica. A Venezia, nel medioevo, per erigere gli edifici, si utilizzavano grossi tronchi di legno affondati nel terreno. Questi "pali di legno", ormai mineralizzati, assolvono ancora egregiamente al loro compito dopo diversi secoli. Ma forse la tecnologia è ancora più antica e diffusa, basti pensare alle palafitte che già migliaia di anni fa adottavano il medesimo principio.

Per la messa in opera dei micropali si utilizza una perforatrice che, a ridosso del muro perimetrale che si desidera fortificare, effettua delle perforazioni dove verranno alloggiati i micropali.

Foto: perforatrice

Una volta praticate le perforazioni si inseriscono i micropali e si effettua una iniezione di cemento fino al loro riempimento.


Foto: inserimento di micropali

A questo punto si procederà alla realizzazione del cordolo in cemento armato ma questo argomento lo tratterò in un prossimo post.


2 commenti:

  1. Che lavorone!
    Al solo pensiero che queste operazioni le stiamo facendo in questa precisa epoca mi vengono i brividi. Come mi confermi tu, adesso dovremo sempre più correre ai ripari per i danni che i cambiamenti climatici stanno facendo. E pensare che noi ne siamo responsabili. Come dire è il cane che si morde la coda!

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  2. Cara Danda, è proprio così: dobbiamo difenderci da noi stessi!
    I lavori procedono e non vedo l'ora di finirli. Purtroppo con la pioggia ed il freddo di questi giorni gli operai sono spariti e c'è stato un generale rallentamento. Ma ormai il peggio è passato ed abbiamo di nuovo acqua e gas e soprattutto una casa a prova di bomba!

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