In campagna, oltre alla gestione delle colture, è necessario tenere in buona efficienza le strade sterrate, gli argini ed i fossi di drenaggio dell'acqua. Con l'intensificarsi delle precipitazione, che sempre più spesso si concentrano in alcune stagioni con particolare violenza, questo compito diviene sempre più importante ed oneroso.
Argini e fossati, che delimitano gli appezzamenti di terreno, devono in qualche modo costituire un sistema idraulico che convogli l'acqua piovana evitando ristagni e la formazione di vie di corsa nelle colture, oltre che naturalmente nelle parti abitate e nelle strade. Per questo le colture ed il sistema di smaltimento acque deve essere ben progettato e gestito.
I nuovi impianti colturali devono essere realizzati tenendo conto della conformazione del terreno e per quanto possibile non devono svilupparsi in filari, emblematico è il caso dei vigneti, orientati secondo la linea di massima pendenza. Ma anche la lavorazione del terreno e bene che venga condotta procedendo con traiettorie di lieve pendenza in modo da creare solchi poco ripidi.
Anche i fossi, per quanto possibile, devono svilupparsi con pendenze ridotte. Nei punti più scoscesi, specie se i tratti sono consistenti e la massa d'acqua è importante, potrebbe essere necessario interromperli con delle piccole cascatelle e bacini. In questo modo verrebbe a ridursi la velocità ed irruenza dell'acqua e di conseguenza l'effetto erosivo.
Personalmente credo che, a differenza da quelle che sono le pratiche più diffuse in agricoltura, vi sia la convenienza a mantenere inerbiti i terreni coltivati a frutteto, oliveto e vigneto piuttosto che fresarli, specie se insistono su terreni collinari e scoscesi.
Il manto erboso, rinvigorito da periodici tagli, ha una buona capacità di assorbire l'acqua e trattenere il manto superficiale del terreno. A mio avviso è necessario passare il terreno almeno tre volte all'anno con trinciastocchi e decespugliatore.
Anche gli argini vanno puliti, in quanto come dicevo, è la vegetazione nuova, ringiovanita, che assicura la miglior tenuta. Per garantire stabilità degli argini e magari conferire anche un buon aspetto estetico si potranno piantare filari di alberi con radici profonde come olivi o cipressi. La presenza degli alberi aiuterà inoltre a contenere la vegetazione. Anni addietro, mia moglie, mi segnalò una pianta perenne della famiglia delle graminacee, il Vetiver, che si presenta come un cespuglio ma possiede radici profondissime fino a 5 metri ed è particolarmente adatta per consolidare i terreni a rischio idrogeologico.

Per quanto riguarda le stradine di campagna in ghiaia e pietrisco accade spesso che col tempo si formino dei solchi e depressioni causati dalle ruote ed il peso dei veicoli separati da un dosso centrale.
Sulle stradine più scoscese questa conformazione è paragonabile a due condotte forzate ed una precipitazione intensa potrebbe danneggiarle seriamente.
In questo caso il rimedio più semplice è di creare dei solchi inclinati di 15, 20 gradi rispetto la trasversale che spezzino il flusso d'acqua convogliandolo verso il fossato laterale. Ancora meglio sarebbe inserire una canaletta trasversale in legno o in cemento.
I nuovi impianti colturali devono essere realizzati tenendo conto della conformazione del terreno e per quanto possibile non devono svilupparsi in filari, emblematico è il caso dei vigneti, orientati secondo la linea di massima pendenza. Ma anche la lavorazione del terreno e bene che venga condotta procedendo con traiettorie di lieve pendenza in modo da creare solchi poco ripidi.
Anche i fossi, per quanto possibile, devono svilupparsi con pendenze ridotte. Nei punti più scoscesi, specie se i tratti sono consistenti e la massa d'acqua è importante, potrebbe essere necessario interromperli con delle piccole cascatelle e bacini. In questo modo verrebbe a ridursi la velocità ed irruenza dell'acqua e di conseguenza l'effetto erosivo.
Personalmente credo che, a differenza da quelle che sono le pratiche più diffuse in agricoltura, vi sia la convenienza a mantenere inerbiti i terreni coltivati a frutteto, oliveto e vigneto piuttosto che fresarli, specie se insistono su terreni collinari e scoscesi.
Il manto erboso, rinvigorito da periodici tagli, ha una buona capacità di assorbire l'acqua e trattenere il manto superficiale del terreno. A mio avviso è necessario passare il terreno almeno tre volte all'anno con trinciastocchi e decespugliatore.
Anche gli argini vanno puliti, in quanto come dicevo, è la vegetazione nuova, ringiovanita, che assicura la miglior tenuta. Per garantire stabilità degli argini e magari conferire anche un buon aspetto estetico si potranno piantare filari di alberi con radici profonde come olivi o cipressi. La presenza degli alberi aiuterà inoltre a contenere la vegetazione. Anni addietro, mia moglie, mi segnalò una pianta perenne della famiglia delle graminacee, il Vetiver, che si presenta come un cespuglio ma possiede radici profondissime fino a 5 metri ed è particolarmente adatta per consolidare i terreni a rischio idrogeologico.

Per quanto riguarda le stradine di campagna in ghiaia e pietrisco accade spesso che col tempo si formino dei solchi e depressioni causati dalle ruote ed il peso dei veicoli separati da un dosso centrale.
Sulle stradine più scoscese questa conformazione è paragonabile a due condotte forzate ed una precipitazione intensa potrebbe danneggiarle seriamente.
In questo caso il rimedio più semplice è di creare dei solchi inclinati di 15, 20 gradi rispetto la trasversale che spezzino il flusso d'acqua convogliandolo verso il fossato laterale. Ancora meglio sarebbe inserire una canaletta trasversale in legno o in cemento.