In questi giorni mi sono deciso a recuperare un vigneto che versava in pessime condizioni. Dalla fitta vegetazione di infestanti ormai s'intravedevano solo le sommità dei pali di sostegno e la vigna era completamente annegata nella massa verde. Non tutta, alcuni tralci di vite erano riuscito a farsi spazio, volevano vivere!
Liberare le piante a cui si tiene dalle infestanti è davvero faticoso ma da una grande soddisfazione (tento di motivarmi). E' come ritrovare qualcosa di perduto, ridare vita a qualcosa d'importante, riscoprire una città scomparsa (e forse qui ho un po esagerato!).
Nei filari di questa vigna abbandonata si trovano diverse intruse. Fra tutte primeggiano rovi, vitalba e sanguinella. Quest'ultima è quella che mi sta dando più filo da torcere e così, come suggeriscono i più antichi scritti di strategia militare, ho voluto approfondire la sua conoscenza: Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie.
Proviamo!
La sanguinella (Cornus sanguinea) è una pianta rustica della famiglia delle Cornaceae. Probabilmente deve il suo nome al colore delle foglie che in autunno virano al rosso. In Toscana è molto diffusa (specie nei miei campi!) e si propaga rapidamente preferendo terreni argillosi e calcarei.
Si sviluppa come un cespuglio formando più polloni e può raggiungere l'altezza di 5 metri. I getti più giovani, a volte di colore rossiccio, possono essere utilizzati per intrecciare cesti in quanto sono molto flessibili. Fiorisce in tarda primavera (maggio) esibendo fiori bianchi e profumati che si trasformano in bacche che in autunno assumono un colore blu scuro, quasi nero.
Le piante più sviluppate possono anche essere utilizzate come legna da ardere anche se il diametro del fusto non raggiunge grandi dimensioni (minore di 10 cm).
Nelle campagne la sanguinella è del tutto inutile e può essere considerata un'infestante per eccellenza (i rovi almeno fanno le more!) ma i fiori sono apprezzati dalle api e gli uccellini adorano cibarsi delle bacche. Pare invece che, per noi umani, la pianta sia lievemente tossica.
Ora vado a combattere...
Pulire tra i filari è abbastanza semplice, basta passare il trinciastocchi. Pulire sotto ai filari è invece faticosissimo perché il lavoro è prevalentemente manuale, con cesoie, seghetto e naturalmente il decespugliatore. Il lavoro di recupero è in qualche modo proporzionale al periodo di abbandono. Col tempo, infatti, le infestanti prendono il sopravvento e la battaglia è durissima.
Ed ecco il risultato. Che ne dite, ho vinto?
Per la prossima battaglia vorrei però ispirarmi ad un'altra antica massima dell'arte della guerra: Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere.
Liberare le piante a cui si tiene dalle infestanti è davvero faticoso ma da una grande soddisfazione (tento di motivarmi). E' come ritrovare qualcosa di perduto, ridare vita a qualcosa d'importante, riscoprire una città scomparsa (e forse qui ho un po esagerato!).
Nei filari di questa vigna abbandonata si trovano diverse intruse. Fra tutte primeggiano rovi, vitalba e sanguinella. Quest'ultima è quella che mi sta dando più filo da torcere e così, come suggeriscono i più antichi scritti di strategia militare, ho voluto approfondire la sua conoscenza: Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie.
Proviamo!
La sanguinella (Cornus sanguinea) è una pianta rustica della famiglia delle Cornaceae. Probabilmente deve il suo nome al colore delle foglie che in autunno virano al rosso. In Toscana è molto diffusa (specie nei miei campi!) e si propaga rapidamente preferendo terreni argillosi e calcarei.
Si sviluppa come un cespuglio formando più polloni e può raggiungere l'altezza di 5 metri. I getti più giovani, a volte di colore rossiccio, possono essere utilizzati per intrecciare cesti in quanto sono molto flessibili. Fiorisce in tarda primavera (maggio) esibendo fiori bianchi e profumati che si trasformano in bacche che in autunno assumono un colore blu scuro, quasi nero.
Le piante più sviluppate possono anche essere utilizzate come legna da ardere anche se il diametro del fusto non raggiunge grandi dimensioni (minore di 10 cm).
Nelle campagne la sanguinella è del tutto inutile e può essere considerata un'infestante per eccellenza (i rovi almeno fanno le more!) ma i fiori sono apprezzati dalle api e gli uccellini adorano cibarsi delle bacche. Pare invece che, per noi umani, la pianta sia lievemente tossica.
Ora vado a combattere...
Pulire tra i filari è abbastanza semplice, basta passare il trinciastocchi. Pulire sotto ai filari è invece faticosissimo perché il lavoro è prevalentemente manuale, con cesoie, seghetto e naturalmente il decespugliatore. Il lavoro di recupero è in qualche modo proporzionale al periodo di abbandono. Col tempo, infatti, le infestanti prendono il sopravvento e la battaglia è durissima.
Ed ecco il risultato. Che ne dite, ho vinto?
Per la prossima battaglia vorrei però ispirarmi ad un'altra antica massima dell'arte della guerra: Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere.
Hai vinto hai vinto!
RispondiEliminaSperiamo di vincere tutti insieme anche la battaglia del quorum.
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Di che vitigno si tratta Max? o lo hai già detto e mi è sfuggito? In quel caso scusami.
Ciao Vera, per il bene di tutti noi spero proprio che la gente andrà a votare in massa. Le questioni referendarie questa volta non sono trascurabili.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il vitigno è prevalentemente Sangiovese, uva nera molto diffusa in Toscana ideale per produrre il Chianti. Non so se ne avevo già parlato e comunque sono già molto contento se di tanto in tanto passi da queste parti.
Un saluto
MaxT