Ormai sappiamo bene dell'esistenza del fenomeno del cambiamento climatico, della sua relazione con l'attività dell'uomo, del carattere planetario della questione e degli effetti (sempre più) spesso catastrofici con cui si manifesta. Ma quali sono le aree che ne risentono maggiormente?
Se da un lato la questione climatica è considerata una questione planetaria, dall'altro sembra che gli effetti dei cambiamenti climatici non siano omogeneamente distribuiti. Analizzando la mappa elaborata da germanwatch, associazione che si occupa dell'impatto dei cambiamenti climatici, si può notare che in alcune aree del mondo (evidenziate dai colori più scuri) l'incidenza degli eventi catastrofici sia particolarmente elevata.
In quelle aree di colore marrone scuro sono incluse vaste regioni del sud Asia, l'area caraibica in America centrale e, naturalmente balza agli occhi, la presenza dell'Italia. Certamente non pensavo che ne fosse immune (e come potrei con tutti i disastri che avvengono!) ma sinceramente non pensavo che fosse ai vertici della classifica mondiale.
L'italia con un indice pari a 14 non è distante da paesi come il Bangladesh (con indice 6), ma è molto distante da paesi con valori superiori a 100, come la Libia (144) dove sembra che dei cambiamenti climatici non se ne siano neanche accorti.
Per comprendere meglio questa classifica è bene capire di cosa tiene conto il Global Climate Risk Index. Questo indice misura quali paesi sono stati i più colpiti, in termine di danni diretti, dagli effetti di eventi legati al clima (tempeste, inondazioni, ondate di calore, ecc) nel periodo dal 1994 al 2013. Ai valori più bassi dell'indice corrispondono i paesi più vulnerabili. Non tiene quindi conto dei danni indiretti come ad esempio carestie derivanti da ondate di calore o siccità. Per questo molte aree africane appaiono con colori più chiari. Inoltre non tiene conto di altri fenomeni sempre legati ai cambiamenti climatici come acidificazione o innalzamento del livello del mare ai quali sono più soggette isole e territori bagnati dal mare.
E' interessante inoltre sapere che per alcuni paesi il valore dell'indice, come per le Filippine (5), è da attribuire ad una molteplicità di eventi occorsi nel ventennio esaminato, mentre in altri è da attribuire ad un unico evento. In Birmania, per esempio, il ciclone Nargis nel 2008 causò oltre 95% di tutti i danni subiti dal paese negli ultimi 20 anni.
immagine dal Washington post |
Se da un lato la questione climatica è considerata una questione planetaria, dall'altro sembra che gli effetti dei cambiamenti climatici non siano omogeneamente distribuiti. Analizzando la mappa elaborata da germanwatch, associazione che si occupa dell'impatto dei cambiamenti climatici, si può notare che in alcune aree del mondo (evidenziate dai colori più scuri) l'incidenza degli eventi catastrofici sia particolarmente elevata.
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L'italia con un indice pari a 14 non è distante da paesi come il Bangladesh (con indice 6), ma è molto distante da paesi con valori superiori a 100, come la Libia (144) dove sembra che dei cambiamenti climatici non se ne siano neanche accorti.
Per comprendere meglio questa classifica è bene capire di cosa tiene conto il Global Climate Risk Index. Questo indice misura quali paesi sono stati i più colpiti, in termine di danni diretti, dagli effetti di eventi legati al clima (tempeste, inondazioni, ondate di calore, ecc) nel periodo dal 1994 al 2013. Ai valori più bassi dell'indice corrispondono i paesi più vulnerabili. Non tiene quindi conto dei danni indiretti come ad esempio carestie derivanti da ondate di calore o siccità. Per questo molte aree africane appaiono con colori più chiari. Inoltre non tiene conto di altri fenomeni sempre legati ai cambiamenti climatici come acidificazione o innalzamento del livello del mare ai quali sono più soggette isole e territori bagnati dal mare.
E' interessante inoltre sapere che per alcuni paesi il valore dell'indice, come per le Filippine (5), è da attribuire ad una molteplicità di eventi occorsi nel ventennio esaminato, mentre in altri è da attribuire ad un unico evento. In Birmania, per esempio, il ciclone Nargis nel 2008 causò oltre 95% di tutti i danni subiti dal paese negli ultimi 20 anni.
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