giovedì 8 dicembre 2011

Come scegliere la legna da ardere

La legna per essere utilizzata come combustibile per alimentare una stufa, un termocamino, una caldaia o una cucina economica deve soddisfare alcuni requisiti.

Questo garantirà una migliore prestazione dell'impianto (funzionerà meglio e scalderà di più) ed una più agevole gestione riducendo al contempo il deterioramento della canna fumaria e l'emissione di inquinanti nell'ambiente.






Legna naturale - La legna da ardere deve essere naturale. Va evitato assolutamente l'uso di pannelli multistrato (ad esempio compensato), legnami trattati, verniciati o con residui di colle, siliconi, etc. I legnami (da costruzione, semilavorati, etc) vanno comunque evitati perché anche se apparentemente naturali possono aver subito trattamenti (impregnanti, antitarlo).


Dimensioni - La legna da ardere deve essere opportunamente tagliata e spaccata in funzione delle dimensioni del focolare, normalmente tra 30 e 40 cm di lunghezza ed inferiore ai 15 cm di sezione. Dimensioni superiore, anche se compatibili con l'apertura di carico del focolare, risulterebbero ingombranti e difficoltosi da movimentare. Quando si acquista la legna da ardere la dimensione desiderata è un'informazione che va specificata (oltre al quantitativo è in genere sufficiente specificare la lunghezza).

Stagionatura - La legna da ardere deve essere ben stagionata per più di un motivo.
  1. La legna fresca o comunque non ben essiccata non prende fuoco facilmente e fatica a bruciare. Questo è dovuto proprio alla presenza di acqua. Durante il processo di combustione della legna, parte del calore ottenuto, viene sottratto dall'acqua che evapora. Questo mantiene la temperatura all'interno del focolare più bassa sino ad impedirne l'auto-combustione.
  2. L'energia termica impegnata per fare evaporare l'acqua rappresenta una perdita di calore utile per il riscaldamento. Il potere calorifico della legna fresca vale circa il 70% di quella ben stagionata, in altre parole vale meno.
  3. La legna non stagionata pesa circa il 60% in più della legna ben stagionata. Questo renderà tutte le operazioni di approvvigionamento ed alimentazione più faticose perché ciò che state movimentando in buona parte è solo acqua.
  4. L'imperfetta combustione della legna umida può creare problemi di tiraggio insufficiente, maggiori depositi nella canna fumaria ed addirittura favorire fenomeni di corrosione nelle tubazioni.
La legna fresca, appena tagliata, possiede un'alto valore di umidità (mediamente superiore al 60%). L'acqua al suo interno è in parte intrappolata nelle pareti cellulari (acqua di legame) ed in parte trattenuta negli interstizi delle fibre (acqua libera). Durante il periodo di stagionatura il legno cede progressivamente l'acqua contenuta al suo interno all'ambiente circostante. Si essiccano dapprima le parti più superficiali e poi quelle più profonde. Per velocizzare questo processo è bene quindi che la legna sia tagliata e spaccata e posta in un luogo ben ventilato, eventualmente soleggiato e riparato dalle piogge. In queste condizioni, dopo 6 mesi, raggiunge un grado di umidità di circa il 25%, dopo 9 mesi scende al 20% e per scendere al 15% bisognerà attendere quasi 2 anni. Con processi di essiccazione naturale la legna non scende al di sotto di questo valore perché raggiunge uno stato di equilibrio con l'umidità dell'ambiente.

Per calcolare l'umidità del legno si procede pesando dapprima il campione di legna di cui si vuole conoscere l'umidità per poi pesarlo nuovamente dopo essiccazione in forno (solo in questo modo si riesce a disidratare quasi completamente la legna). Il valore dell'umidità è calcolato tramite la seguente espressione:

Umidità Legno = (Peso Legno - Peso Legno Secco) / Peso Legno Secco 

Esempio:
Peso Legno olivo = 6,42 kg
Peso Legno Secco olivo  = 4,37 kg
Umidità Legno = (6,42 - 4,37) / 4,37 = 0,47 ----> 47%

Ciò significa che a fronte di 6,42 kg di legna, ben 2,05 kg sono di acqua! Se la legna fosse stata più stagionata, ad esempio con un grado di umidità del 20%, il contenuto in acqua si sarebbe ridotto a 0,874 kg.

Il potere calorifico inferiore del legno secco è di circa 4000 kcal/kg. Se teniamo conto che durante la combustione parte di questa energia (circa 540 kcal/kg) viene sottratta per l'evaporazione dell'acqua otteniamo che:
Per il legno con umidità del 47% il PCI è di 2547 kcal/kg
Per il legno con umidità del 20% il PCI è di 3242 kcal/kg

In genere la legna da ardere viene tagliata durante la stagione invernale sino ad inizio primavera per essere consumata a partire dall'autunno/inverno successivo. Si verifica spesso di trovarla poco stagionata a volte anche perché non adeguatamente protetta dalle intemperie. Naturalmente questo dipende dal fornitore. La legna poco stagionata si riconosce per il maggior peso, per il colore più scuro, per la presenza di muschio sulla corteccia e per le difficoltà nel bruciare con evidente formazione di vapore nel focolare e riduzione del tiraggio.

Tipologie di legna - La legna da ardere può essere considerata a tutti gli effetti una risorsa rinnovabile e locale. Il suo utilizzo, in alternativa ai combustibili non rinnovabili (metano, GPL, etc), alimenta il circuito della filiera corta (o se preferite delle risorse a km zero). L'approvvigionamento della legna deriva dall'attività agroforestale svolta nei boschi e foreste del territorio circostante. Le essenze disponibili per l'acquisto sono quindi quelle tipiche della zona in cui ci si trova.

Parlerò più approfonditamente di questo argomento in un prossimo articolo.

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