sabato 10 gennaio 2009

Cifre inquietanti

Immaginiamo un piccolo mondo mono-posto, per un individuo. Dove possiamo vivere secondo le nostre abitudini. Dovrà avere dimensioni tali da poter soddisfare ai nostri consumi e capace di assorbire i nostri rifiuti. Sarà quindi composto da terreno per le coltivazioni ed allevamenti, un po’ di mare per i prodotti ittici, una piccola miniera per le materie prime, spazio per l’abitazione, un bosco per la legna e così via. Insomma un mondo a misura di un uomo. Ovviamente uomini parsimoniosi ed attenti potranno vivere su un piccolo mondo altri spendaccioni e distratti avranno bisogno di un mondo più grande, con superfici assai diverse. Questo valore è l’impronta ecologica.
Qualcuno si è preso la briga di calcolarla (http://it.wikipedia.org/wiki/Impronta_ecologica).
Risulta che ciascun individuo dispone di circa 1,78 ettari per vivere. Un americano ne richiede almeno 10, noi italiani ci arrangiamo con 5. Per fortuna ad un etiope ne bastano solo 0,8!
La modestia di alcuni popoli Africani, Asiatici e Sud-americani non è sufficiente a compensare l’avidità di altri e risulta che già da qualche anno l’impronta ecologica media e superiore ai 2,2 ettari. Ciò significa che chiediamo alla Terra più di quello che è in grado di dare. La conseguenza è il progressivo degrado dell’ecosistema.

A rendere queste cifre ancora più inquietanti sono alcune previsioni.

La prima riguarda la crescita demografica mondiale. Dagli attuali 6,75 miliardi passeremo a 9 miliardi di individui in 30 anni (http://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale). Ciascun individuo disporrà di soli 1,32 ettari.

La seconda è relativa alla crescita del livello di benessere. Su questo fronte ho la sensazione che le previsioni non siano tanto attendibili. Nel caso di una crescita del 3% annuo, in 30 anni la nostra impronta ecologica media sarà di 5 ettari.

In questo futuro scenario ci serviranno quasi 4 pianeti Terra. Purtroppo ci dovremo accontentare del nostro o di quel che ne rimane.

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