lunedì 18 ottobre 2010

Lactarius Vinosus

L'ultima volta avevo parlato di un fungo brutto e tossico che cresce di frequente nella campagna toscana (e forse anche altrove!) al quale ero riuscito finalmente a dare un nome. Oggi, invece, aggiungo al mio censimento di funghi di campagna un bel fungo commestibile, il Lactarius Vinosus. Questo è il secondo anno che ne trovo sotto alla chioma di un giovane pino. Prima non c'erano! In qualche modo, a me sconosciuto, si sono dapprima materializzati per poi prosperare grazie al rapporto di buon vicinato con il pino. Gli studiosi sostengono che alcune specie di funghi instaurino un rapporto di simbiosi con alcune piante. Un interscambio vantaggioso per entrambe.
Lactarius Vinosus

Il Lactarius Vinosus è un fungo molto caratteristico e facilmente riconoscibile. Intanto, come osservavo prima, per l'habitat e poi per il colore dall'arancio al vermiglio, il motivo a cerchi concentrici che a volte appena s'intravede e quelle caratteristiche macchie color verde rame che si formano sugli esemplari meno giovani. Anche la morfologia aiuta molto ma è forse la presenza al taglio del lattice di color rosso-sangue/vinoso che lo rende inconfondibile. Che io sappia, i Lactarius a lattice arancio-rosso sono commestibili a differenza di quelli a lattice bianco-giallo che sono quasi tutti tossici. Naturalmente verificate sempre la commestibilità dei funghi consultando esperti micologi.

Per consumarli vanno privati del gambo e possono essere lavati senza che s'imbevano di acqua. Possono essere trifolati (olio, aglio, prezzemolo) magari con altri funghi e serviti come contorno o condimento per pasta e riso ma anche infarinati e fritti o gratinati al forno. Hanno una carne un po granulosa e consistente che resta abbastanza soda anche alla cottura ed un lieve profumo fruttato.


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