A prima vista speravo in qualcosa di più pregiato, magari un porcino. Si tratta invece di un Boletus Luridus, un nome poco invitante, che forse deriva dalla somiglianza di questo fungo con il Boletus Satanas, uno dei pochi Boletus non commestibile. In passato era ritenuto non commestibile e da scartare anche per quelle sospette sfumature bluastre che compaiono al tatto (ma che io non ho notato!) ed è forse questa la vera ragione del suo nome.
Il Boletus Luridus si riconosce abbastanza facilmente per la cuticola di colore bruno-nocciola, consistente e di aspetto quasi vellutato e per il gambo che presenta sfumature rossastre specia nell'estremità inferiore. Ha carne di color giallo tenue e sotto al cappello presenta il caratteristico tessuto spugnoso comune a tutti i Boletus.
Gli esemplari che vedete sono cresciuti a ridosso di un argine ombreggiato da una quercia in un tipico terreno collinare della campagna Toscana (Terricciola). Nel medesimo luogo li avevo già notati anche l'anno passato, segno evidente di una loro predilezione per questo specifico habitat, ma erano ormai in avanzata marcescenza ed allora non fui in grado di identificarli con certezza.
Molti autori considerano questo fungo non commestibile, altri precisano che è un ottimo commestibile previa cottura, altri ancora evidenziano un pericoloso effetto collaterale nel caso l'ingestione sia accompagnata da elevati quantitativi di sostanze alcoliche. In queste circostanze può dare luogo ad una sensazione di nausea ed ebrezza persistenti. Sono i sintomi della sindrome coprinica dovuta ad alcune sostanze presenti nel fungo che rallentano il normale metabolismo dell'alcol.
La paura della sindrome caprinica ha preso il sopravvento, per cui non sono in grado di dirvi alcunché del sapore di questo fungo e poi, per cena, avevo altri progetti e pensavo proprio di concedermi una birra.
Il Boletus Luridus si riconosce abbastanza facilmente per la cuticola di colore bruno-nocciola, consistente e di aspetto quasi vellutato e per il gambo che presenta sfumature rossastre specia nell'estremità inferiore. Ha carne di color giallo tenue e sotto al cappello presenta il caratteristico tessuto spugnoso comune a tutti i Boletus.
Gli esemplari che vedete sono cresciuti a ridosso di un argine ombreggiato da una quercia in un tipico terreno collinare della campagna Toscana (Terricciola). Nel medesimo luogo li avevo già notati anche l'anno passato, segno evidente di una loro predilezione per questo specifico habitat, ma erano ormai in avanzata marcescenza ed allora non fui in grado di identificarli con certezza.
Molti autori considerano questo fungo non commestibile, altri precisano che è un ottimo commestibile previa cottura, altri ancora evidenziano un pericoloso effetto collaterale nel caso l'ingestione sia accompagnata da elevati quantitativi di sostanze alcoliche. In queste circostanze può dare luogo ad una sensazione di nausea ed ebrezza persistenti. Sono i sintomi della sindrome coprinica dovuta ad alcune sostanze presenti nel fungo che rallentano il normale metabolismo dell'alcol.
La paura della sindrome caprinica ha preso il sopravvento, per cui non sono in grado di dirvi alcunché del sapore di questo fungo e poi, per cena, avevo altri progetti e pensavo proprio di concedermi una birra.
Sindrome "COprinica" (da COprinus atramentarius).
RispondiEliminap.s. non sembrano affatto dei Boletus luridus
Stefano - Rieti
Grazie Stefano per il commento. Ho corretto l'errore. Questo fungo non mi è molto familiare. Un mio amico lo ha identificato come Boletus luridus ed anche a me sembrava che ci fosse una discreta somiglianza ma naturalmente mi posso sbagliare.
EliminaUn saluto
Sono Xerocomus
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