Da dove abitiamo il mare dista appena 25 km in linea d'aria. Almeno così afferma mia moglie che da google erth controlla tutta la zona. Controlla anche gli olivi, i frutteti e la vigna e forse anche me. In macchina, invece, c'è un'oretta di viaggio.
Per evitare di arrivare proprio nelle ore più calde abbiamo deciso di partire nel primo pomeriggio.
Allontanandosi da casa in direzione di Chianni, si attraversa un'area rurale che ogni volta mi sorprende. Si alternano colline gialle appena trebbiate a colline grigie che sembrano bruciate e la civiltà svanita nel nulla. Pian piano ci si inizia ad arrampicare verso Chianni per poi, dopo un numero infinito di tornanti, ridiscendere con tornanti ancora più stretti. La strada, che inizialmente è a due corsie, si restringe per diventare una specie di mulattiera. Raggiunta la parte più bassa della vallata, si entra in una zona d'ombra da dove iniziano fitti boschi e la temperatura non supera i 20 gradi. Si alternano zone scure ed improvvise flashate del sole ed in alcuni tratti l'effetto della luce che filtra tra gli alberi è quasi stroboscopico.
Mia moglie in macchina entra in uno stato di catalessi ma vedo che di tanto in tanto schatta qualche foto.
Ed ecco il parco eolico del Monte Vitalba. Sette torri eoliche in funzione da un paio di anni installate in fila sul dorso del monte.
Usciti dalla boscaglia si raggiunge Castellina Marittima e da qui la strada prosegue in discesa fino all'immissione con una statale un pò più frequentata che porta a Cecina: la nostra meta.
Con l'auto si arriva sino ad una stradina lungo al mare. Qui i parcheggi sono già tutti occupati, anche quelli in seconda fila. Proseguo un pò preoccupato per la situazione finchè non riesco ad intrufolarmi in un parcheggio privato. Un ragazzone carbonizzato dal sole addetto a sorvegliare il parcheggio mi dice che il parcheggio è riservato ai soli clienti del bar ristorante. Io gli dico perfetto, andiamo al bar a bere e mangiare qualcosa e lo saluto cordialmente. Al bar ci siamo andati davvero per un bicchiere di cocacola per poi inziare l'allestimento della postazione sulla spiaggia.
Il mare era appena mosso ma le onde costrette tra due scogliere si rigonfiavano prima di frangersi sulla battigia. Lo shock dell'ingresso in acqua non è stato così traumatico. Mi sembrava un brodo, anche un pò torbido ma certamente rivitalizzante. Dal torbone sono uscito solo dopo mezz'ora per schiaffarmi definitamente sul materassino ad arrostire al sole.
In spiaggia c'era un pò di tutto. Chi leggeva, chi si rosolava, chi mangiava. Tutti saldamente ancorati alle proprie postazioni faticosamente conquistate. In movimento c'erano solo alcuni branchi di giovincelli che fluttuavano dalla spiaggia al bar e tanti africani al lavoro con i soliti gadget.
Dopo aver mangiato tutta la frutta che avevamo portato e dormito un tempo imprecisabile, ci siamo accorti che erano passate le sette di sera; non c'era quasi più nessuno ed era ora di rientrare.
Il ritorno mi è sembrato più breve. A casa c'era la gatta tutta agitata ed emozionata che ci aspettava. Bellissima gita.
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