tag:blogger.com,1999:blog-63695111991270572682024-03-14T06:03:47.058+01:00ecomondoVita in campagna, sostenibilità, ecologia, prestazione energetica degli edifici, coltivazione biologica, olivi, piante spontanee commestibili, irrigazione a goccia, tecnologia, fai da te, sigaretta elettronicaMaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.comBlogger325125tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-54571453006510301652022-04-03T17:36:00.000+02:002022-04-03T17:36:30.923+02:00Nuova Dacia Duster 4x4 prestige, principali difetti e problemi che ho riscontrato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Da poco più di un anno sono un felice possessore di una <b>Dacia Duster 4x4 Prestige</b> (edizione 2018) e nel raccontarvi delle mie impressioni tenete conto che la mia precedente vettura, una Peugeot 306 SW con motore TD 2000 di cilindrata, mi ha fedelmente accompagnato per quasi 20 anni. Il salto, in termini di design, tecnologia, sicurezza ed elettronica è stato quindi considerevole. Questa sensazione l'ho percepita maggiormente al momento del ritiro della vettura dal concessionario che per una mezz'ora abbondante si è prodigato nello spiegarmi il significato e l'utilizzo delle varie funzionalità disponibili. <b>Telecamere</b>, <b>sensori di parcheggio</b>, <b>start&stop</b>, <b>limitatore e regolatore di velocità</b>, <b>assistente alla discesa</b>, <b>blind spot control</b>, <b>ECS</b>,... miiiinnnccchhhh....<br />
Avrei voluto dirgli "per favore basta!". Invece lui ha continuato con <b>A/C control</b>, <b>keyless entry</b> e naturalmente con il selettore <b>2WD</b>, <b>AUTO</b> e <b>4WD</b>. A quel punto ero cotto... e pronto per partire.<br />
In effetti, poi, notando che lo sterzo era sempre lì, che c'erano i soliti 3 pedali e la leva del cambio era nel posto giusto, mi sono avviato ed ho raggiunto casa senza troppi traumi.<br />
A distanza di tempo ho certamente acquisito una maggiore dimestichezza con la mia Duster ma ho impiegato mesi per averne una più completa padronanza. Ci sono inoltre alcune caratteristiche che per quanto mi riguarda sono dei <b><span style="color: red;">punti deboli</span></b> di questa vettura anche se con la pratica si impara a gestiRli. In questo post mi concentrerò su questi:<br />
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<b>Marce troppo corte</b> - I rapporti delle prime marce sono davvero troppo corti, specie nelle situazioni di traffico cittadino o extraurbano. Partendo da fermi, dopo pochi metri bisogna passare in seconda e quasi subito dopo in terza. Tenete conto che già a 50 km/h potete viaggiare tranquillamente in quinta, magari fino ai 70-80, mentre la sesta va bene dai 70-80 in su. Questa inadeguatezza dei rapporti si avverte maggiormente nell'immissione in una strada o una rotonda quando la necessità è di uscire rapidamente da una situazione critica.<br />
Il rovescio della medaglia è che questa scelta di rapporti si dimostra ideale per affrontare strade sconnesse, ripide e magari con stretti tornanti, ma ciò forse conferma solo lo spirito da fuoristrada della Dacia Duster.<br />
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<b>Scarso freno motore</b> - nelle strade scoscese, da percorrere attorno ai 20 km/h, sento un po' la mancanza del freno motore dovendo spesso ricorrere ai freni. In un paio di occasioni ho approfittato della situazione per testare il sistema di <b>assistenza alla discesa</b> ma non mi ha convinto e non l'ho più utilizzato. Magari gli darò un'ulteriore chance in futuro.<br />
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<b>Visibilità e padronanza dell'ingombro vettura</b> - altra nota dolente e la scarsa visibilità e la difficoltà nell'acquisire coscienza dell'ingombro della vettura. La linea di cintura rialzata e la dimensione generosa dei montanti, che sicuramente danno beneficio alla linea, vanno invece a discapito della dimensione dei vetri e della visibilità. Retromarcia e parcheggi risultano possibili solo grazie alla telecamera ed ai sensori di parcheggio. La visibilità anteriore è invece eccessivamente ridotta per la presenza dei due montanti laterali e per la posizione dello specchietto retrovisore centrale. Auto è pedoni, specie in alcune manovre o agli incroci, sembrano materializzarsi dal nulla.<br />
Nella guida in autostrada trovo inoltre poco efficace il <b>blind spot control </b>ed anche in queste circostanze le auto che sopraggiungono da dietro sembra che si materializzino all'improvviso.<br />
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<b>Sbrina vetro parabrezza </b>- nel periodo invernale, con basse temperature esterne, il parabrezza si appanna con estrema facilità. Immagino che questo accada su tutte le vetture anche se mi è sembrato che la Duster ne fosse particolarmente soggetta, chissà forse a causa di una bassa resistenza termica del vetro, ma naturalmente posso sbagliarmi. Per contrastare il fenomeno normalmente basta azionare l'aria calda indirizzandola opportunamente verso il vetro e magari aprire un po' il finestrino per abbassare l'umidità dell'abitacolo. Per la Duster c'è una funzione apposita. Quando attivata sembra di trovarsi nell'occhio di un ciclone con venti forza 12 della scala Beaufort. Il vetro lo disappanna ma che paura! Con il sistema di areazione funzionante a regimi più convenzionali questo è spesso insufficiente per disappannare il parabrezza.<br />
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<b>Rumorosità - </b>la rumorosità è in generale accettabile ad eccezione di un <b>sibilo </b>che si manifesta tra i 90 e 110 km/h abbastanza fastidioso. Per sbarazzarsene l'unica soluzione è cambiare andatura, cosa non sempre possibile.<br />
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<b>Computer di bordo -</b> il computer di bordo è abbastanza completo. Pigiando sui due tasti posti sullo sterzo a destra si visualizzano le varie informazioni: km percorsi, parziale, consumi medi, istantanei, autonomia etc. Molte vetture rilasciate in quel periodo (tra cui la mia) inoltre lamentano un malfunzionamento del computer di bordo che si manifesta a causa delle <b>elevate temperature</b> esterne. In sostanza nel periodo estivo, durante il giorno, smette di funzionare correttamente. La notte, con il fresco, torna in sé (in questo ci assomigliamo). L'assistenza non è riuscita a porre rimedio a questa anomalia.</div><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><br />
<b>La logica dell'elettronica -</b> come spesso accade per recensire un oggetto complesso come un'auto ci vuole del tempo. E' necessario che si presentino certe circostanze per metterla alla prova. Immaginate ad esempio di trovarvi in auto in sosta mentre la moglie è scesa un attimino per una compera. Sono le 3 di pomeriggio di una ordinaria giornata estiva con temperature che sfiorano i 40 all'esterno e gli 80 all'interno dell'abitacolo. Dopo i primi 10 minuti di attesa, quando ormai gli avvoltoi volteggiano in tondo sopra alla vostra vettura grigio cometa, provate ad accendere il quadro per aprire il finestrino. Niente da fare. Il finestrino è azionabile solo a motore acceso. Che dire!<br />
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A volte e con una certa apprensione (perché io voglio un gran bene a questa auto), ho come la sensazione che la mia Duster sia posseduta. <b>Luci</b> e soprattutto <b>tergicristalli </b>non obbediscono ai vostri comandi. Se, ad esempio dopo una spazzolata al parabrezza lo disattivate, lui continua per fermarsi solo dopo un (bel) po' quando gli torna comodo. A volte luci e tergicristalli proseguono ad illuminare e a spazzolare anche quando ormai ho spento l'auto e mi sono allontanato.<br />
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<b>Nav evolution -</b> A che serve? L'ampio display noto anche con il seducente nome di Nav Evolution serve sicuramente per visualizzare l'ora, la temperatura esterna e, quando s'inserisce la retromarcia, per visualizzare la telecamera posteriore. Per il resto è pressoché inutile. E' nato vecchio è non consentendo il <b>mirroring</b> di uno <b>smartphone </b>è proprio senza speranze. La radio è scomoda ed il navigatore troppo macchinoso (e superato da quelli disponibili per smartphone). Il risultato è che se ne sta lì in bella mostra spento, mentre per le funzioni per le quali è deputato si utilizza lo smartphone. L'esigenza di dover ricorrere al vostro smartphone come navigatore porta alla luce un'altra lacuna (vedi punto successivo).<br />
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<b>Posto per smartphone -</b> ho passato ore ad escogitare un modo per posizionare lo smartphone sulla plancia, e non c'è verso. Nemmeno googlando alla ricerca di un miracoloso <b>kit</b>. E difatti, anche tra i vari accessori originali Dacia, non esiste una soluzione. Per realizzare una plancia così refrattaria a questa possibilità ci vuole proprio tutta l'<b>esperienza Dacia</b>. <i>Ma scusate, non vi siete accorti che gli smartphone iniziano ad essere piuttosto diffusi!?</i> Per risolvere il problema tengo lo smartphone su una coscia o poggiato su di una sporgenza al di sopra del <b>Nav Evolution</b>. Quest'ultima soluzione funziona egregiamente solo nei percorsi rettilinei. In curva lo deve reggere mia moglie per contrastare la forza centrifuga.<br />
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Per ora mi fermo qui<br />
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-70702927326062540652020-10-25T12:32:00.002+01:002020-10-25T14:58:12.071+01:00Boletus dal gambo rosso, forse erythropus o luridus<p>Sono certo che qualche fungaiolo esperto riuscirà ad identificare senza indugio questi funghi che ho trovato la settimana scorsa in campagna (Toscana) sotto alcune querce. Credo che si tratti di <b>Boletus erythropus</b> ma è un fungo con cui non ho alcuna familiarità ed ho più dubbi che certezze.</p><p>Nel raggio di pochi metri erano presenti una trentina di esemplari, caratterizzati da dimensioni del cappello fino a 16 cm con cuticola di colore marrone rossiccio, asciutta, vellutata.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-sLDo3j3E-10/X5VX_s2cE2I/AAAAAAAAS6s/9qo2WMSd6xIAzRphufKnwpGGHvDIBYdcACLcBGAsYHQ/s2609/IMG_20201022_163627.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1205" data-original-width="2609" height="296" src="https://1.bp.blogspot.com/-sLDo3j3E-10/X5VX_s2cE2I/AAAAAAAAS6s/9qo2WMSd6xIAzRphufKnwpGGHvDIBYdcACLcBGAsYHQ/w640-h296/IMG_20201022_163627.jpg" width="640" /></a></div><p></p><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p>La spugna negli esemplari più giovane è densa, di colore rossiccio nell'area centrale e gialla nel bordo esterno. Gambo tubolare, allungato, leggermente clavato alla base. Anch'esso di colore rossiccio nella zona centrale, giallo in alto e beige in basso.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ybI1h9abiyw/X5Vb2tIWRwI/AAAAAAAAS64/_mp94JCyxx8UQ3VctjAWNjxPA89SSSWZACLcBGAsYHQ/s1462/IMG-20201018-WA0001.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1462" data-original-width="1240" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-ybI1h9abiyw/X5Vb2tIWRwI/AAAAAAAAS64/_mp94JCyxx8UQ3VctjAWNjxPA89SSSWZACLcBGAsYHQ/w542-h640/IMG-20201018-WA0001.jpg" width="542" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p>Al taglio presenta carne di colore giallo che rapidamente vira al blu-verde. </p><p>Gli esemplari più adulti si presentavano piuttosto danneggiati da vermetti e con colori più cupi.</p><p>Dopo svariate ore di ricerca in internet ho escluso si trattasse del boletus satanas ma devo purtroppo riconoscere che </p><p><br /></p>MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-86197250237742765072020-05-21T11:58:00.001+02:002020-05-21T12:06:04.563+02:00Iliad in aeternum, le sue offerte come il decalogo di Mosè<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<img alt="" border="0" src="https://1.bp.blogspot.com/-yeOVkzlXmIM/XsZLJHCh1_I/AAAAAAAASuk/F5TkKNlrrCADKdoagwmye_JNejFDuOQAgCK4BGAsYHg/w640-h480/iliad-in-aeternum.png" title="Iliad Italia" /><br />
<span class="im">Cosa c'è di eterno in questo mondo?</span><span class="im"></span><br />
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<span class="im">Senza entrare nella sfera mistica e senza voler essere troppo pignoli, penso che siano tante le cose immutabili, sempre quelle, naturalmente - essendo immutabili. C'è il cosmo, le montagne, i mari...<br /><br />Cos'altro? le collina, i deserti, le stelle... penserete voi. E invece no, all'elenco di ciò che non cambia mai, da un paio d'anni, si è aggiunta una nuova entità: <b>ILIAD ITALIA</b>.<br /><br />La sua offerta, in effetti, è sempre quella: c'è la 50, la 40, la 30 giga e la sola voce. Il sito web dell'Operatore appare come le <b>sacre tavole di Mosè</b>, con le offerte incise nella pietra a lettere di fuoco. E del resto Lui ce l'aveva anche detto: <b>ILIAD È PER SEMPRE</b>.<br /><br />Se, come immagino, anche voi leggete Google News, vi sarete accorti che nella sezione tecnologia si trovano quotidianamente numerosi articoli che annunciano <b>nuovi servizi</b> e <b>nuove offerte Iliad</b>. Tutte balle!. Il fatto è che nemmeno i vari tele_nerd_smart_tech_android_.com, riescono a concepire tale immobilismo ed in mancanza di novità non possono fare altro che sognarle (sveglia ragazzi, le offerte son sempre quelle, scrivete d'altro!).<br /><br />Quando nel luglio del 2018 ho sottoscritto l'offerta da 30 giga ero un po' incredulo... Per sempre? Abituato alle rimodulazioni, al non è mai quel che sembra degli altri operatori, pensavo che la telefonia appartenesse al mondo del mutevole, come la Tari, l'Imu e le promesse dei politici, ma mi sbagliavo: <b>ILIAD È PER SEMPRE, per davvero</b>.<br /><br />E sono grato ad Iliad ma ogni tanto mi chiedo:<br /><br />non è che se per caso non Ti disturba troppo potresti aggiungere un pacchettino di traffico dati con tagli da 10, 20 o 30 giga?<br /><br />Oppure:<br /><br />sai, Iliad, è straordinaria la possibilità di telefonare gratis ai fissi di 60 paesi, tra cui Europa e Nord America. L'elenco dei paesi comprende anche Guadalupa, Guam, Guernsey o Guyan che, a dire il vero, nemmeno conoscevo anche se di sicuro sono lì da sempre.<br /><br />Il fatto è che a qualche utente, più che di telefonare ai parenti del Guam, servirebbe di telefonare in Albania, Ucraina o Serbia, giusto per citare alcuni paesi europei con vaste comunità nel territorio italiano. Vedi, Iliad, i paesi nel mondo non sono solo una sessantina ma circa 200, da sempre (o quasi). Ecco allora che con umiltà Ti chiedo della possibilità di aggiungere delle opzioni per telefonare all'estero.<br /><br />Amen!</span></div>
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-58698977686731191702017-05-09T13:44:00.000+02:002017-05-09T13:46:52.191+02:00Mettere al sicuro i propri file - hard disk o google drive, dropbox<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
L'esigenza di <b>mettere al sicuro i propri file</b>, spesso nasce quando li avete già persi. Ci si accorge così di due cose:<br />
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<ul style="text-align: left;">
<li>che i vari dispositivi e <b>supporti di memoria</b> (hard disk, cd, dvd, pen drive, etc) non sono infallibili e nemmeno eterni.</li>
<li>che la maggior parte dei nostri documenti - foto, musica, contatti, etc - esistono solo in formato digitale.</li>
</ul>
<br />
Se ci tenete ai vostri file conviene, con una certa frequenza, farne una <b>copia </b>o un <b>backup</b>. In questo modo ridurrete sensibilmente la probabilità di perderli.<br />
Personalmente non trovo ne pratico ne affidabile utilizzare cd, dvd e pen drive. Meglio ricorrere a spazi di archiviazione online come <b>google drive</b> o <b>dropbox </b>o ad <b>hard disk esterni</b>.<br />
I <b>servizi di archiviazione online</b> hanno il vantaggio di essere sempre raggiungibili a patto che abbiate una connessione a internet. Questa è bene che sia flat altrimenti oltre ai costi dello spazio di archiviazione (mediamente poco meno di 10 euro al mese per 1 TB) dovrete mettere in conto anche il costo del trasferimento dati (circa 1-2 euro al GB). Questa soluzione sarebbe perfetta per chi si sposta di frequente ma proprio la mancanza di soluzioni flat per l'accesso ad internet in mobilità la rendono meno appetibile (se poi vi muovete anche all'estero...proprio non se ne parla!).<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-gYhu9xzAdRI/WRGqhlBoBUI/AAAAAAAAPuM/QFsMPetOFDI-txXMew170X9DZ24cvpOZwCLcB/s1600/Hard%2Bdisk%2Bexternal.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="182" src="https://4.bp.blogspot.com/-gYhu9xzAdRI/WRGqhlBoBUI/AAAAAAAAPuM/QFsMPetOFDI-txXMew170X9DZ24cvpOZwCLcB/s320/Hard%2Bdisk%2Bexternal.jpg" width="320" /></a></div>
Una ragionevole alternativa è l'utilizzo di un hard disk esterno usb che é la scelta verso cui mi sono orientato anch'io. Fra i tanti prodotti ho acquistato un <b>hard disk da 2,5" esterno da 1 Terabyte usb 3.0 della Transcend</b> ad un prezzo di circa 70 euro. Pare infatti che gli hard disk da 2,5", rispetto a quelli da 3,5" siano maggiormente pensati per i notebook e per chi si muove spesso. Oltre ad avere dimensioni minori (le dimensioni sono paragonabili ad uno smartphone un po' in carne) sono più resistenti agli urti. Il Transcend in questione dispone proprio di una <b>funzione anti-shock</b>. Di contro risultano un po più lenti.<br />
Per ora mi sembra che funzioni molto bene. Il trasferimento dei dati (per un mix di formati con foto, musica, video, testo, etc) ha una velocità di circa 20MB/s con la porta usb 2.0 mentre con la usb 3.0 arriva a circa 200 MB/s. A proposito, per <b>riconoscere le porte usb 3.0 </b>fate caso alla linguetta interna, per le 3.0 è di colore blu mentre per le 2.0 è di colore nero o grigio.<br />
Un'ultima riflessione: conviene fare il backup dei dati o una semplice copia? Io preferisco farne una semplice copia.</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-10024965778588713732017-03-06T22:44:00.001+01:002020-05-24T19:48:50.866+02:00Basi neutre svapabili, a volte meglio dei liquidi tabaccosi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-C1ZgM-4yiGM/WL3XIPlh5WI/AAAAAAAAPro/z1Lk6Hlauok_VwfOTdy0H67BN9d23F-RACLcB/s1600/vaporever%2Bbase%2Bneutra%2BPG-VG%2B50-50%2B12mg-ml-100ml.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-C1ZgM-4yiGM/WL3XIPlh5WI/AAAAAAAAPro/z1Lk6Hlauok_VwfOTdy0H67BN9d23F-RACLcB/s320/vaporever%2Bbase%2Bneutra%2BPG-VG%2B50-50%2B12mg-ml-100ml.png" width="320" /></a></div>
L'idea di <b>svapare</b> le <b>basi neutre</b>, anziché i classici <b>liquidi</b> o <b>basi aromatizzate</b>, non è di certo mia. Già qualche anno fa mi era capitato di leggiucchiare in qualche blog o forum di questa pratica. Evidentemente non tutti sono soddisfatti dei liquidi per <b>sigarette elettroniche</b> che si trovano in commercio e probabilmente non lo sono nemmeno dei liquidi <b>fai da te</b> che spesso danno risultati pessimi. <br />
Chi svapa le basi neutre probabilmente è un ex fumatore che ricerca nello svapo una esperienza simile a quella del fumo. Ma aromi e liquidi <b>tabaccosi</b> spesso sanno di tutto meno che di tabacco. Tanto vale svaparsi una buona base neutra che spesso sa evocare il gusto delle sigarette molto meglio dei liquidi tabaccosi!<br />
Le <b>basi neutre svapabili</b> non sono proprio neutre, sanno di qualcosa. Magari non sarà un sapore ricco e intenso. ma ci sono note che richiamano vagamente la cenere o forse la carta combusta. A volte si percepisce una nota dolce e naturalmente l'hit se è presente la nicotina.<br />
Diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, le basi neutre non sono tutte uguali. Alcune sono eccessivamente dolci, altre <i>sanno di chimico</i>. Sembra che le <b>DKS ultra</b> siano tra le migliori ma non ho ancora avuto il piacere di provarle. Al momento svapo con una <i>certa soddisfazione</i> una base neutra 50/50 (PG/VG) prodotta dalla <b>Vaporever</b>, azienda <i>cinesissima </i>che son sicuro non avrete mai sentito nominare. In Serbia, dove mi trovavo al momento dell'acquisto è abbastanza presente.<br />
<b>Svapare le basi neutre</b> è un po' come mangiare il riso in bianco (senza burro e grattatina di parmigiano). E' quasi terapeutico ed aiuta a <i>resettare </i>gusto ed olfatto dalle abbuffate di aromi alla vaniglia, cioccolato, liquirizia e spezie varie che non ci convincono mai fino in fondo.<br />
Gli ulteriori vantaggi sono che costano poco, l'assenza di aromi le rende probabilmente meno dannose e pericolose, <b>incrostano meno le resistenze</b> e la gestione dello svapo risulta molto semplice. Dopo un po risulta anche un po triste! <i>Vogliooooo un risotto ai funghi porciniiiii!!!!</i><br />
<b><span style="color: red;">Nota bene: </span></b>Il <b>vizio del fumo</b>, specie se eccessivo ed incontrollabile, è per molti una vera e propria maledizione. In questo contesto, l'utilizzo della <b>sigaretta elettronica</b> deve essere inteso solo come <b>strategia di riduzione del danno</b>.<br />
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-43014705665213105372016-11-14T11:53:00.000+01:002017-07-25T13:01:47.743+02:00 Lavasciuga, opinione e consigli<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-npwIr3hrSrc/WCi6a-IUHWI/AAAAAAAAPcU/pNsEy_-hdBUmvV5Q9-9uS6pj4lKPIYxkgCLcB/s1600/lavasciuga.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-npwIr3hrSrc/WCi6a-IUHWI/AAAAAAAAPcU/pNsEy_-hdBUmvV5Q9-9uS6pj4lKPIYxkgCLcB/s320/lavasciuga.jpg" width="237" /></a></div>
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Mia nonna diceva che la <b>lavatrice é l'elettrodomestico di casa più importante</b>. Personalmente metterei al primo posto la caldaia (per acqua calda e riscaldamento) e fornelli da cottura (per prepararsi la pappa). Ma forse lei li dava per scontati o magari non li considerava elettrodomestici. In ogni caso, per quanto le lavanderie pubbliche possano rappresentare una alternativa, la lavatrice viene sicuramente prima di lavastoviglie, forno, tv, stereo, microonde, etc. E quando una scelta è importante è normale che richieda una maggiore attenzione. </div>
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Se poi desiderate anche avventurarvi nella galassia delle <b>lavasciuga</b>, la scelta diventa ancor più impegnativa.</div>
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L'esigenza della <b>asciugatrice </b>(<b>asciugabiancheria</b>), separata o integrata è sempre più sentita. E' quasi indispensabile nelle piccole abitazioni magari sprovviste di balcone, dove lo spazio per stendere è modesto o quasi inesistente, ed è comunque pratica e funzionale per accorciare i tempi di asciugatura nelle stagioni fredde ed umide, situazione abbastanza frequente in Italia tolto il periodo estivo. Per i piccoli appartamenti, spesso, la scelta può contemplare solo le <b>lavasciuga integrate</b>. E qui iniziano i problemi.</div>
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Cercando in internet <b>opinioni e consigli sulle lavasciuga</b> e più facile restare delusi che speranzosi. Alla domanda fatidica: quale lavasciuga mi consigliate? La risposta più frequente è: meglio una <b>asciugatrice separata</b>. Ma grazie al ......! Inutile spiegare che c'è già poco spazio per la lavatrice e che impilandole nel bagno mancherebbe l'aria. Frugando ancora meglio in rete ho letto di alcuni infelici possessori di lavasciuga che lamentano <b>panni eccessivamente stropicciati</b>, <b>lunghezza della durata dei programmi di asciugatura</b>, <b>elevati consumi</b>, <b>persistenti odori di bruciato</b> e persino di un caso in cui la lavasciuga ha preso fuoco. Fortunatamente ho letto anche qualche storia di successo ed appigliandomi a questi rari pareri positivi ne ho acquistata una anch'io.</div>
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Faccio una breve parentesi. Parlando di lavasciuga e di bucato mi sento di usurpare un terreno che nella realtà delle cose è quasi prettamente femminile. A mia discolpa devo però aggiungere che è stata mia moglie a coinvolgermi e proprio ultimamente sto facendo una <i>full immersion nel mondo del bucato</i> per apprenderne i rudimenti (e posso già dirvi che è un mondo terribile!). Chiusa parentesi.</div>
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La scelta della lavasciuga é comunque un calvario perché non ci si ritrova a cercare tra prodotti che ricevono recensioni più o meno entusiastiche ma tra prodotti più o meno sconsigliati. Fortunatamente i modelli non sono infiniti. Anche i brand più proliferi come LG o Electrolux ne propongono pochi esemplari, La Bosch solo una...se la vuoi è quella, colore bianco.<br />
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Alla fine ho rotto gli indugi ed ho acquistato una <b>Electrolux, modello EWW1686HDW</b>. La scelta si basava su una serie di fattori, Nell'esporli approfitterò anche per darvi qualche consiglio appreso leggiucchiando qua e là e frutto di 6 mesi di utilizzo abbastanza intensivo.<br />
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<b>Affidabilità del Brand e Assistenza</b><br />
Intanto Electrolux è senza dubbio un grande marchio tra i più diffusi anche in Italia ed ho pensato che anche l'eventuale assistenza lo fosse (aspetto quantomai necessario visto che mi accingevo a fare uno degli acquisti più controversi della mia esistenza). Per Bosch, come già accennavo, la scelta era limitata ad un modello. Per LG mi spaventava l'eccesso di tecnologia. In particolare la modalità di richiesta di assistenza avvicinando lo smartphone al display. Sarò anche antiquato ma credo che semplicità vada di pari passo con <b>affidabilità </b>e comunque con i tempi che corrono non volevo ritrovarmi con la lavasciuga hackerata. C'era anche la Miele, la Ferrari degli elettrodomestici,.. infatti non ho una Ferrari ma una vecchia Peugeot. Beh, in fin dei conti non ci sono motivi per escludere altri modelli ed altri brand, in tutto questo c'è anche una bella dose di soggettività.<br />
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<b>Per evitare panni eccessivamente stropicciati o rovinati</b><br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-o1xr3Pa48rM/WCiGNMCu-cI/AAAAAAAAPcE/S5_FTb7ESjALHMXbscdHmLV6TbexDt3IACLcB/s1600/cestello%2Blavasciuga.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://1.bp.blogspot.com/-o1xr3Pa48rM/WCiGNMCu-cI/AAAAAAAAPcE/S5_FTb7ESjALHMXbscdHmLV6TbexDt3IACLcB/s320/cestello%2Blavasciuga.jpg" width="320" /></a></div>
Per evitare che i panni al termine del ciclo di asciugatura risultino stropicciati, conviene scegliere un modello con un cestello ampio, specie per quanto riguarda il diametro. In un ampio cestello i panni si distribuiscono meglio avendo a disposizione una superficie maggiore senza ammassarsi troppo. Tale aspetto riduce anche i tempi di asciugatura.<br />
La dimensione del cestello ovviamente influisce anche sulla <b>capacità di carico</b>, che in questo caso è fino a 8 kg per il bucato e sino a 6 per l'asciugatura. In generale contenendo il volume dei capi i risultati di asciugatura risultano migliori ed anche i tempi di asciugatura si riducono. Conviene lavare a pieno carico e poi togliere alcuni capi prima di procedere alla fase di asciugatura. Tanto più che i diversi capi possono richiedere livelli di asciugatura differenti mentre altri non possono essere affatto sottoposti alla asciugatura. Per questo è importante controllare le etichette.<br />
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-LmLsPsLdIPw/WCmN5LRNhpI/AAAAAAAAPcs/rSSLTKjrxsgsDryw0SA0kWTnw-w4O1E6QCLcB/s1600/Cattura.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" src="https://4.bp.blogspot.com/-LmLsPsLdIPw/WCmN5LRNhpI/AAAAAAAAPcs/rSSLTKjrxsgsDryw0SA0kWTnw-w4O1E6QCLcB/s400/Cattura.JPG" width="400" /></a></div>
Nel dubbio, o in mancanza di etichetta, è bene ricordare che l'asciugatura va esclusa per le seguenti categorie di capi: capi molto delicati, tende sintetiche, indumenti con parti in metallo, calze di nylon, trapunte. copriletto, <a href="http://myecomondo.blogspot.it/2011/02/i-piumini-da-letto-il-grado-calore-e-i.html" target="_blank">piumoni</a>, giacche a vento, sacchi a pelo, capi imbottiti di gommapiuma o materiali simili.<br />
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<b>Elevato numero di giri della centrifuga per ridurre durata e consumi</b><br />
Dal momento che la questione è l'asciugatura del bucato è chiaro che una centrifuga efficiente è indispensabile; i panni che non possono essere sottoposti ad asciugatura saranno più leggeri e meno fradici e quelli da asciugare in macchina richiederanno meno tempo e minor dispendio di energia. Per alcuni capi, ad esempio intimo in cotone e asciugamani in spugna, conviene fare una centrifuga ad alta velocità ben oltre i 1000 giri al minuto, 1600, come la EWW1686HDW sarebbe l'ideale.<br />
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<b>Consumi elettrici e di acqua</b><br />
In genere le lavasciuga integrate utilizzano come tecnologia per l'asciugatura <b>resistenza elettrica e condensazione</b>. Il <b>principio di funzionamento</b> è abbastanza semplice: l'acqua contenuta nei capi viene fatta evaporare riscaldando l'aria mediante una resistenza elettrica (ciò che causa il dispendio di energia elettrica), il vapore così generato viene fatto condensare impiegando acqua (ciò che causa il maggior consumo di acqua in fase di asciugatura) ed in fine acqua e condensa vengono evacuate attraverso il tubo di scarico. Da ciò si intuisce anche che l'installazione richiede gli stessi allacci di una lavatrice.<br />
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Per farsi una idea dei consumi, un ciclo di lavaggio e di asciugatura per il ciclo standard di riferimento richiede 5,44 kWh di energia elettrica (1,03 per lavaggio e 4,41 per asciugatura) e 95 litri di acqua (57 per lavaggio e 38 per asciugatura).<br />
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<b>Durata del ciclo di lavaggio e asciugatura</b><br />
La durata di un ciclo di lavaggio e asciugatura può raggiungere le 10 ore. Tale durate è naturalmente inferiore per carichi minori e livello di asciugatura ridotti. In ogni caso si tratta sempre di un elettrodomestico in funzione per svariate ore. Per chi ha un contratto con tariffa bioraria conviene farla funzionare nelle fasce di tariffa ridotta (dalle 19 alle 8 dei giorni feriali e nei weekand e giorni festivi). Per questo è importante scegliere bene quando avviare la lavasciuga tenendo presente che in alcuni casi può essere opportuno separare i due cicli. Di grande aiuto sono i sistemi per la partenza ritardata e magari un display con l'indicazione del tempo residuo. Tenete in ogni caso presente che in funzione della potenza installata (spesso 3 kW), avere la lavasciuga in funzione vi impedirà di utilizzare gli altri elettrodomenstici più energivori (altrimenti vi salta il contatore).<br />
<b><br /></b>
<b>Rumorosità</b><br />
La rumorosità non costituisce un grande problema se avete la possibilità di sistemare la lavasciuga lontana dalle vostre orecchie. Purtroppo se parliamo di lavasciuga è proprio perchè lo spazio scarseggia e se va bene finirà nel bagno o in cucina. In fase di lavaggio la lavasciuga (che in questa fase si comporta come una lavatrice) emette un rumore quasi piacevole, in fase di centrifuga è una belva inferocita (ma per fortuna dura poco) ma durante l'asciugatura potrebbe mettere a repentaglio la vostra salute mentale. I dispositivi per la partenza ritardata sono quindi essenziali anche per questa ragione. Se la programmate per funzionare di notte risparmierete in bolletta, le vostre orecchie vi ringrazieranno e al mattino troverete i vostri panni lavati ed asciutti (o quasi).<br />
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<b>Manutenzione</b><br />
Durante la fase di lavaggio e di asciugatura, alcuni tipi di tessuto, possono rilasciare della lanugine. Questa potrebbe attaccarsi sui tessuti nel ciclo successivo e sporcare il filtro. Naturalmente evitate di lasciare fazzolettini di carta nelle tasche dei pantaloni. In ogni caso è buona norma dopo la fase di asciugatura, pulire accuratamente il cesto vuoto, la guarnizione e l'oblò con uno straccio bagnato. Inoltre con cadenza mensile ricordatevi di pulire il filtro di scarico.<br />
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<b>Conclusione: come va la lavasciuga, promossa o bocciata?</b><br />
La <b>lavasciuga Electrolux EWW1686HDW</b> è certamente promossa a pieni voti, fa esattamente quello che deve fare. Ottima come lavabiancheria e più che soddisfacente nell'asciugatura. I cotoni (intimo, asciugamani, lenzuola) possono essere asciugati completamente ed utilizzati o riposti nell'armadio al termine dell'asciugatura. Certamente risultano un po raggrinziti ma per questa categoria credo che sia poco importante. Per gli altri capi più delicati conviene adottare livelli di asciugatura inferiori ultimando l'asciugatura su uno stendino e magari appendendo su delle grucce maglie e magliette. Ciò ridurrà le grinze. Alcuni indumenti richiederanno una stiratina ma tutto sommato con questi pochi accorgimenti ridurrete montagne di panni appesi per interminabili giornate. A questo dovrebbe servire!<br />
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-40395817078562805922016-11-11T18:20:00.000+01:002016-11-15T18:52:21.056+01:00Domanda ed offerta di lavoro freelance, due universi che ancora non si incontrano<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-8LSaaoMx_oc/WCXtnhWP4UI/AAAAAAAAPb0/b8RnYRulUeE9CoCLra-49zK64N9UZO_aQCLcB/s1600/DOMANDA%2BOFFERTA.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://3.bp.blogspot.com/-8LSaaoMx_oc/WCXtnhWP4UI/AAAAAAAAPb0/b8RnYRulUeE9CoCLra-49zK64N9UZO_aQCLcB/s320/DOMANDA%2BOFFERTA.JPG" width="320" /></a></div>
Nel precedente post relativo alla <a href="http://myecomondo.blogspot.it/2016/11/linnarrestabile-escalation-dei.html" target="_blank">vertiginosa crescita del popolo dei freelancer</a> accennavo a varie <b>piattaforme web</b> che aiutano a <b>far incontrare domanda e offerta di lavoro</b>.<br />
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Tra queste menzionavo <b>TaskRabbit</b>, piattaforma online americana che agevola le persone a trovare un aiuto per lo svolgimento di attività come il montaggio di un mobile, la rasatura del giardino, la imbiancatura di una camere, le pulizie domestiche e tante altre.<br />
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Il servizio offerto da TaskRabbit è solo lo spunto per affrontare un argomento importante. Sotto la ricorrente locuzione "far incontrare domanda ed offerta di lavoro", c'è tutto un mondo di esigenze inespresse e frustrazioni. Da un lato c'è chi necessita di qualche, magari anche semplice, prestazione lavorativa e spesso resta insoddisfatto perché non riesce a trovare nessuno a cui rivolgersi. Non è raro sentire lamentele di idraulici introvabili o comunque di imbattersi in situazioni in cui servirebbe un aiuto immediato magari per trasportare al piano un elettrodomestico o per l'espletamento di una semplice commissione. La domanda di lavoro, parlando di piccole mansioni di carattere quotidiano o saltuario, è ancora un universo incompreso e inesplorato. Non si tratta infatti solo della difficoltà di trovare qualcuno che risolva certe faccende ma anche di esigenze per le quali non si sospetta nemmeno che possano essere risolte da qualcun altro e talvolta di esigenze che non si sa nemmeno di avere. La <b>domanda</b> potenziale è quindi ampiamente sottovalutata.<br />
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Dall'altro lato c'è l'<b>offerta</b> di lavoro che sostanzialmente soffre degli stessi mali; una forza lavoro enorme, desiderosa e bisognosa che resta inutilizzata a frustrarsi ad annoiarsi. Si, perché anche qui ci sono persone che vorrebbero mettersi in gioco e tante altre che non ci provano affatto.<br />
<br />
Che domanda e offerta di lavoro non si parlino più di tanto per me è lampante. Ciò significa anche che c'è un vasto spazio da colmare. Per questo, piattaforme come TaskRabbit sono essenziali. Leggo su wikipedia che l'idea di questa piattaforma è nata perché un tizio, un certo signor Busque, si è ritrovato a non aver tempo per comprare il cibo per i cani. Caspita, si era turbato parecchio!<br />
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Ora, non è che io ami particolarmente TaskRabbit, tanto più che la piattaforma è attiva solo in USA e forse in Inghilterra. So che fa dei discreti numeri. Nel tempo sono nate anche alcune piattaforme similari in Italia come <b>vicker</b>, <b>sfinz</b>, <b>yougenio</b>, <b>supermanny</b>, <b>prontopro</b>, <b>localjob</b>, <b>tabbid</b>, <b>tamtown</b>, <b>taskhunters</b>, <b>mistermario</b>, <b>instapro</b>, etc. Tuttavia per trovare un aiuto per la potatura di un uliveto si sono dimostrate inefficaci, ha funzionato invece il vecchio passa parola. La lavastoviglie di mia mamma, invece, ho dovuto trasportarla da solo al secondo piano. Appena mi passa il mal di schiena forse apro un <b>nuovo marketplace online</b>!<br />
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-18470925960499196492016-11-10T20:21:00.001+01:002016-11-14T12:07:51.968+01:00L'inarrestabile escalation dei freelancer, l'arte di arrangiarsi sbarca in massa sul web<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-D0aJxdZ3ePg/WCTImNwE_GI/AAAAAAAAPbk/TtvOD-pmHDgevYnBqS1cfIeRvo4iAiAXQCLcB/s1600/freelance%2Bcrowd.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-D0aJxdZ3ePg/WCTImNwE_GI/AAAAAAAAPbk/TtvOD-pmHDgevYnBqS1cfIeRvo4iAiAXQCLcB/s320/freelance%2Bcrowd.png" width="320" /></a></div>
In attesa che venga coniato un nuovo termine per designare l'insieme di quei fenomeni come la <b>share economy</b> piuttosto che la <b>gig enonomy</b>, la chiamerò provvisoriamente <b>self employed economy o freelance economy</b> (ma anche <b>DIY economy</b> potrebbe essere azzeccato, perlomeno è sintetico).<br />
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In parte mi fa pensare all'<b>arte di arrangiarsi</b>,<b> </b>già ben affermata anche prima dell'avvento di internet. Nell'arte di arrangiarsi però, chi ne era artefice, possedeva veramente l'indole del libero professionista e comunque non mancava di ingegno. Ora invece questa impressionante massa di individui, che a seconda dei casi possono essere chiamati freelance, liberi professionisti, precari, disoccupati,.. è in qualche modo convogliata in branco all'interno di ambienti virtuali dove mettere a disposizione di altri le proprie skill, i propri prodotti o i propri beni. Questo naturalmente facendo di tutta l'erba un fascio, perché esistono sempre le mosche bianche che magari diventano quelle che dirigono il branco.<br />
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Fatto sta che il fenomeno della DIY economy cresce esponenzialmente coinvolgendo una percentuale sempre più importante di lavoratori da un lato e di imprenditori, aziende e semplici individui dall'altro. La forza travolgente di questa crescita ha come propulsore la diffusione di numerose <b>piattaforme web</b> che consentono di mettere in contatto <a href="http://myecomondo.blogspot.it/2016/11/domanda-ed-offerta-di-lavoro-freelance.html" target="_blank">domanda ed offerta</a> in un terreno estremamente fertile per il loro sviluppo: esiste la tecnologia adatta (internet, web, cloud, etc), una domanda lavorativa che si è spostata verso ambiti che ben si prestano a questo nuovo approccio (sviluppo software, content marketing, etc), una enorme massa di individui disponibili (freelance, precari, disoccupati, etc) e sempre più persone e datori di lavoro che ne sanno sfruttare i vantaggi (ottimi risultati e minimo impegno).<br />
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Catalogare le varie sfaccettature di questo fenomeno è quasi impossibile. Sul fronte della gig economy esistono piattaforme come <b>Upwork</b>, <b>Freelancer</b>, <b>Peopleperhour </b>dove le prestazioni lavorative spaziano tra gli ambiti più disparati (realizzazioni di modelli 3D, grafica, editing video, sviluppo software, traduzioni, scrittura, virtual assistant, etc): piattaforme più dedicate per la scrittura di contenuti e traduzioni (<b>Textbroker</b>, <a href="http://myecomondo.blogspot.it/2013/10/textmaster-la-mia-opinione-iniziale.html" target="_blank">Textmaster</a>, <b>Genko</b>, etc); piattaforme come <b>Mturk</b> che richiedono l'esecuzione di micro task come la ricerca di indirizzi, ricerca immagini, etc.<br />
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E' poi, e qui siamo nella share economy, esiste il mondo di <b>Uber </b>dove autisti privati si rendono disponibili come taxisti, di <b>Blablacar </b>per condividere un percorso in auto, di <b>Turo </b>per dare in affitto la propria auto, di <b>Airbnb </b>che consente di dare in affitto una camera o appartamento, di <b>TaskRabbit </b>dove offrirsi per prestazioni lavorative, di <b>Jamendo</b> per vendere la propria musica, di <b>Etsy</b> dove è possibile vendere i propri prodotti artigianali ed opere d'arte,...<br />
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Il web suggerisce anche altre strade per guadagnarsi la pagnotta da freelance che vanno dall'<b>aprire un blog</b> con i suoi adsense, le affiliazioni, gli infoprodotti; i sondaggi retribuiti (e qui si tratta più che altro di briciole), il forex e le azioni binarie (qui invece c'è il rischio che la vostra pagnotta sia divorata da qualcun altro), i vari <b>Lionbridge</b>, <b>Appen</b>, <b>Leapforse</b>, <b>iSoftStone</b>,...<br />
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Naturalmente non bisogno scordare che anche i vari Indeed, Monster, Subito, Kijiji offrono la possibilità di lavorare come freelance ed anche di vendere i propri prodotti/servizi ma si tratta di approcci più tradizionali (potenziati dal web) di incontro tra domanda/offerta e non espressamente dedicati al popolo dei liberi professionisti.<br />
<br />
Una peculiarità di questo fenomeno è che la forza lavoro, un tempo maggiormente impiegata all'interno di fabbriche ed aziende come dipendenti ora (per una percentuale che nei prossimi anni potrà raggiungere fino al 30%) è costituita quasi essenzialmente da singoli individui imprenditori di se stessi. E' il boom dei freelancer, della libera professione, certamente reso possibile da un contesto tecnologico ideale. Per l'entità dei numeri ci riguarda da vicino e, se da un lato costituisce una seria opportunità di lavoro e per molti anche accontenta la propria vocazione di lavorare per se stessi e magari da casa, è un mondo pieno di insidie. Ed è quasi scontato che sia così, trattandosi di un mondo lavorativo nuovo, senza regole e tutele, con una forza lavoro enorme ma disconnessa e pertanto senza forza contrattuale. Proprio questa peculiarità di essere individui soli che si avventurano in questo mondo senza poter contare sull'esperienza lavorativa di colleghi o di contesti lavorativi consolidati e rappresentati (come fabbriche ed aziende convenzionali) è facile incorrere in vere e proprie truffe o comunque in lavori di scarsa o improbabile profittabilità. Occhi aperti dunque!<br />
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MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-74680952375688885212016-11-07T15:33:00.000+01:002016-11-07T16:00:32.774+01:00Le professioni freelance più richieste nel 2016 per operare da remoto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
I <b>freelancer </b>che operano in <b>remoto</b> sono sempre più richiesti, perlomeno quelli in possesso di buona professionalità nello <b>sviluppo software</b> e nel <b>content marketing</b>. Questo è quanto emerge da una recente analisi condotta da <b>upwork</b>, forse la maggiore piattaforme per la ricerca di lavoro online per freelancer.<br />
<br />
Lo studio, relativo al secondo quadrimestre del 2016, mette in evidenza le 20 professionalità che hanno mostrato la maggior crescita negli USA.<br />
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<ol style="text-align: left;">
<li>User experience design</li>
<li>ASP development</li>
<li>Shopify development</li>
<li>English proofreading</li>
<li>SEO writing</li>
<li>Animation</li>
<li>Virtual assistant</li>
<li>Lead generation</li>
<li>Data mining</li>
<li>Video editing</li>
<li>WordPress development</li>
<li>AngularJS development</li>
<li>Java development</li>
<li>Accounting</li>
<li>Android development</li>
<li>iOS development</li>
<li>Zendesk</li>
<li>MongoDB</li>
<li>Data visualization</li>
<li>AutoCAD</li>
</ol>
<div>
A dimostrazione che in questa era il lavoro cambia rapidamente, di seguito riporto la medesima analisi relativa al quadrimestre successivo.</div>
<br />
<div>
<ol style="text-align: left;">
<li>Machine learning</li>
<li>Tableau</li>
<li>User experience design</li>
<li>C++ programming</li>
<li>MySQL programming</li>
<li>Pardot</li>
<li>Social media management</li>
<li>Project management professional (PMP)</li>
<li>Swift development</li>
<li>Chat support</li>
<li>Android development</li>
<li>Unity 3D</li>
<li>Shopify development</li>
<li>Video editing</li>
<li>AutoCAD</li>
<li>Facebook marketing</li>
<li>API development</li>
<li>Content writing</li>
<li>.NET framework</li>
<li>WordPress development</li>
</ol>
<div>
Al di là degli aggiustamenti della classifica si può comunque confermare che <b>sviluppo software</b> e <b>content marketing </b>siano le <b>professionalità emergenti</b> del <b>2016.</b></div>
</div>
<div>
<br /></div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-40023536510674834002016-03-07T11:16:00.000+01:002016-03-07T11:16:20.463+01:00TIM Prime, come disattivarlo via web<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-rjDJrdvGVqQ/VtxzNsi9VVI/AAAAAAAAOpY/KGbWpTK4bQ0/s1600/TIM%2BPrime.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="270" src="https://2.bp.blogspot.com/-rjDJrdvGVqQ/VtxzNsi9VVI/AAAAAAAAOpY/KGbWpTK4bQ0/s400/TIM%2BPrime.JPG" width="400" /></a><br />
Se siete arrivati fino a qui è probabile che anche voi abbiate ricevuto questo SMS:<br />
<br />
<i><b><span style="color: red;">Cambiano le condizioni economiche del tuo piano base:a partire dal 10/4,con 49cent/sett in più avrai chiamate e SMS illimitati vs un numero TIM. Inoltre potrai richiedere gratis i vantaggi esclusivi x i clienti TIM Prime:ogni settimana biglietti cinema 2x1, assistenza diretta di un operatore TIM al 800.000.916, possibilità di vincere smartphone con Ricarica+. Puoi recedere senza penali o passare ad altro operatore entro il 9/4. Per info o rinuncia alle novita’ e mantenere le attuali condizioni chiama il 409162. Scopri i vantaggi e inserisci il numero amico su www.tim.it/Prime</span></b></i><span style="background-color: white; color: #777777; font-family: "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px; font-style: italic; line-height: 22px; text-align: justify;"><br /></span>
Si tratta di <b>TIM Prime</b> un <b>servizio a pagamento</b> (circa 0,50 euro a settimana) con <b>attivazione automatica</b> a partire dal 10 aprile 2016. E' proprio la scorretta pratica dell'attivazione automatica che ha fatto inviperire gli utenti. Ma inveire contro il nostro amato operatore telefonico non serve a nulla e del resto immagino che siamo tutti un po' abituati al percorso ad ostacoli che spesso ci troviamo ad affrontare nel nostro bel paese. Ciò che veramente conta è capire come fare a disdirlo entro il 9 aprile. Come indicato nel messaggio stesso, la via maestra è quella di chiamare il 409162 e seguire le istruzioni del risponditore automatico. Il problema sorge quando per qualche motivo non siete nelle condizioni di telefonare a quel numero ad esempio perché (come il sottoscritto) vi trovate all'estero (il 409162 non è attivo all'estero). In questo caso è possibile <b>disdire l'offerta via</b> web andando a <a href="https://www.tim.it/checkout/fol.jsp?_requestid=1581759" target="_blank">questo indirizzo</a>. I passi da seguire non sono per niente intuitivi perché in pratica si tratta di eseguire un acquisto ad importo nullo, ma funziona.<br />
Nella schermata che appare bisogna inserire il numero del cellulare in questione, fornire la propria email ed acconsentire alle condizioni.<br />
<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-R-3xQo0te-Q/VtxqZD1FYsI/AAAAAAAAOo4/2rRdTguL1gk/s1600/Rinuncia%2Ba%2BTIM%2BPrime.JPG" imageanchor="1"><img border="0" height="344" src="https://4.bp.blogspot.com/-R-3xQo0te-Q/VtxqZD1FYsI/AAAAAAAAOo4/2rRdTguL1gk/s640/Rinuncia%2Ba%2BTIM%2BPrime.JPG" width="640" /></a><br />
<br />
A questo punto dovrete cliccare su RICHIEDI CODICE. Riceverete via SMS un codice da riportare nell'apposito spazio. Cliccate su INVIA e poi su CONFERMA ACQUISTO.<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-cAqVDlp75yg/VtxrcTyY4cI/AAAAAAAAOpI/PA7_4UXJU6c/s1600/Rinuncia%2Ba%2BTIM%2BPrime%2Bconferma.JPG" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-cAqVDlp75yg/VtxrcTyY4cI/AAAAAAAAOpI/PA7_4UXJU6c/s640/Rinuncia%2Ba%2BTIM%2BPrime%2Bconferma.JPG" width="640" /></a><br />
Riceverete la conferma della presa in carico del vostro ordine (che in questo caso è la richiesta di <b>rinuncia al servizio TIM Prime</b>). Con questo l'operazione dovrebbe essere andata a buon fine...si spera!!!<br />
<br />
Faccio notare che per disdire il servizio dovrete essere in grado di leggere gli SMS (in particolare quello che fornisce il codice). Tale operazione sarà quindi molto più macchinosa per quelle schede SIM che utilizziamo per traffico dati (magari inserite in un modem) ed impossibile per quelle schede SIM alle quali non abbiamo accesso (perché lasciate altrove, usate come antifurto della casa al mare, etc). Per concludere non ho dubbi che questa offerta renderà tanto felice la TIM e un pò meno molti dei suoi affezionati utenti.</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-77923798608036764832015-03-18T14:52:00.001+01:002015-03-18T19:55:55.088+01:00Pannelli in cannicciato palustre, una soluzione per l'isolamento termico che ha sempre funzionato molto bene<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-aRay0wxQE9k/VQmBXxhLYeI/AAAAAAAALpY/iTFmJlEsDPU/s1600/Museo%2Btecniche%2Bcannicciato%2Bregione%2Bdi%2BVend%C3%A9e.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Pannelli in cannicciato, isolante termico naturale, parete esterna" border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-aRay0wxQE9k/VQmBXxhLYeI/AAAAAAAALpY/iTFmJlEsDPU/s1600/Museo%2Btecniche%2Bcannicciato%2Bregione%2Bdi%2BVend%C3%A9e.jpg" height="228" title="Pannelli in cannicciato, isolante termico naturale, parete esterna" width="320" /></a></div>
Il <b>cannicciato</b>, come materiale naturale per l'edilizia, non è solamente impiegato per realizzare frangisole o paratie in strutture più o meno posticce come si osserva in qualche villaggio turistico o struttura balneare. Nel formato di <b>stuoie</b>, <b>rotoli </b>o <b>pannelli </b>è ampiamente impiegato anche come <b>isolante termico </b>(anche a diretto contatto con l'esterno). Lo si può osservare facilmente nei villaggi dell'area balcanica, dove la quasi totalità delle costruzioni ricorreva al cannicciato per l'isolamento termico dei <b>solai di copertura</b> e spesso anche per le <b>pareti verticali</b>, posto, in questo caso, nell'intercapedine muraria o addirittura fissato a parete e semplicemente rifinito ad intonaco.<br />
<br />
In alcune costruzioni il cannicciato costituisce sia l'isolamento che l'elemento di copertura, ciò che dimostra anche le caratteristiche di durevolezza di questo materiale.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-ZaL1q8DmUvI/VQnI-Q3PJLI/AAAAAAAALpo/_DoUTWEDfNo/s1600/Copertura%2Bin%2Bcannicciato%2BSerbia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Copertura in cannicciato, isolante termico naturale" border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ZaL1q8DmUvI/VQnI-Q3PJLI/AAAAAAAALpo/_DoUTWEDfNo/s1600/Copertura%2Bin%2Bcannicciato%2BSerbia.jpg" height="451" title="Copertura in cannicciato, isolante termico naturale" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copertura in cannicciato - foto <a href="http://zemljanarhitektura.com/?p=1604" target="_blank">via</a></td></tr>
</tbody></table>
Sebbene nelle ristrutturazioni, nelle costruzioni più recenti e dimensionalmente più importanti si siano imposti altri materiali isolanti (come ad esempio schiume e pannelli termoplastici) il cannicciato continua ad essere ben presente. Spesso si ricorre a questo materiale con la volontà di preservare il patrimonio culturale del territorio, tal volta perché, specie in certe realtà rurali, non vi sono grandi alternative ed il cannicciato è facilmente reperibile in loco e a costo quasi zero. Tuttavia esiste anche una riscoperta di questo <b>materiale naturale</b> (non solo nei Balcani ma anche in Italia ed in tanti altri paesi) in quanto rappresenta una soluzione coerente con i concetti della bioedilizia e con buone proprietà di isolamento termico.<br />
<br />
Qui di seguito riporto i valori di massima delle principali <b>grandezze termo-fisiche</b> dei pannelli in cannicciato.<br />
<br />
<div dir="ltr" trbidi="on">
<table border="1" cellpadding="2" cellspacing="0" style="width: 542px;"><tbody>
<tr><td valign="top" width="300">Conduttività termica</td><td valign="top" width="240"><span style="font-family: Symbol;">l </span><span style="font-family: Arial;">= 0,048 W / m K</span></td></tr>
<tr><td valign="top" width="332">Resistenza al passaggio del vapore</td><td valign="top" width="252"><span style="font-family: Symbol;">m</span><span style="font-family: Arial;"> = 1</span></td></tr>
<tr><td valign="top" width="339">Densità</td><td valign="top" width="256"><span style="font-family: Symbol;">d </span>= 200 kg / mc</td></tr>
<tr><td valign="top" width="340">Capacità termica</td><td valign="top" width="257">c = 1200 J / kg K</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<b></b><br />
<div dir="ltr" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ATmVB0b13oc/VQl4s___EuI/AAAAAAAALo0/Bt6KyShl0QI/s1600/raccolta%2Bdella%2Bcanna%2Bpalustre.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Canna palustre, cannicciato, isolante termico naturale, raccolta" border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-ATmVB0b13oc/VQl4s___EuI/AAAAAAAALo0/Bt6KyShl0QI/s1600/raccolta%2Bdella%2Bcanna%2Bpalustre.jpg" height="212" title="Canna palustre, cannicciato, isolante termico naturale, raccolta" width="320" /></a></div>
I pannelli in cannicciato sono realizzati assemblando i fusti della <b>canna palustre</b> (ne esistono di diverse varietà) a formare pannelli di dimensioni tipiche di 1m x 2m e spessori da 2 fino a 5 cm. I pannelli sono comunque sovrapponibili permettendo di raggiungere lo spessore ed il grado di isolamento desiderato, La produzione dei pannelli è estremamente semplice e a bassissimo impatto ambientale. Dopo la raccolta in genere per sfalciatura, il cannicciato viene essiccato per poi essere pressato ed assemblato in pannelli mediante cucitura.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-WI2Lky0GHsU/VQl-2n9H8DI/AAAAAAAALpM/e0rzv3zwbXY/s1600/Pannelli%2Bcannicciato%2Bpalustre.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Pannelli in cannicciato, isolante termico naturale, formati" border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-WI2Lky0GHsU/VQl-2n9H8DI/AAAAAAAALpM/e0rzv3zwbXY/s1600/Pannelli%2Bcannicciato%2Bpalustre.jpg" height="200" title="Pannelli in cannicciato, isolante termico naturale, formati" width="320" /></a></div>
<b></b>Trattandosi di strutture semi-rigide, per la messa in opera sulle superfici verticali richiedono solo qualche tassello di ancoraggio. Le superfici murarie, inoltre, non dovranno essere accuratamente planari e rasate, requisito invece necessario per altri isolati che vengono incollati.<br />
<br />
La <b>durata nel tempo</b> è di circa 50 anni ed il suo smaltimento, come si può facilmente intuire, è totalmente eco-compatibile.<br />
<br />
<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-33475952857412069512015-03-03T02:18:00.001+01:002015-03-18T12:59:31.724+01:00Pannelli isolanti in lana di pecora, sostenibili e con ottime proprietà termo-acustiche<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" dir="ltr" style="clear: both; text-align: center;" trbidi="on">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-0Xc6e8fV2VU/VPTH__y9pFI/AAAAAAAALoE/ANDuoVJjTag/s1600/Lana%2Bdi%2Bpecora%2B-%2Btosatura.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-0Xc6e8fV2VU/VPTH__y9pFI/AAAAAAAALoE/ANDuoVJjTag/s1600/Lana%2Bdi%2Bpecora%2B-%2Btosatura.jpeg" height="250" width="400" /></a></div>
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
La <b>lana di pecora</b> ha contribuito per secoli allo sviluppo delle società garantendo redditività e benessere alle comunità locali in Italia e in moltissimi altri paesi. Dagli anni ‘60, tuttavia. il settore laniero iniziò una graduale e progressiva regressione. Nuove tecnologie e nuovi materiali s'imposero: iniziava l'era delle fibre sintetiche. più economiche, versatili, facili da lavorare e meglio rispondenti ai gusti e alle abitudini che si stavano affermando.<br />
<br />
Ciò mise il mercato mondiale della lana in grave difficoltà ed il conseguente crollo dei prezzi portò molti ad abbandonare le attività legate alla pastorizia. Oggigiorno la lana trova difficilmente sbocco sul mercato ed i prezzi di vendita non coprono le spese di tosatura, pratica per altro necessaria per mantenere in buona saluta il bestiame. Ne consegue che la lana, non decomponendosi facilmente e bruciando con difficoltà, deve essere smaltita diversamente, con un ulteriore aggravio dei costi dell'attività.<br />
<br />
La lana di pecora, tuttavia, sta ritornata in auge, non tanto come materiale per l'abbigliamento o per qualche complemento d'arredo (imbottiture, tappati, etc), ma come formidabile <b>materiale per l'edilizia, </b>dimostrandosi un ottimo <b>isolante termico</b><b> </b>e <b>fonoassorbente</b>. Potete facilmente verificare le <b>proprietà fisiche</b> degli isolanti in lana di pecora ricercando in internet i vari produttori. I valori mediamente non si discostano da quelli riportati di seguito.<br />
<br />
<b></b></div>
<b> </b><br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table border="1" cellpadding="2" cellspacing="0" style="width: 542px;"> <tbody>
<tr> <td valign="top" width="300">Conduttività termica</td> <td valign="top" width="240"><span style="font-family: Symbol;">l </span><span style="font-family: Arial;">= 0,032 W / m K</span></td></tr>
<tr> <td valign="top" width="332">Resistenza al passaggio del vapore</td> <td valign="top" width="252"><span style="font-family: Symbol;">m</span><span style="font-family: Arial;"> = 3</span></td></tr>
<tr> <td valign="top" width="339">Densità</td> <td valign="top" width="256"><span style="font-family: Symbol;">d </span>= 30 kg / mc</td></tr>
<tr> <td valign="top" width="340">Capacità termica</td> <td valign="top" width="257">c = 1750 J / kg K</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<b> </b><br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b><br /></b></div>
<b>
</b>Oltre alle ottime <b>caratteristiche termo-acustiche</b>, gli isolanti in lana di pecora sono un prodotto <b>sostenibile</b>. <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Gt4ez78voEI/VPUK6jeXj5I/AAAAAAAALoU/N-BidYEkHhU/s1600/isolante%2Blana%2Bdi%2Bpecora.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Gt4ez78voEI/VPUK6jeXj5I/AAAAAAAALoU/N-BidYEkHhU/s1600/isolante%2Blana%2Bdi%2Bpecora.jpg" height="267" width="400" /></a></div>
Il settore ovino, infatti, riveste un ruolo importante nella tenuta del territorio ed apporta contributi positivi anche al settore turistico in quanto mantiene curato il territorio ed il paesaggio tradizionale.<br />
<br />
La lavorazione, che consiste nel lavaggio con saponi naturali, trattamento anti-tarme, cardatura, agugliatura e taglio finale nei formati commercializzati, è di tipo meccanico con un basso impegno energetico. Richiede meno del 15% dell’energia consumata per la produzione di lana di vetro, ma possiede <b>prestazioni termo-acustiche</b> superiori. <br />
<br />
La <b>lana di pecora</b> ha una elevata resistenza ai microrganismi, non si sfalda, non marcisce e come <b>isolante </b>ha una durata di almeno 50 anni. Il suo smaltimento, benché la decomposizione richieda tempo, può avvenire comunque in modo naturale.<br />
<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
</div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-66429466322823575972014-12-06T21:50:00.001+01:002014-12-06T21:57:30.967+01:00I paesi più colpiti dalle condizioni climatiche estreme - l'Italia compare tra i paesi più critici <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ormai sappiamo bene dell'esistenza del fenomeno del <b>cambiamento climatico</b>, della sua relazione con l'attività dell'uomo, del <b>carattere planetario</b> della questione e degli <b>effetti</b> (sempre più) spesso <b>catastrofici </b>con cui si manifesta. Ma quali sono le aree che ne risentono maggiormente?<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-9QPNkPk3pvg/VINM4D68mLI/AAAAAAAALc4/HL2g9xnHZgs/s1600/Mappa%2Bindice%2Brischio%2Bcatastrofi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Effetti dei cambiamenti climatici - Global Climate Risk Index" border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-9QPNkPk3pvg/VINM4D68mLI/AAAAAAAALc4/HL2g9xnHZgs/s1600/Mappa%2Bindice%2Brischio%2Bcatastrofi.jpg" height="393" title="Effetti dei cambiamenti climatici - Global Climate Risk Index" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: 12.7272720336914px;">immagine dal Washington post</span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Se da un lato la questione climatica è considerata una questione planetaria, dall'altro sembra che gli effetti dei cambiamenti climatici non siano omogeneamente distribuiti. Analizzando la mappa elaborata da <a href="https://germanwatch.org/de/startseite" target="_blank">germanwatch</a>, associazione che si occupa dell'<b>impatto dei cambiamenti climatici</b>, si può notare che in alcune aree del mondo (evidenziate dai colori più scuri) l'incidenza degli eventi catastrofici sia particolarmente elevata.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-wtzuWU_NE5U/VINYhaSznBI/AAAAAAAALdI/9tn_huZ_dKU/s1600/Mappa%2Bindice%2Brischio%2Bcatastrofi%2B-%2Bitalia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Effetti dei cambiamenti climatici - Global Climate Risk Index" border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-wtzuWU_NE5U/VINYhaSznBI/AAAAAAAALdI/9tn_huZ_dKU/s1600/Mappa%2Bindice%2Brischio%2Bcatastrofi%2B-%2Bitalia.jpg" height="275" title="Effetti dei cambiamenti climatici - Global Climate Risk Index" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">immagine dal Washington post</td></tr>
</tbody></table>
In quelle aree di colore marrone scuro sono incluse vaste regioni del sud Asia, l'area caraibica in America centrale e, naturalmente balza agli occhi, la presenza dell'<b>Italia</b>. Certamente non pensavo che ne fosse immune (e come potrei con tutti i disastri che avvengono!) ma sinceramente non pensavo che fosse ai vertici della classifica mondiale.<br />
<br />
L'italia con un indice pari a 14 non è distante da paesi come il Bangladesh (con indice 6), ma è molto distante da paesi con valori superiori a 100, come la Libia (144) dove sembra che dei cambiamenti climatici non se ne siano neanche accorti.<br />
<br />
Per comprendere meglio questa classifica è bene capire di cosa tiene conto il <b>Global Climate Risk Index</b>. Questo indice misura quali paesi sono stati i più colpiti, in termine di <b>danni diretti</b>, dagli effetti di <b>eventi legati al clima</b> (tempeste, inondazioni, ondate di calore, ecc) nel periodo dal 1994 al 2013. Ai valori più bassi dell'indice corrispondono i paesi più vulnerabili. Non tiene quindi conto dei <b>danni indiretti</b> come ad esempio carestie derivanti da ondate di calore o siccità. Per questo molte aree africane appaiono con colori più chiari. Inoltre non tiene conto di altri fenomeni sempre legati ai cambiamenti climatici come acidificazione o innalzamento del livello del mare ai quali sono più soggette isole e territori bagnati dal mare.<br />
<br />
E' interessante inoltre sapere che per alcuni paesi il valore dell'indice, come per le Filippine (5), è da attribuire ad una molteplicità di eventi occorsi nel ventennio esaminato, mentre in altri è da attribuire ad un unico evento. In Birmania, per esempio, il ciclone Nargis nel 2008 causò oltre 95% di tutti i danni subiti dal paese negli ultimi 20 anni.<br />
<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-77770810808799293412014-11-12T23:41:00.003+01:002014-11-12T23:41:39.729+01:00Cosa fare se le miniature immagini non compaiono nei widget di blogger<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-SF8eK_xqyjs/VGPeqeETisI/AAAAAAAALZ4/xd1tPS9w554/s1600/sorry%2Bno%2Bimage%2Bavailable.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://2.bp.blogspot.com/-SF8eK_xqyjs/VGPeqeETisI/AAAAAAAALZ4/xd1tPS9w554/s320/sorry%2Bno%2Bimage%2Bavailable.JPG" width="320" /></a></div>
Avete certamente presente i vari <b>widget </b>che vengono utilizzati nelle piattaforme wordpress o <b>blogger </b>(blogspot) per generare <b>elenchi di post </b>con <b>miniatura dell'immagine</b> (thumbnail) e <b>snipped </b>(titolo e descrizione del post).<br /><br />Se ne trovano in tutte le sale con varie possibilità di personalizzazione. Ci sono quelli che elencano i <b>post più popolari</b>, i <b>post recenti</b> o i post con una determinata <b>etichetta</b>. <br /><br />Sono widget utilissimi per attirare l'attenzione del visitatore ai vari contenuti di un blog e quando <b>non funzionano</b> creano una certa frustrazione a chi li ha installati. In questo stesso blog ne trovate qualche esempio.<br /><br />Recentemente avevo notato che in molti casi, in questi widget (su piattaforma blogspot), <b>non comparivano le immagini</b> (<b>image not available</b>) o ne comparivano solo alcune . Non che io sia un esperto di queste cose (linguaggio html, etc), ma come utilizzatore di piattaforme di blogging ed infastidito da questo comportamento anomalo ed incoerente ho cercato di trovare una soluzione... nel web naturalmente. E l'ho trovata (non pensata!) da qualche parte in un forum.<br /><br />In sostanza, per risolvere il problema basta cambiare nell'indirizzo url delle immagini l'istruzione https in http. <div>
Ad esempio da:<br />https://2.bp.blogspot.com/...<br /></div>
<div>
dovete passare a:<br />http://2.bp.blogspot.com/...<br /><br />Per farlo naturalmente bisogna entrare nell'editor html. <br /><br />Il motivo di questo naturalmente non lo conosco (immagino un bug di blogger), ma posso assicurarvi che funziona. Fatemi sapere!</div>
<div>
<br /></div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-73764859081557426002014-11-11T18:47:00.001+01:002014-11-11T18:47:19.144+01:00Da Docet PRO 2010 ad APE-online - la convenzione tra XClima e MC4Software per migrare da una piattaforma all'altra<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-vRPvAnP-ZWM/VGJLBHSV7WI/AAAAAAAALYE/sZL6ZXGMg3o/s1600/XClima%2Bavviso.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="153" src="https://4.bp.blogspot.com/-vRPvAnP-ZWM/VGJLBHSV7WI/AAAAAAAALYE/sZL6ZXGMg3o/s400/XClima%2Bavviso.JPG" width="400" /></a></div>
Con una nota informativa pubblicata sul portale <b>XClima</b>, viene fatto presente che il software <b>Docet PRO 2010 </b>non verrà aggiornato alle recenti rivisitazioni delle norme UNI/TS 11300 rilasciate in data <b>2 ottobre 2014</b>. Il software verrà definitivamente accantonato, mentre la piattaforma XClima si dedicherà con intensità crescente alla formazione. Tra le intenzioni vi è anche quelle di inserire corsi che comportino l'acquisizione di crediti formativi per ingegneri, sin'ora previsti solo per architetti. Per accedere ai corsi sarà comunque necessario sottoscrivere l'abbonamento annuale.<br />
<br />
Per gli utenti Xclima che alla data del 15 ottobre risultavano ancora abbonati alla piattaforma, eventualmente più interessati all'utilizzo del software di certificazione, XClima ha stipulato una convenzione con la <b>MC4software</b> che prevede <b>quattro crediti gratuiti, </b>che consentono l'elaborazione di 4 <b>Attestati di Certificazione Energetica </b>(<b>APE</b>)<b>,</b> da utilizzare con il software <b>ape-online</b> prodotto dalla MC4software. A detta di XClima il software ape-online è quello che, tra i vari software commerciali, si avvicina maggiormente alla filosofia di Docet PRO 2010. Intanto perché anch'esso è una applicazione web-based e poi utilizza il metodo di inserimento dati tabellare piuttosto che ad oggetti mediante l'inserimento di disegni CAD. La migrazione al software ape-online dovrebbe quindi essere abbastanza indolore. Per testare il prodotto (con funzionalità limitate) basta andare all'indirizzo <a href="http://www.ape-online.it/">http://www.ape-online.it/</a> e registrarsi.<br />
<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-eK0v7osC6I8/VGJKjQ_R_II/AAAAAAAALX8/RvTVwjqvru0/s1600/ape-online.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="404" src="https://4.bp.blogspot.com/-eK0v7osC6I8/VGJKjQ_R_II/AAAAAAAALX8/RvTVwjqvru0/s640/ape-online.JPG" width="640" /></a>Per beneficiare dei 4 crediti gratuiti è necessario contattare il supporto di XClima fornendo le proprie credenziali entro il 31 gennaio 2015. Oltre questa data tale possibilità non sarà più concessa.<br />
<br />
In attesa di poter valutare meglio il software ape-online, ciò che a colpo d'occhio differenzia gli approcci di XClima ed MC4software è l'aspetto amministrativo/commerciale. Mentre per l'utilizzo di XClima era necessario sottoscrivere un abbonamento annuale, il software ape-online, è un software a consumo. In sostanza si paga per ogni APE prodotta. Ogni credito acquistato da diritto alla stampa di un APE. Un credito costa 12,50 euro (credito non commerciale) per i professionisti che operano senza P.IVA, ad esempio con prestazioni occasionali, mentre costa 20,00 euro per i titolari di partita IVA (credito commerciale).</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-88101581423885657802014-10-20T15:48:00.002+02:002014-10-20T15:48:37.183+02:00Attestato di Prestazione Energetica (APE), come inserire gli interventi migliorativi con Docet PRO 2010<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
Il software <b>DocetPRO 2010</b> (disponibile sulla piattaforma <b>XClima</b>), prevede una apposita sezione per l'inserimento degli <b>interventi di riqualificazione energetica</b> consigliati che, personalmente, trovo piuttosto macchinosa. Vediamo come procedere.<br />
<br />
<span style="color: red;">A - </span>Per prima cosa bisogna inserire tutti i dati relativi all'unità immobiliare in esame in modo da calcolare le <b>prestazione energetiche</b> dell'unità immobiliare, Una volta inseriti i dati, sarà quindi necessario cliccare su <i>calcola progetto</i> e poi su <i>stampa certificato</i>. L'<b>APE</b> non sarà ancora quella definitiva perché mancano. per l'appunto, le <b>raccomandazioni</b>. Per comodità chiamiamo il file su cui state lavorando con il nome PIPPO.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /><span style="color: red;">B - </span>Ora fate una copia di questo file che chiamerete PIPPO 1. Su questo file modificate i dati opportunamente per tener conto del primo <b>intervento migliorativo</b> ipotizzato. Questo potrà essere la sostituzione della caldaia con una più performante, l'isolamento del solaio, la sostituzione degli infissi, etc. A questo punto cliccate su <i>calcola progetto</i> e come risultato dovreste ottenere un miglioramento delle prestazioni energetiche.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /><span style="color: red;">C - </span>Tornate ora sul file PIPPO ed aprite il modulo<b> costi/benefici</b>. Aprite la scheda relativa al <i>Primo Intervento</i> migliorativo ed inserite nella sotto-scheda <b><i>costi</i> </b>i dati richiesti (descrizione, costo dell'intervento, costo del combustibile).<br /><ol style="text-align: left;">
</ol>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-k9rkuzwTgG4/VEUBZDpIqJI/AAAAAAAALUc/eaol8c2yVhk/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-k9rkuzwTgG4/VEUBZDpIqJI/AAAAAAAALUc/eaol8c2yVhk/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici.JPG" height="374" width="640" /></a></div>
<div>
<br /></div>
</div>
<div>
Nella sotto-scheda <i>Analisi Intervento </i>inserite i valori che trovate al modulo <i>Energia Primaria</i> del file PIPPO 1. Ricordatevi di inserire anche la classe energetica raggiungibile grazie all'intervento.</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-1FaFGc1xVvg/VEUDU7b7s9I/AAAAAAAALUo/2CY98pa_o0k/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici_analisi.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-1FaFGc1xVvg/VEUDU7b7s9I/AAAAAAAALUo/2CY98pa_o0k/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici_analisi.JPG" height="428" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br />
<span style="color: red;">D - </span>Procedendo in maniere analoga, quindi creandovi il file PIPPO 2, PIPPO 3, etc, inserite gli eventuali ulteriori interventi<br />
<br />
<span style="color: red;">E - </span>Per concludere la procedura dovete creare un'ulteriore file (chiamiamolo PIPPO 4) dove inserirete tutti gli interventi migliorativi. I valori così ottenuti per l'Energia Primaria dovranno essere inseriti nella scheda <i>Intervento Globale</i>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-hV-HM7ntAjw/VEUM2aC8pMI/AAAAAAAALU4/i26w1AUK8gU/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici_analisi%2Bglob.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-hV-HM7ntAjw/VEUM2aC8pMI/AAAAAAAALU4/i26w1AUK8gU/s1600/DocetPRO2010_costi-benefici_analisi%2Bglob.JPG" height="320" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="color: red;">F - </span>A questo punto dal file PIPPO potete stampare l'APE definitiva che finalmente riporterà anche le <b>raccomandazioni</b>. Ciascun intervento, come vedete dalla tabella sottostate, è corredato dal valore di prestazione energetica globale (EPgl) e classe energetica raggiungibili e dagli anni necessari per il ritorno economico.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-9qeBRaAVXgo/VEUOl4o_zDI/AAAAAAAALVE/6wnQODQsWeg/s1600/Raccomandazioni.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-9qeBRaAVXgo/VEUOl4o_zDI/AAAAAAAALVE/6wnQODQsWeg/s1600/Raccomandazioni.JPG" height="300" width="640" /></a></div>
<br />
Giusto per evitare osservazioni inutili, il secondo intervento di tabella, ha un <b>tempo di ritorno economico</b> superiore ai 10 anni. Il tempo di ritorno dovrebbe, in genere, essere inferiore ai 10 anni, ma qui si tratta solo di un esempio utilizzato per comprendere la procedura di inserimento degli <b>interventi migliorativi</b> nel software <b>DocetPRO 2010</b> di <b>XClima</b>.<br />
<br /></div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-18729130948949997152014-09-14T12:33:00.000+02:002014-09-14T17:21:04.110+02:00Canalette trasversali in legno per la raccolta e lo sgrondo delle acque nelle strade bianche e sterrate<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-gp3xMXr8YMY/VBVr8TCePjI/AAAAAAAALPU/Pemys4G0Jqg/s1600/canalette%2Btrasversale%2Bin%2Blegno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-gp3xMXr8YMY/VBVr8TCePjI/AAAAAAAALPU/Pemys4G0Jqg/s1600/canalette%2Btrasversale%2Bin%2Blegno.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
Le <b>canalette trasversali in legno</b> sono una soluzione economica, ma estremamente efficace, per interrompere il <b>deflusso dell'acqua piovana</b> sulle <b>strade sterrate o bianche</b>.<br />
<br />
Sono particolarmente indicate quando la <b>pendenza della strada</b> supera l'8 per cento per limitare la lunghezza del percorso compiuto dall'acqua che, altrimenti, acquisisce un maggior <b>potere erosivo</b> creando solchi che ne compromettono la transitabilità.<br />
<br />
La messa in posa delle canalette è abbastanza semplice. E' sufficiente realizzare un solco che tagli la strada con una inclinazione di circa 30° rispetto alla normale all'asse longitudinale della strada dove annegare la canaletta. In questo modo l'acqua verrà convogliata verso il pluviale di monte (se la strada ha una pendenza trasversale verso monte) o verso valle (se la strada ha pendenza trasversale verso valle).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-I2EqwlGlx8Y/VBVsvtNIoSI/AAAAAAAALPc/s1ix1fvKMJg/s1600/canaletta%2Btrasversale%2Bin%2Blegno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-I2EqwlGlx8Y/VBVsvtNIoSI/AAAAAAAALPc/s1ix1fvKMJg/s1600/canaletta%2Btrasversale%2Bin%2Blegno.jpg" height="320" width="212" /></a></div>
Oltre all'economicità, il pregio delle <b>canalette trasversali in legno</b>, rispetto ad altre soluzioni quali le canalette in cemento o in metallo, è che sono facilmente trasportabili per il peso contenuto (basta caricarle sul portapacchi!) e ragionevolmente maneggevoli.<br />
<br />
Di contro la durata risulta inferiore, tra i cinque e i dieci anni, in funzione del numero e tipologia di mezzi che transitano la strada.<br />
<br />
Per una stradina di accesso di una casa in campagna, con una frequenza di traffico di una decina di passaggi al giorno, rappresentano una soluzione ideale e ragionevolmente duratura.<br />
<br />
Le <b>canalette trasversali in legno</b> sono in genere commercializzate dalle falegnamerie o dai magazzini di materiale in legno per esterni. Si trovano più facilmente al nord, ma possono anche essere realizzate con un po' di sano lavoro di bricolage.<br />
<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-31063025554327922172014-03-11T10:44:00.000+01:002014-09-23T00:17:21.650+02:00Internet mobile flat, l'operatore radio radio mobile promette traffico dati illimitato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-r6I0eFxkt9E/Ux7ZZR70jEI/AAAAAAAAKwI/47yOPaAdvUc/s1600/internet+mobile+flat.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-r6I0eFxkt9E/Ux7ZZR70jEI/AAAAAAAAKwI/47yOPaAdvUc/s1600/internet+mobile+flat.jpg" height="215" width="320" /></a></div>
Sappiamo bene che gli operatori di telefonia convenzionali offrono soluzioni per l'accesso ad <b>internet in mobilità</b> piuttosto risicate. Sufficienti per leggersi le news, scambiarsi qualche email e magari chattare con gli amici, ma del tutto inadeguate per soddisfare le esigenze di una vasta utenza che utilizza internet in modo intensivo. Quei pochi GB messi a disposizione mensilmente fanno presto ad esaurirsi quando si scambiando file di grandi dimensioni, si effettuano video chiamate o si visualizzano filmati in streaming.<br />
<br />
Disporre di internet in mobilità senza limiti è comunque una esigenza sempre più sentita per supportare le nuove modalità di comunicare, di socializzare, di usufruire della rete e di lavorare. In questo senso, le limitazioni imposte dai vari operatori al traffico dati, costituiscono un grave ostacolo alla naturale evoluzione sociale che sta avvenendo (senza parlare poi delle limitazioni al VOIP e al download operate dalle varie compagnie!).<br />
<br />
E' in questo contesto che la soluzione proposta da <b>radio radio mobile</b> mi sembra a dir poco incredibile e rivoluzionaria. Ma chi è radio radio mobile? Radio radio mobile è un nuovo operatore virtuale che nasce dalla collaborazione tra il provider internet AlternatYva e l'emittente radiofonica RadioRadioWeb. La sua offerta consiste in una SIM solo dati per l'<b>accesso ad internet</b> su tutto il territorio italiano <b>senza limiti di traffico </b>al costo di 19 euro al mese, oltre a 49 euro una tantum di attivazione.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-M0IgztxTTN0/Ux7ZAp63RMI/AAAAAAAAKwA/nZawUr7sENI/s1600/Radio+radio+mobile.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-M0IgztxTTN0/Ux7ZAp63RMI/AAAAAAAAKwA/nZawUr7sENI/s1600/Radio+radio+mobile.JPG" height="241" width="640" /></a></div>
<br />
La SIM può essere alloggiata direttamente nello smartphone (e in tal caso converrebbe disporre di un dispositivo dual SIM), tablet o nella classica <i>saponette</i> (<b>3g modem/router wifi</b>) per connettere contemporaneamente più dispositivi. Se non disponete già di una <i>saponetta </i>potete acquistarla con un piccolo aggravio di spesa, 69 euro una tantum, anziché 49.<br />
<br />
Le prestazioni della connessione dipendono dalla <b>copertura della rete wind</b>, alla quale radio radio mobile si appoggia per erogare il servizio. Prima di sottoscrivere il servizio, sarà quindi opportuno verificare che nella zona di vostro interesse vi sia un segnale soddisfacente. Per ricevere maggiori informazioni potete visitare il sito www.radioradiomobile.it o chiamare allo 06 99 34 04 44.<br />
<br />
Come già dicevo, l'offerta è davvero unica nello scenario attuale, finalmente <b>internet flat in mobilità </b>a costi più che ragionevoli!<b> </b>L'unico neo, per quelle che sono le mie esigenze personali, è che non esiste una formula ricaricabile e il contratto ha una durata minima di 24 mesi.<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-70421019870926205012014-02-28T22:36:00.000+01:002015-03-05T02:26:31.676+01:00Problema mini-jack uscita audio notebook/PC - risolverlo con una scheda audio USB<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-5Il18TmNpS4/UxEAPk1XrAI/AAAAAAAAKjQ/MZTMuJvU4Y8/s1600/notebook+-+audio+out+-+mic+in.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-5Il18TmNpS4/UxEAPk1XrAI/AAAAAAAAKjQ/MZTMuJvU4Y8/s1600/notebook+-+audio+out+-+mic+in.JPG" height="224" width="320" /></a></div>
Avete presente l'<b>uscita audio mini jack</b> che si trova in tutti i notebook e PC insieme all'ingresso microfonico? Si, quella dove si collegano le <b>cuffie </b>o magari degli <b>speaker esterni</b>. Ebbene, alcune settimane fa quella porticina del mio notebook ha smesso di funzionare. Forse si trattava solo di un filo che si era dissaldato o una parte della <b>scheda audio</b> che era andata in tilt. In ogni caso la riparazione avrebbe comportato di lasciare il notebook in qualche centro assistenza per risistemare le cose.<br />
<br />
La prospettiva di lasciare il mio notebook per lunghi giorni in mani sconosciute non mi attirava per niente, ed ancor meno mi avrebbe poi fatto piacere pagare il conto che il tecnico interpellato stimava tra i 50 ed i 200 euro. Quasi il prezzo di un notebook nuovo, pensavo, ... per un mini-jack!<br />
<br />
Sono sicuro che la maggior parte delle persone riesca a vivere bene anche senza quella porticina, ma per me è importante. La uso per comunicare, per ascoltare musica, video. Farei piuttosto a meno degli speaker integrati del notebook che trovo così scadenti dal risultare quasi insopportabili.<br />
<br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-CQfRu31QfgU/UxDYCymC9CI/AAAAAAAAKjA/KgbqNepp8W4/s1600/Scheda+audio+usb.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-CQfRu31QfgU/UxDYCymC9CI/AAAAAAAAKjA/KgbqNepp8W4/s1600/Scheda+audio+usb.JPG" height="160" width="200" /></a>Morale della favola, il <b>guasto </b>non lo ho risolto, ma sono riuscito ad aggirare il problema acquistando uno di quegli <i>accrocchietti </i>elettronici che si trovano in vendita online.<br />
Si tratta di una micro <b>schede audio USB </b>dotata di due mini-jack, uno per l'uscita audio e l'altro per l'ingresso microfonico.<br />
Per aspetto e dimensioni è del tutto simile ad una pen-drive. Per metterla in funzione basta inserirla in una porta usb e attendere che vengono (automaticamente) installati i driver. A quel punto può essere utilizzata normalmente al posto delle <b>porte cuffie e microfono del notebook</b>.<br />
<br />
In internet se ne trovano di tante tipologie e di vari produttori con prezzi che partono da pochi euro fino ad una decina di euro. Io ne ho acquistata una della gigatech per 4 euro in un negozio vicino a casa e funziona perfettamente.<br />
<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-25693918288379745702014-02-06T00:07:00.000+01:002014-02-06T00:07:28.744+01:00Carne di soia, opinioni a confronto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.nomeatathlete.com/wp-content/uploads/2010/06/boca-burger-photo-1024x768.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.nomeatathlete.com/wp-content/uploads/2010/06/boca-burger-photo-1024x768.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
A quanto pare ero rimasto l'unico a non aver ancora provato la <b>carne di soia</b> a parte i fratelli McDonalds e le tigri del Bengala, ma in questi giorni ho voluto accorciare il divario con il resto della popolazione mondiale. Il primo passo è stato semplice, ho acquistato al supermercato una confezione di <b>cotolette di soia</b> dal reparto dei surgelati (non dico la marca per non scoraggiare i produttori). Ero curioso, e le ho preparate in padella la sera stessa. Sinceramente le ho trovate insignificanti, ma non spiacevoli e l'argomento mi ha comunque suscitato interesse. Così ho provato le <b>humburger di soia</b>, poi le <b>polpette</b> ed infine un ragù preparato da una vegana integralista partendo dal granulare di carne di soia disidratata. La mia opinione non si è comunque spostata di molto per quanto riguarda il gusto ma non posso negare di aver provato anche una certa sorpresa per l'indubbia capacità di questi alimenti di evocare la carne convenzionale.<br />
<br />
La soia è una pianta erbacea della famiglia delle leguminose diffusamente coltivata in tutto il mondo principalmente per uso alimentare. Il prodotto primario è l'<b>olio di soia</b> comunemente utilizzato in cucina, che si ottiene in genere per estrazione chimica mediante solventi. Il prodotto secondario è la <b>farina di soia degrassata</b>, che, per l'elevato contenuto proteico, è anch'essa impiegata per uso alimentare prevalentemente come mangime per animali.<br />
<br />
Dalla farina di soia, tramite un processo industriale di estrusione, si ottiene anche la <b>proteina di soia strutturata</b>, più comunemente nota come <b>carne di soia</b>. Durante il processo, per effetto della pressione e della temperatura, le proteine modificano la loro struttura formando un tessuto fibroso più simile alla carne. La carne di soia viene prodotta in forma di granuli, fiocchi, strisce, bocconcini ed essiccata affinché si conservi più a lungo (fino ad un anno in genere).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-gwpXsUmcp2g/UvLDBYf3bKI/AAAAAAAAKPs/m0yzAk-U1Ic/s1600/Carne+di+soia+disidratata.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-gwpXsUmcp2g/UvLDBYf3bKI/AAAAAAAAKPs/m0yzAk-U1Ic/s1600/Carne+di+soia+disidratata.JPG" height="230" width="320" /></a></div>
La <b>carne di soia disidratata</b> può essere acquistata nei supermercati e nei negozi specializzati. Per consumarla va dapprima reidratata e preparata seguendo una delle tante ricette che in genere prevedono l'aggiunta di spezie e verdure per conferire gusto e profumo. La carne di soia è infatti di per se piuttosto insipida ma con la sua capacità di assorbire oltre due volte il suo volume in liquidi si presta ad essere utilizzata come una sorta di substrato neutro da caratterizzare di volta in volta per ottenere il sapore desiderato. In funzione del piatto che si vuole preparare è importante scegliere il formato di carne di soia più adatto, granuli per un ragù, fiocchi per hamburger, strisce o bocconcini per spezzatini, e via discorrendo. Nei banchi dei surgelati si trova invece la <b>carne di soia pronta all'uso</b> in forma di cotolette e hamburger.<br />
<br />
Per certo, questi prodotti, con la carne vera hanno poco a che fare, sono lontani anni luce da una fiorentina ed anche da un semplice petto di pollo ai ferri. Ma utilizzati in ricette sapientemente congegniate possono creare l'illusione della carne e soddisfare pancia e palato.<br />
<br />
Le scelte alimentari, oltre che a tirare in ballo questioni <b>etiche</b>, hanno grande impatto sull'<b>ambiente</b> e sulla nostra <b>salute</b>. Per questo l'idea di trovare un'<b>alternativa alla carne</b> che produca il medesimo <b>appagamento sensoriale</b> ed un <b>apporto nutrizionale</b> paragonabile è una questione importante ed è anche intrigante dal punto di vista gastronomico e della ricerca.<br />
<br />
La carne di soia potrebbe essere una risposta? Sinceramente non lo so. Non lo so perché non lo so e non perché non lo credo. E voi invece avete già maturato una vostra idea al riguardo?<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-8410937373593169432014-01-31T13:38:00.001+01:002014-01-31T14:46:51.596+01:00Piena del fiume Arno a Pisa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Oggi a Pisa c'è uno stato di allarme. Si teme la piena del fiume Arno. Vi lascio qualche filmato che rende abbastanza bene quale è la situazione.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/0CFOmJIo2no" width="640"></iframe>
<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/ELFk-W1FRME" width="640"></iframe>
<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/TVXbvbpnzVI" width="640"></iframe>
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/1dNOirPWQVc" width="640"></iframe>
<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-49268610957754923602014-01-25T12:35:00.000+01:002017-04-09T17:24:08.819+02:00Guida all'uso di Mtalk by Messagenet ed alcune considerazioni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Oggi vi parlerò di <b>Mtalk by Messagenet</b>, una applicazione per smartphone e tablet disponibile per i più importanti sistemi operativi (android, iOS, etc), che permette di telefonare e inviare messaggi di testo usando la tecnologia VOIP (comunicazione via internet) anziché i più consueti sistemi di telefonia fissa o mobile.<br />
<br />
<b>Requisiti e vantaggi</b><br />
Per utilizzare Mtalk è necessario disporre di uno smartphone o un tablet dove installare l'applicazione ed una connessione ad internet decente che assicuri almeno 128 Kbit/sec bidirezionali e tempi di latenza inferiori a 150 ms. Ovunque disporrete di un accesso ad internet, a casa, da amici, nei molti locali che offrono connessione internet sia in Italia che all'estero potrete utilizzare Mtalk. Ciò rende Mtalk un sistema di telefonia decisamente più "mobile" rispetto alla linea fissa. A <a href="http://www.speedtest.net/">questo link</a> potete verificare le prestazione della connessione ad internet.<br />
<br />
Mtalk, inoltre, offre telefonate e messaggi gratuiti tra utenti Mtalk e tariffe telefoniche estremamente vantaggiose per telefonare fissi e cellulari sia in italia che all'estero. Ciò rende Mtalk particolarmente vantaggioso rispetto alla telefonia cellulare, ma risulta anche più economico rispetto alla linea fissa tradizionale. Con Mtalk, inoltre, scompare il concetto di roaming perché le tariffe per telefonare sono le stesse ovunque vi troviate (Italia/estero).<span style="background-color: white; color: #404040; font-family: "arial" , "helvetica" , "verdana"; font-size: 15px;"> A </span><a href="http://www.messagenet.com/it/voip/tariffe/" style="background-color: white; font-family: arial, helvetica, verdana; font-size: 15px;" target="_blank">questo link</a><span style="background-color: white; color: #404040; font-family: "arial" , "helvetica" , "verdana"; font-size: 15px;"> tro</span>vate l'elenco completo delle tariffe. <br />
<br />
C'è poi un aspetto che non va sottovalutato e che rende Mtalk un sistema (quasi) completo di telefonia. La società Messagenet fornisce gratuitamente un numero telefonico geografico (freenumber). Di cosa si tratta? Si tratta di un numero telefonico urbano, nazionale o internazionale. che i vostri conoscenti potranno utilizzare per chiamarvi. In funzione delle vostre esigenze potrete, ad esempio, scegliere un numero con prefisso di Milano (02xxxxx) oppure di Pisa (050xxxxx) oppure un numero telefonico londinese.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-fPf9sI9f-0c/UuKgEqJ_EXI/AAAAAAAAKOE/yn5v7__Jya4/s1600/Mtalk+freenumber.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Numero Geografico - freenumber - Messagenet - Mtalk" border="0" height="449" src="https://2.bp.blogspot.com/-fPf9sI9f-0c/UuKgEqJ_EXI/AAAAAAAAKOE/yn5v7__Jya4/s1600/Mtalk+freenumber.JPG" title="Numero Geografico - freenumber - Messagenet - Mtalk" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
Quel numero, insieme al vostro numero di cellulare, verrà associato alla vostra utenza Mtalk. Questo significa che i vostri conoscenti potranno chiamarvi a quel numero, ovunque voi siate, esattamente come si chiama un numero fisso convenzionale, naturalmente con le tariffe applicate dal loro operatore. Se, giusto per fare un esempio, vi trovaste in Australia e un vostro conoscente di Roma vi chiamasse al vostro numero geografico 06xxxxx, questi pagherà alla tariffa di una chiamata locale. <br />
<br />
Vediamo ora come procedere correttamente (almeno così è come ho fatto io, ed ha funzionato perfettamente) all'installazione di Mtalk. <br /><br /><b>Installazione di Mtalk </b><br />Andate a <a href="http://www.messagenet.com/it/voip/">questo link</a> per ottenere il vostro freenumber personale. Questa operazione, per maggiore comodità, potete farla comodamente da PC o notebook. La scelta del prefisso è abbastanza strategica. In generale vi converrà scegliere il prefisso della città in cui vivete in modo tale che la maggior parte delle persone che vi chiameranno potranno farlo con una chiamata locale (a tariffe generalmente abbastanza contenute). Per ottenere il vostro freenumber vi verrà richiesto di registrarvi a messagenet. Dovrete fornire i vostri dati personali ed in particolare un indirizzo email ed il vostro numero di cellulare. Tramite sms riceverete un codice che per completare la registrazione dovrete inviare ad un numero che vi forniranno. In breve tempo otterrete il vostro freenumber. <br /><br />A questo punto potete installare l'applicazione Mtalk. Con il vostro dispositivo (smartphone o tablet) andate a <a href="https://play.google.com/store/apps/details?id=it.messagenet.mtalk">questo link</a> oppure andate sul <a href="https://play.google.com/store">google play</a> e ricercate l'applicazione digitando Mtalk by Messagenet.<br /><br /><div style="padding: 10px 0px 0px;">
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; color: #404040; font-family: arial, helvetica, verdana; font-size: 15px; line-height: 20px;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-w6ieadtgd18/UuOMlOfSRAI/AAAAAAAAKOU/lsqJ-UFJmHA/s1600/Mtalk+by+messagenet+-+Google+Play.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Messagenet - Mtalk - Android - VOIP" border="0" height="388" src="https://4.bp.blogspot.com/-w6ieadtgd18/UuOMlOfSRAI/AAAAAAAAKOU/lsqJ-UFJmHA/s1600/Mtalk+by+messagenet+-+Google+Play.JPG" title="Messagenet - Mtalk - Android - VOIP" width="640" /></a></div>
<br />
Una volta Installata l'applicazione avviatela. Per la configurazione vi verranno prospettate alcune videate. Dovrete accettare le loro condizioni sulla privacy, confermare la correttezza del numero di cellulare e dell'email che Mtalk in automatico rileva dal vostro dispositivo e confermare che l'applicazione possa accedere alla vostra lista di contatti. A questo punto siete operativi.<br />
<br />
<b>Utilizzo di Mtalk</b><br />
L'utilizzo di Mtalk è davvero semplice ed intuitivo. Inizialmente per prendere confidenza con l'applicazione conviene muoversi un po tra le varie schermate. Vedrete che compaiono tutti i vostri contatti e fra questi potrebbero già essercene alcuni con i quali potrete telefonare e chattare gratuitamente. Si riconoscono perché, accanto al nominativo, compare in bella evidenza la scritta FREE. Se così fosse potrete approfittarne per testare l'applicazione.<br />
<br />
Inutile ricordarvi che invitare i vostri conoscenti ad adottare la medesima applicazione porterà un vantaggio per entrambe, annullando i costi delle vostre chiamate. Vale la pena, quindi, dedicare anche un po' di tempo a questo aspetto.<br />
<br />
Cliccando sulla "ruota dentata" in alto a sinistra si accede al menu opzioni. Qui troverete varie voci. La prima è "account" dove compaiono diverse informazioni tra cui il vostro credito residuo (che inizialmente sarà a "zero" euro), ma si comprendono anche molte cose sul funzionamento dell'applicazione. Ad esempio che chi vi chiama da rete pubblica dovrà chiamarvi al vostro freenumber, che quindi dovrete fornire come vostro recapito telefonico.<br />
<br />
<b> Alcune considerazioni finali</b><br />
Molto spesso le varie tecnologie per la telefonia hanno caratteristiche complementari. Ciò significa che per comunicare soddisfacentemente (senza troppe limitazioni) non ne basta una. Ci vuole la linea fissa, il cellulare,...per non parlare di tutti gli altri strumenti di messaggistica e videochiamata come email, skype, hangout, etc. Personalmente sono convito che difficilmente potrà essere diversamente perché la comunicazione è importante, ma vi è anche l'esigenza di semplificare, razionalizzare. Se siete qui a leggere questo post, probabilmente è perché disponente di una connessione ad internet e forse state cercando anche una alternativa per poter comunicare contenendo i costi. In tal caso credo che una applicazione come Mtalk possa rappresentare una valida alternativa alla linea fissa ed al contempo vi permetterà anche di ridurre drasticamente l'utilizzo delle telefonate da cellulare. Per dare piena funzionalità ad Mtalk sarà necessario acquistare del credito telefonico. Potrete farlo online con carta di credito. Il credito telefonico residuo non ha scadenza e resterà per sempre a vostra disposizione.</div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-10388921893427276922013-12-01T20:03:00.004+01:002013-12-01T20:03:59.942+01:00Limite di legge per i valori di trasmittanza dell'involucro edilizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<style type="text/css">
table.tableizer-table {
border: 1px solid #CCC; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif
font-size: 12px;
}
.tableizer-table td {
padding: 4px;
margin: 3px;
border: 1px solid #ccc;
}
.tableizer-table th {
background-color: #104E8B;
color: #FFF;
font-weight: bold;
}
</style>In tabella sono riportati i <b>valori limite</b> (validi dal <b>1 Gennaio 2010) </b>della <b>trasmittanza termica U </b>delle strutture <b>disperdenti </b>che costituiscono <b>l'involucro edilizio</b> (<b>pareti, coperture, pavimenti, infissi, porte</b>, etc). I valori sono espressi in W / m2 K<br />
<br />
<table class="tableizer-table">
<tbody>
<tr><td><div style="text-align: center;">
<b>Zona climatica </b></div>
</td><td><div style="text-align: center;">
<b>Strutture opache verticali</b></div>
</td><td><div style="text-align: center;">
<b>Strutture opache orizzontali o inclinate</b></div>
<div style="text-align: center;">
Coperture</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
<b>Strutture opache orizzontali o inclinate</b></div>
<div style="text-align: center;">
Pavimenti</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
<b>Chiusure apribili o assimilabili</b></div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
A </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,54</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,32</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,6</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
3,7</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
B </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,41</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,32</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,46</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
2,4</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
C </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0.34</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0.32</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,4</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
2,1</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
D </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,29</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,26</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,34</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
2</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
E </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,27</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,24</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,3</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
1,8</div>
</td></tr>
<tr><td><div style="text-align: center;">
F </div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,26</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,23</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
0,28</div>
</td><td><div style="text-align: center;">
1,6</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<br /><div>
<div>
Tale limite deve essere rispettato per le <b>nuove costruzioni</b>, <b>ristrutturazioni importanti</b> e <b>riqualificazioni energetiche</b>. Per strutture disperdenti si intendono quelle la cui superficie esterna è a contatto con l'ambiente esterno (anche il terreno quindi!) o con ambienti non riscaldati (ed immagino anche con ambienti con temperature differenti!). Per quanto riguarda le <span style="text-align: center;"><b>chiusure apribili o assimilabili</b>, il valore della trasmittanza è quello complessivo che tiene conto anche degli infissi.</span></div>
<div>
<br /></div>
</div>
<div>
<br /></div>
</div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-63426486177039498262013-11-19T18:31:00.002+01:002013-11-27T11:18:27.251+01:00Les twins, oltre la hip-hop dance<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-6iiYdcjWx1Q/UouZPf19FII/AAAAAAAAC1A/SGvFMyxLbWo/s1600/Les+twins.PNG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="http://3.bp.blogspot.com/-6iiYdcjWx1Q/UouZPf19FII/AAAAAAAAC1A/SGvFMyxLbWo/s320/Les+twins.PNG" width="320" /></a></div>
Due <b>ballerini francesi</b>, originari delle Guadalupa (Antille
francesi), spopolano nei palcoscenici (ma anche nelle palestre e nelle strade)
aggiudicandosi, da alcuni anni, le più importanti competizioni di ballo in quei
generi dall'<b>urban dance</b> al <b>hip-hop</b>.<br />
<br />
Sono <b>Laurent </b>and <b>Larry
Bourgeois</b>, fratelli gemelli di 25 anni (nati il 6 dicembre del 1988), noti
professionalmente come i <b>Les twins</b>.</div>
<br />
<div class="MsoNormal">
I due spilungoni, alti oltre un metro e novanta, ispirandosi
un po a Michael Jackson e ad altri vari stili di danza, tra cui
certamente la hip-hop, ne hanno creata una nuova che non poteva che
chiamarsi <b>Twins-Style</b>.</div>
<br />
Descriverla non è semplice. Un video renderà certamente meglio l'idea, ma non provate ad imitarli!<br />
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/wu0grjZGXRc" width="640"></iframe>
<br />
<br />
Se vi è piaciuto il genere, sappiate che la loro prossima esibizione (più che altro credo che si tratterà di un workshop), come riportato nel loro <a href="http://www.lestwins.org/" target="_blank">sito ufficiale</a>, è prevista per il <b>26 Novembre</b> a <b>Singapore</b>. Non proprio dietro l'angolo, purtroppo! Consolatevi con quest'altro video.<br />
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/_XLGYxeL1iQ" width="640"></iframe>
<br />
<br />
Piaciuti?<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6369511199127057268.post-36634488046762903202013-10-31T18:26:00.001+01:002013-10-31T18:26:37.358+01:00TextMaster, la mia opinione iniziale: tanta domanda e poca offerta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Da alcune settimane sono in attesa di ricevere il responso della mia <b>candidatura </b>come <b>copywriter</b>, <b>traduttore </b>e <b>revisore </b>per la <b>piattaforma di lavoro TextMaster</b>.<b> </b>I miei <b>test di prova </b>risultano sempre <b>in attesa di moderazione </b>e, a giudicare dalla forte adesione che la piattaforma sta riscuotendo in questi mesi, non escludo di dovere attendere ancora parecchio. Lo stesso team di Textmaster, rispondendo nei forum a qualche utente insofferente per la lungaggine dei <b>tempi</b>, si giustifica spiegando che ogni candidatura viene valutata attentamente e che in questo periodo il numero di iscritti cresce al ritmo di centinaia di nuovi candidati alla settimana.<br />
Ad oggi non sono quindi in grado di esprimere un giudizio sulla validità di questa nuova piattaforma, ma temo fin da ora, e tale sentimento è confermato da chi ha già iniziato ad operare sulla piattaforma, che il numero dei professionisti (<b>blogger</b>, <b>scrittori</b>, <b>traduttori</b>, etc) sovrasti nettamente la quantità di <b>lavoro disponibile</b>. Questo potrà invece risultare un vantaggio per le aziende che si rivolgono a TextMaster per l'esecuzione di un lavoro... vi saranno orde di professionisti pronti ad accaparrarselo ed il lavoro sarà portato a termine rapidamente. Staremo a vedere!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-LesGaWIbwE4/UnJl6sX-mpI/AAAAAAAAC0Q/v-MfnfmNROc/s1600/TextMaster+opinione+iniziale.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="364" src="http://2.bp.blogspot.com/-LesGaWIbwE4/UnJl6sX-mpI/AAAAAAAAC0Q/v-MfnfmNROc/s640/TextMaster+opinione+iniziale.PNG" width="640" /></a></div>
<br />
Sul sito, intanto, sono riportati in tempo reale il <i>numero di parole scritte</i>, al momento pari a 33.660.436, ed il <i>numero di professionisti attivi</i>, pari a 73.390. Ciò significa che ad ogni professionista, facendo una media grossolana, sono stati assegnati, da quando TexMaster esiste (almeno un anno), lavori per un equivalente di 458 parola; insomma, poco più di un articolo o di una traduzione a persona. Certo, magari qualcuno lavorerà tantissimo e qualcun altro resterà a bocca asciutta. Ma il mio sospetto è che, trattandosi di una piattaforma internazionale, quindi operativa anche in altri paesi, la quantità di lavoro disponibile in Italia sarà alquanto modesta, mentre nei paesi anglosassoni possa esserci un più ragionevole equilibrio tra <b>domanda ed offerta</b>. Naturalmente, queste, sono solo le mie elucubrazioni e sarò felice di essere smentito dai fatti.<br />
<br />
Prima di concludere, nel caso vogliate anche voi imbarcarvi in questa avventura, vi lascio il link per entrare a fare parte di questa <b>comunità di telelavoratori</b>. Se userete questo <a href="http://it.textmaster.com/?pid=52485df729e167583a0000a4" target="_blank">link per la registrazione a <b>TextMaster</b></a> otterrò un piccolo beneficio economico, mentre per voi non vi sarà alcuna penalizzazione.<br />
<br /></div>
MaxThttp://www.blogger.com/profile/14308850688149633406noreply@blogger.com0